domenica 26 ottobre 2014

Noi contro l’Ebola: prima che sia troppo tardi




Aiutaci a fornire l'equipaggiamento necessario a chi è eroicamente in prima linea contro l'Ebola, clicca qui sotto:

2€    4€    8€    16€    32€
Prometti una cifra diversa
Nelle ultime due settimane, migliaia di persone della nostra comunità si sono offerte volontarie per andare in Africa Occidentale e aiutare a contrastare il diffondersi dell'Ebola. È una scelta di incredibile eroismo che testimonia quanto ci sentiamo interdipendenti e membri di un'unica comunità globale.

Ma non tutti abbiamo la possibilità di partire o le qualifiche richieste, perciò abbiamo chiesto a una delle principali organizzazioni umanitarie in azione sul campo cosa possiamo fare di più, tutti e 39 milioni, per aiutare i medici e gli infermieri sul campo a salvare vite e limitare il contagio. La risposta è stata così semplice, concreta e tragica che non sono riuscita a trattenere le lacrime: serve niente di più che materiale sanitario di base, guanti, sapone o cloro; servono kit per la protezione personale (PPE) e ambulanze; e servono letti e attrezzature per i centri di cura dell'Ebola.

Queste sono cose basilari, ed è quasi criminale che la comunità internazionale non sia riuscita a procurarne a sufficienza.

Noi però possiamo fare la nostra parte!

Alice, Mia, Ricken, Emma, Patricia, Ari, Emily e tutto il team di Avaaz

lunedì 20 ottobre 2014

What's Internet?



Immagina di usare un oggetto che ti piace, ti diverte e ti aiuta nel lavoro.

Immagina di usarlo condividendolo con un amico.

Fantastico.... se lo usate adottando le stesse regole comportamentali ed educative!

In questo caso, formate una mini rete (NET).

Se poi, giocate o lavorate (WORK) insieme costituite un NETWORK. 

Immagina ora che altri due amici fanno le stesse cose.
Se decidessero di unirsi a voi (collegandovi), formereste una comunità: INTERNET.
Continuando a giocare o lavorare insieme, realizzereste un INTERNTWORK.

Semplice, vero?


Allora, vediamo in inglese come si direbbe.....

What's Internet?

The Internet is a worldwide, publicly accessible network of networks. 

It enables individuals and businesses alike, through interconnected computer networks, to share information, resources, and services. 

In the beginning, the Internet was used strictly for scientific, educational, and military research. 

In 1991, regulations changed to allow businesses and consumers to connect as well. The Internet has grown rapidly, and is now global. 

New technologies are continuously being developed that make the Internet easier and more attractive to use. 

Online applications are available to the Internet user, including email, web browsing, streaming music and video, gaming, and instant messaging.

The way people interact, share information, and even do business is changing to keep up with the continuous evolution of this global network. 

The Internet is creating a wider audience and consumer base for whatever message, product, or service can be delivered. 

For many businesses, having Internet access has become critical, not only for communication but also for day-to-day operation. 

Some of the business uses of the Internet include:

E-Commerce
Communications
Collaboration and training

That's Internet!

lunedì 13 ottobre 2014

Un cane per eroe



Siamo abituati a vestire gli angeli con le figure umane.
Io credo che il cane di questa storia E' un angelo.



Quando gravemente autistico, Toby Turner, è stato escluso dalla scuola per la terza volta per aver preso a calci i suoi maestri, la sua famiglia toccò il fondo dello scoraggiamento.

A otto anni, sconvolto dalla propria aggressività, ha detto ai suoi genitori che sarebbero stati meglio senza di lui.

La Mamma di Toby ha dovuto rinunciare al suo lavoro come infermiera per seguirlo presso una scuola speciale.

Alla fine l'unico modo per poter uscire da casa era di dargli cuffie, occhiali da sole e un berretto per chiudergli il mondo.

Ma 16 mesi fa, la famiglia ha iniziato una nuova vita accogliendo un cane in casa, Sox.

Un labrador addestrato dalla carità per aiutare i bambini con autismo.

Dopo due settimane la vita di Toby cambiò.

E' stata un'amicizia fulminea, un legame immediato. 

Toby smise immediatamente di indossare le cuffie, occhiali da sole e berretto.

Il padre ricorda: "La prima volta che abbiamo preso Sox, ci è voluta un'ora per arrivare a casa, perché Toby si fermava a chiacchierare con la gente del suo cane; siamo rimasti stupiti.” 

"Prima dell’avvento di Sox, eravamo disperati. Anche lo psicologo ha ammesso del sorprendente impatto che Sox ha avuto sulla vita di Toby.

Avere questo enorme cane costantemente al suo fianco ha dato a Toby la fiducia che non ha mai avuto. Tutto il suo atteggiamento verso la vita è cambiato. 

Abbiamo ritrovato un fiducioso, felice bambino che ama la scuola." 

Sox ora va dappertutto con Toby - tranne a scuola - e agisce come un effetto calmante.

Al mattino Toby si siede e lo accarezza prima di andare a scuola, assicurandogli di essere pronto per la giornata.

E non appena torna a casa, Sox si precipita ad accoglierlo ed entrambi rimangono continuamente insieme.

Sox ha una imbracatura attraverso cui è legato a Toby tramite una cintura.

A volte i bambini con autismo non hanno il senso del pericolo e corrono senza guardare. Sox lo frena e lo guida in sicurezza. 

Se Toby va in ansia, Sox conosce un paio di piccoli trucchi per distrarlo.

Il padre dice: “Sox ha salvato la vita di Toby e salvato la nostra famiglia. Prima, era soltanto sopravvivenza”. 

"Non potevamo andare fuori come una famiglia normale o accogliere amici. Eravamo isolati."

Le cose sono migliorate tanto che Toby e i suoi genitori sono appena tornati da un weekend e hanno anche trascorso due notti in un albergo, qualcosa che non avrebbero mai potuto fare prima che Sox arrivasse​​.

E domani, Toby potrà festeggiare il suo 10° compleanno con gli amici; inimmaginabile negli anni passati.

Con Sox al seguito, la famiglia ha anche goduto di una passeggiata in Hyde Park e un pasto fuori la sera.

Toby dice: "Ho avuto il giorno più epico che mai. 
Mi sento meglio ora che Sox è qui. 
Prima mi sentivo come voler morire.
Da quando Sox è arrivato i nostri cuori sono connessi - lo amo così tanto ".


-----------------  la storia originale ------------------
When severely autistic Toby Turner was excluded from school for the third time for hitting and kicking his teachers, his family hit rock bottom.

And the eight-year-old felt so upset by his own aggression, he told his parents they would be better off without him.

Terrified mum Vikky had to give up her job as a nursery nurse to teach Toby at home while they found a place for him in a special school.

Eventually the only way Vikky, 42, and her software manager husband Neil, 45, could get Toby out of the house was by giving him headphones, sunglasses and a cap to block out the world.

But 16 months ago, the family was thrown a lifeline by charity Dogs for the Disabled, which introduced Toby to Sox.

The three-year-old labrador/golden retriever cross was trained by the charity to help children with autism and within two weeks, he turned Toby’s life around.

Vikky says: “We knew Toby had an affinity for animals because we’d been to really busy places before and when he spotted a dog he was mesmerised – it was almost as if the world around him didn’t exist.

“Toby took to Sox immediately. He talked to Sox and wanted to look after him."

Toby Turner with dog, Sox, from the charity Dogs for the Disabled Playing: Toby and Sox

"It was an instant ­friendship, an ­immediate bond. It was weird, Sox just broke the need for Toby’s ‘bubble’ and just like that he stopped wearing his ­headphones, sunglasses and cap."

Vikky recalled: "The first time we took Sox on the school run it took an hour to get home because Toby was stopping and chatting to people about his dog. We were amazed.

"We all hoped it would make a difference but we didn’t dare to imagine that would happen straight away. We thought any progress would take a long time.

"The psychologist has even discharged him because of Sox’s amazing impact.

"Having this huge dog constantly at his side has given Toby the confidence he never had. His whole attitude to life has turned around. We’ve been left with a confident, happy little boy who loves school."

Sox now goes everywhere with Toby – except school – and acts as a calming ­influence. In the morning Toby sits and strokes his dog before going to school, ensuring he is ready for the day ahead.

And as soon as Toby gets home, Sox rushes to see him.

Vikky says: "If Toby is sitting playing with his Lego, Sox will be there by his side. They have become a double act.

"Sox is working all of the time. He has a harness and through that he is attached to Toby, who wears a belt.

"Sometimes children with autism get frightened and they will run because there’s no sense of danger.

"But now we know that if Toby goes to run, Sox will stand steady and won’t move, so he stops him running off, or running into a road.

"If we’re out and about and I can see Toby’s anxiety rising, Sox knows quite a few little tricks to distract him.

"For example, he will spin round on command, so I can go to Toby, ‘Look, Toby, what’s the dog doing?’

"We’ve also taught Sox to push a ‘talking button’. I put on a voice and record messages into a machine such as ‘I love you’. It’s as if he’s talking to Toby."

"If we’re in a restaurant, Sox will sit and lay his head on Toby’s lap to reassure him.

"Toby will sit there with his thumb in his mouth stroking Sox and you can see the calmness come over him.

"Sox has saved Toby’s life and saved our family. Before, we were literally surviving on an hour-by-hour basis.

"We couldn’t go out as a family or have any friends to visit.

"We were so isolated."

Things have improved so much that Toby and his parents have just returned from a weekend at a wedding and they even spent two nights in a hotel, something they could never have attempted before Sox arrived.

And tomorrow, Toby will be able to ­celebrate his 10th birthday with friends, which was unimaginable in past years.

Vikky explains: "Before Sox, Toby would find birthdays and ­Christmas really stressful because they were out of the routine.

"Everyone else has the expectation that those days are going to be really special and different, but that would make Toby ­physically sick.

"So in previous years we haven’t even told him it’s his birthday. This year is completely different – he is so excited.

"He is going into school for a half day to have a mini party and taking Sox with him. It means he can have the childhood he was missing out on before."

Vikky has now nominated Sox as Caring Animal of the Year in the Daily Mirror and RSPCA Animal Hero Awards.

Vikky, of Bicester, Oxon, says: "Before Sox arrived, we were really struggling. We didn’t know what to do.

"Being in a classroom situation was just too much for Toby and he used to run away and hide in an arts cupboard. When the teachers found him, he would struggle with them, hitting them and kicking out.

"Toby would get so upset and angry at his own behaviour, which he couldn’t understand or control. He’d self harm by biting himself or hitting himself with anything to hand."

He would say he didn’t deserve any love or care. He’d come home from school and be completely exhausted, emotionally drained. He would tell us he didn’t belong, that he needed to leave. ‘You’d be better off if I had never been born’, he’d say.

"Then he even began talking about ending his life. He would threaten to jump out of his bedroom window and I was so scared he’d actually do it I had to make sure the windows were always locked.

"It was horrendous. No matter how much we reassured him we loved him and couldn’t live without him, he wouldn’t believe us."

And it’s not just Toby who has benefited from Sox. His presence means Vikky and Neil have been able to spend more time with Toby’s sister Lauren, 17, and his brothers Joe, 14, and Ollie, six.

Vikky says: “Before, when Toby was really stressed, I’d spend four or five hours with him in his room calming him down, and that was time I wasn’t spending with the other children.”

It also means the family can spend more quality time together. For example, before Sox arrived, a family trip to the Science Museum in London turned into a disaster when Toby sat down and began crying.

But with Sox in tow, the family decided to try again last summer – and this time the trip was a resounding success.

The family also enjoyed a walk in Hyde Park and a meal out in the evening.

Toby says: “I had the most epic day ever. I just feel better now Sox is here.

“Before, I felt like I wanted to die. I couldn’t even go to parties.

“Then Sox came along. It feels like our hearts are connected - I love him so much.”

venerdì 10 ottobre 2014

Noi contro l'Ebola


L'Ebola presto potrebbe minacciarci tutti, e quello di cui c'è più bisogno per combatterlo sono i volontari. Se anche solo 120 dottori nella nostra comunità si offriranno volontari, *raddoppieremo* le forze in Sierra Leone. Ma servono anche altre figure, con diverse qualifiche. Questo è un appello a mettersi al servizio dell'umanità nel modo più profondo possibile, ad accettare un pericolo per aiutare il prossimo. Clicca per saperne di più, e per ringraziare chi sta decidendo con coraggio di farsi avanti:


Agisci ora
Tre settimane fa in centinaia di migliaia abbiamo deciso di organizzarci fuori da Internet per combattere il cambiamento climatico. Ora dobbiamo fare esattamente lo stesso per fermare l'Ebola.
Il virus sta andando fuori controllo. In Africa Occidentale i casi raddoppiano ogni 2-3 settimane e secondo le ultime stime entro gennaio potremmo arrivare a 1 milione e 400mila persone contagiate. Con queste cifre l'emergenza potrebbe presto diventare mondiale. 
L'Ebola è stato più volte circoscritto a pochi casi. Ma le dimensioni dell'epidemia attuale hanno mandato nel caos i fragili sistemi sanitari della regione. In Liberia c'è meno di 1 dottore ogni 100mila abitanti. I governi stanno mandando aiuti, quello che manca è proprio il personale medico necessario a fermare l'epidemia.

Ed è qui che possiamo fare la differenza. 39 milioni di persone ricevono questa email. Il nostro sondaggio di qualche mese fa mostra che il 6%, 2 milioni di noi, sono dottori o infermieri. E, di dottori, ne basterebbero 120 per *raddoppiare* quelli oggi presenti in Sierra Leone. 
Servono anche altri volontari: tecnici di laboratorio, logisti, esperti idrici e trasportatori. Partire volontari significa molto più che dedicare il proprio tempo. Significa rischiare. L'Ebola è altamente contagioso. Sono già morti diversi professionisti sanitari per combatterlo. Ma se esiste una comunità pronta a prendersi questo rischio per l'intera umanità, beh, quella comunità siamo noi. Io e altri del team di Avaaz siamo pronti a partire insieme a voi verso il fronte della crisi.
Ascoltare il nostro istinto può portare a cose grandiose. Se sei un professionista del settore sanitario o hai altre capacità che possono essere utili, ti chiedo di prenderti un momento, ascoltare quella parte di te di cui sai di poterti fidare, e seguirla.
Clicca qui sotto per offrirti come volontario, leggere i messaggi di chi si è fatto avanti sui motivi della loro scelta, e lasciare il tuo messaggio di ringraziamento e incoraggiamento per tutti loro:

https://secure.avaaz.org/it/ebola_volunteers_thank_you_3/?bglFhdb&v=47392

Candidarsi come volontaria o volontario è solo un primo passo. Dovrai conoscere bene l'inglese o il francese. E ti serviranno, e dovrai fornire, molte più informazioni per capire se sei la persona giusta per una delle posizioni disponibili. Dovrai probabilmente discuterne con la tua famiglia, e anche più tardi potrai fare un passo indietro se lo vorrai. Avaaz sta lavorando con Partners in Health, Save the Children e gli International Medical Corps, tre delle principali organizzazioni al lavoro contro questo virus. Siamo anche in contatto con i governi di Liberia, Sierra Leone e Guinea, e con l'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Esiste un rischio sostanziale, ma ci sono anche metodi sicuri per ridurre questo rischio. L'Ebola è un virus da contatto, quindi prestando estrema attenzione al contatto fisico si può minimizzare il contagio. Fino ad ora sono già morti 94 professionisti sanitari in Liberia ma erano quasi tutti lavoratori locali, che purtroppo sono equipaggiati molto peggio dei volontari internazionali. Con le giuste cure, le possibilità di sopravvivere al virus sono superiori al 50%
In molti abbiamo lavori che ci portano a rischiare la vita continuamente: da chi lotta ogni giorno il crimine organizzato, a chi si batte per i diritti degli ultimi, o la sicurezza di noi tutti. Rischiare la vita per gli altri è la risposta più forte che si può dare alla domanda "per cosa vale la pena di vivere?". Prendersi questo rischio per affrontare l'Ebola, significa affermare che quel qualcosa per cui vale la pena vivere siamo tutti noi, ovunque nel mondo:

https://secure.avaaz.org/it/ebola_volunteers_thank_you_3/?bglFhdb&v=47392

Se Ebola andrà ulteriormente fuori controllo, presto potrebbe essere una minaccia per tutti. Il fatto che un sistema sanitario debole in una piccola nazione possa far crescere questo mostro fino a farlo diventare una minaccia per il mondo intero ci fa capire quanto siamo interconnessi. Ma questa connessione va al di là del mero interesse. Siamo, tutti noi, un'unica comunità di esseri umani. Stanno cadendo tutte le bugie che ci hanno diviso sulle nazioni, la religione, la sessualità, e ci stiamo rendendo conto che siamo un solo popolo, una sola tribù. Che una giovane madre e sua figlia in Liberia temono le stesse cose, e amano le stesse cose, di una giovane madre e sua figlia in Brasile, o in Olanda. E da questa consapevolezza nasce un nuovo mondo. Dallo sconforto più buio si accendono le luci più abbaglianti: dagli abissi dell'incubo Ebola, possiamo scoprire un mondo nuovo fatto di un popolo solo, persone unite dall'amore e dalla voglia di lottare, e di sacrificarsi, le une per le altre.
Con speranza e determinazione,
Ricken, John, Alice, Danny e tutto il team di Avaaz

martedì 7 ottobre 2014

Partenza con ETT

ETT: Il tuo è un lungo silenzio, Luigi, non credi?

Non ti va più di parlarmi? 

Oppure, hai raggiunto un equilibrio interiore che affievolisce il desiderio di comunicare?

LUIGI: E’ vero, c’è qualcosa che mi distrae e che demolisce la carica per uscire da me stesso e cercare nuovi ponti con il prossimo. 

Sento di essere una presenza solitaria che passeggia in mondo dal quale vorrebbe ciò che non otterrebbe mai.

ETT Pessimista o deluso?

LUIGI: Forse entrambi.

Tutti gli umani attraversano fasi nella vita in cui si pongono domande che fanno cadere veli sull’entusiasmo.

Probabilmente, la consapevolezza del tempo che passa dilata i tempi della riflessione, appesantisce l’intraprendenza e si indugia nel ricordo. 

Inevitabilmente si diventa più saggi e le parole si sprecano meno.

Si usano sguardi intensi; si è attenti ai piccoli messaggi che giungono dal cuore. 

Non si giudica, come succede nell’età delle conquiste, poiché si capisce di poter rimanere vittima dei propri giudizi.

In altre parole, arriva il momento in cui esiste solo il tuo mondo e nel quale gli altri sono tuoi ospiti; tanti sono di passaggio, pochi sono invece fissati come pietre miliari nei solchi dell'anima.  

Il voler bene, l’essere tolleranti non è più una scelta, è un modo di essere; è una condizione irrinunciabile per continuare a dare il senso alla vita.

ETT: Allora, non è un caso il fatto che gli umani procedendo nell’età matura diventano silenziosi e introspettivi.

LUIGI: Sì, ETT! 
Noi umani possiamo dare il meglio quando nessuno più lo richiede. 

Allora, diventiamo silenziosi. 

Siamo pieni di spirito buono che saremo costretti a tenerlo inutilizzato e pronto soltanto per portarlo nell’oblio con la morte.   

Caro amico mio, vorrei venire con te. 
Mi accoglieresti sul tuo pianeta?

ETT: Certamente! Potresti pentirtene, però.

LUIGI: Non potrei tornare indietro?

ETT: Considera che potresti rimanere deluso.

LUIGI: Se dovessi analizzare la questione con freddezza e razionalità, la delusione dovrebbe essere l’ultimo rischio.

Qualsiasi confronto tra gli esseri umani ed eventuali altre presenze nell’universo darebbe un risultato molto sconfortante per i padroni del pianeta azzurro.

Siamo limitati in tutto, conosciamo una infinitesima parte di tutto ciò che ci riguarda, non duriamo più di cento anni e come se non bastasse, litighiamo tra noi, ci uccidiamo, trascorriamo il tempo a beccarci e a farci del male. 

Qualcuno di noi si rende conto di quanto siamo piccoli e di quanto dovremmo volerci bene ma questi sono voci solitarie che diventano afone nel chiasso del vegetare senza pensare.  

ETT: Preparati, allora, verrai con me quando sarai pronto.

domenica 5 ottobre 2014

Prima che le api scompaiano: stanno per decidere



Le api stanno morendo in tutto il mondo e la nostra catena alimentare è a rischio. Gli scienziati accusano i pesticidi tossici, che sono stati messi al bando dall'UE grazie ad una mega campagna di Avaaz. Tra pochi giorni, gli USA potrebbero aderire al divieto, dando l'esempio ai governi di tutto il mondo. Questa è la nostra più grande opportunità di salvare le api dall'estinzione. Firmate la petizione e condividete questo appello urgente:

Senza che ce ne accorgiamo, miliardi di api stanno morendo e la nostra catena alimentare è a rischio. Le api non si limitano a fare il miele: sono una forza lavoro immensa e umile, che impollina il 75% delle piante che coltiviamo. Tra pochi giorni gli USA potrebbero decidere di vietare i pesticidi tossici che le stanno sterminando.

Arrivare a quel divieto è possibile e noi lo sappiamo bene: dopo una mega campagna Avaaz dell'anno scorso, l'Unione Europea ha proibito quel gruppo di veleni che numerosi scienziati accusano per la morte delle api. Proprio ora le società dell'industria chimica stanno facendo pressione senza tregua sulle autorità statunitensi per impedirlo. I nostri alleati interni, però, ci fanno sapere che l'opinione pubblica potrebbe rovesciare la situazione in favore del divieto. Facciamoci sentire, allora! Se gli USA si muovono, daranno il via ad una reazione a catena nel resto del mondo.

Non abbiamo tempo da perdere
: la task force della Casa Bianca per le api presenterà le sue proposte tra pochi giorni. Non si tratta solo di salvare le api, si tratta della nostra stessa sopravvivenza. Firmate ora questa petizione urgente, facciamo arrivare il nostro appello agli USA affinché mettano al bando quei pesticidi assassini, prima che le api si estinguano:

https://secure.avaaz.org/it/save_the_bees_us_pet_loc/?bglFhdb&v=47234

Le api sono cruciali per la vita sulla Terra: ogni anno impollinano piante e raccolti per un valore stimato di 40 miliardi di dollari. Se non verrà fatto nulla per salvaguardarle, molta della frutta e verdura che amiamo rischia di scomparire e un terzo delle scorte di cibo andrà perduto.

Negli ultimi anni stiamo assistendo al rapido declino nella popolazione delle api: alcune specie si sono già estintee proprio in California -- dove si produce la maggior parte del cibo negli USA -- ogni anno gli apicoltori perdono un terzo delle api. Gli scienziati sono alla disperata ricerca di risposte. Mentre alcuni studi, spesso finanziati dalle industrie chimiche, affermano che la causa potrebbe essere una combinazione di fattori, tra cui malattie, perdita dell'habitat e sostanze chimiche tossiche, altri studi, indipendenti e autorevoli, sono giunti alla conclusione che i colpevoli siano i pesticidi neonicotinoidi.
Grazie a queste prove schiaccianti e ad una campagna super efficace di Avaaz e dei suoi partner, l'UE li ha messi al bando. L'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente (EPA) è incaricata dal Congresso di regolamentare le tossine, ma per anni ha aggirato la legge, sottostando alle pressioni dell'industria chimica. Ora, la task force della Casa Bianca per la salute delle api potrebbe convincere l'EPA a cancellare la registrazione dei pesticidi, così non potranno più essere venduti negli USA. Ecco la nostra opportunità!

La task force pubblicherà il suo rapporto tra pochi giorni. Già 3 milioni di noi, in tutto il mondo, sostengono questa campagna. Diamole una forza senza precedenti: 3 milioni e mezzo di firme per salvare le api e consegnare la petizione in modo strategico e con l'attenzione dei media. Fermiamo un accordo buono solo per le grandi industrie. Firma ora questa petizione urgente:

https://secure.avaaz.org/it/save_the_bees_us_pet_loc/?bglFhdb&v=47234

Non possiamo più lasciare la nostra delicata catena alimentare nelle mani delle aziende chimiche e dei legislatori sul loro libro paga. Il bando di questi pesticidi ci avvicinerà ad un mondo più sicuro per noi e per le altre specie che ci stanno a cuore e dalle quali dipendiamo.
Con speranza,
Terra, Alex, Alice, Ari, Nick, Laila, Marigona, Ricken e il resto del team Avaaz.

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