lunedì 7 dicembre 2015

Un colloquio a quattro


 
In un ristorante dell’ultraterreno, una comitiva di amici sta celebrando la fine di una grande opera mai realizzata prima. Questa opera era stata commissionata dalla più grande figura di sempre e doveva completarsi nei tempi necessari per ottenere il miglior risultato in assoluto. 
Il committente era anch’egli in grado di produrre l’opera ma per un motivo che non conosciamo, ha affidato i lavori alla comitiva.
La comitiva ha lavorato come si fa in un’azienda, senza però, finalità di lucro, ma semplicemente per la gloria di loro stessi. La squadra è formata da quattro responsabili: Ragione, Emozione, Amore e Sostanza.I quattro personaggi, costretti a lavorare insieme, non sempre sono stati solidali nelle decisioni di gruppo e ora, ognuno di loro reclama la sua parte di gloria per il successo finale dell’opera.

La discussione viene aperta da Sostanza, che come al solito, va al sodo della questione dicendo:
“Cari Colleghi, il risultato del nostro lavoro è sotto gli occhi di tutti, per cui possiamo essere fieri di noi stessi. Il committente, sicuramente sarà contento, visto la qualità del materiale che ci ha fornito e, cosa di non poco conto, la sua capacità di eclissarsi nei momenti difficili”.

Emozione interviene subito per smorzare il tentativo di polemica, che Sostanza stava sollevando.
“Lasciamo andare le difficoltà che abbiamo incontrato! Ora è acqua passata, godiamoci i risultati ottenuti”.

Come se fosse stato punto da uno spillo, Sostanza replica:
“Emozione, se avessimo dato ascolto ai tuoi suggerimenti, quella povera Umanità starebbe, ancora ora, ad arrovellarsi negli spasimi dei sentimenti”.

Il colloquio comincia ad assumere toni recriminatori, per cui Ragione è costretta a intervenire:
“Signori, non riprendiamo gli stessi modi che faticosamente abbiamo estirpato dall’Umanità. Manteniamoci su un dato certo. Ognuno di noi ha dato il massimo e senza il proprio contributo, ora noi non staremmo qui a discutere. Perciò calmiamoci e confrontiamoci da ultraterreni”.

Per accompagnare il nuovo clima che Ragione voleva favorire, Amore entrò anche Lei nella discussione.
“Come si fa a non essere d’accordo con Ragione? Vorrei ricordarvi che l’eccezionalità del lavoro che abbiamo condotto sta proprio nella magia con cui siamo riusciti a creare i presupposti per far convivere aspetti tanto diversi tra loro, in una dimensione così limitata e imperfetta. Ragione, tu dimoravi nel cervello degli uomini, mentre Emozione nell’anima, Sostanza nel corpo ed io nel cuore. Come non potevamo incontrare incomprensioni? 
Stavamo in posti così diversi e con funzioni, così nettamente separate, che tutto quello che abbiamo fatto, senza l’aiuto del vento e del miracolo, non potevamo raggiungere questo risultato”.

Sostanza, a questo punto, è costretta ad allinearsi al nuovo clima.
“Amore, come al solito, tu riesci sempre a mettere d’accordo il diavolo e l’acqua santa! Mi rendo conto che ognuno di noi, per forza d’amore verso l’Umanità, spesso ha voluto strafare e ciò, ci ha fatto apparire vicendevolmente invadenti. Vi voglio confessare che, comunque, ho apprezzato il vostro slancio, le vostre qualità, fino al punto di memorizzarle nelle cellule viventi. Nel mio piccolo, vi ho copiato!”.

Ragione interviene.
“Sostanza consolati perché anch’io, ti ho osservato e quasi copiato, quando la logica non mi convinceva”.

Emozione aggiunge.
“Amici, sarebbe stato ancora più crudele il destino dell’umanità se un pizzico di zizzania non fosse caduto ripetutamente e casualmente nel corso della storia. I momenti di trambusto sono serviti per riconoscerci e rinsaldare il patto fatto con il committente. Pensate a quello che succede quando un gruppo di persone che di fronte ad un pericolo incombente, si tengono per mano, solidali e pronti per offrire la resistenza comune”.
 
Amore continua e conclude.
Emozione ed io, abbiamo spesso collaborato e in alcuni casi, abbiamo ignorato i consigli di Ragione e Sostanza, per cui questa è l’occasione per assicurarvi che lo facevamo per dar vibrazioni alla Sostanza e qualche dubbio alla Ragione. Sono stato delegato, a vostra insaputa dal Committente, per redigere un resoconto del nostro operato e sul valore dell’opera che abbiamo costruito. 
La mia relazione terminerà così:
Mio Signore, ci hai chiesto di contenere le acque della Terra in un secchio tenuto dalle deboli braccia di un uomo. Abbiamo fatto di più! Abbiamo svuotato l’intero universo nel cuore dell’umanità per riportarlo a Te”.

lunedì 30 novembre 2015

La quarta rivoluzione industriale

 
  
Che sai a proposito di Internet?

Sicuramente ti verrà in mente il computer, oppure Facebook, la posta elettronica! 

Non trovi imbarazzante non poter fieramente proclamare: 
“Vuoi il mio indirizzo Email”?

Non trovi terribilmente “Trendy” usare Skype, Whatsup, Google Maps, Twitter?

Sappi che stiamo attraversando la terza rivoluzione industriale!

Tutto è iniziato già dal 1999 ed entro il 2030 ci saranno grandi novità.

Utilizzando bio-sensori sotto i vestiti, o sensori sullo smartphone, sarai in grado di rilevare i tuoi livelli di stress, e puoi decidere di adattare la musica o addirittura riorganizzare l’ambiente della tua casa o della tua stanza.

Attingendo informazioni meteo o dati d’inquinamento da sensori sparsi intorno alla tua dimora, potrai scegliere il momento psicologico migliore per sospendere o abbandonare il lavoro.

Si tratta di un mondo in cui vedremo opportunità senza precedenti, utilizzando un'infrastruttura di connettività che diventerà del tutto invisibile.

Sono qui oggi per raccontarti della quarta rivoluzione industriale, conosciuta anche come la IoT (Internet of Things).  

E' un mondo di oggetti e processi collegati universalmente; un mondo che crea un'aura digitale intorno alla tua persona. 

Tutto in tempo reale e in piena consapevolezza, per darti la migliore esperienza di vita possibile.

Immagina la tua casa nel futuro

Ci saranno automatismi trasparenti che identificheranno e scaricheranno le tue preferenze da un'infrastruttura (cloud) sicura per darti il massimo comfort tra le mura domestiche e nel luogo di lavoro.

Numerosi microscopici sensori determineranno livelli di temperatura, umidità, luce, rumore per fornirli ai processi che adatteranno automaticamente il riscaldamento e la ventilazione in base alle tue preferenze.

Consultare orari di bus, treni, aerei e conseguentemente predisporre, organizzare il tutto in base alle scelte fatte, sarà inverosimilmente semplice e sempre ottimizzato dalle rete di connettività.

I campi di applicazioni della logica IoE sono tanti, e molti non ancora esplorati.

L'informatica vuole l'informazione per automatizzarla. 

L'Internet of EveryThing  si precipita a servirla.  

Già da oggi, studiare sarà divertente.

Avrai le migliori menti del passato e del presente a tua disposizione. 

Giornali, libri riviste, avranno un nuovo vestito, cucito da una infinità di elementi sparsi su tutto il globo.

Vivrai l’esperienza del conoscere nel modo più eccitante che si possa immaginare.

sabato 28 novembre 2015

Gita a Verona




Avevo giurato a me stesso di non accompagnare nessun’altra classe a una gita d’istruzione.

Purtroppo, ci ricasco!

I miei giuramenti si trasformano in patetiche promesse, utili soltanto per sfogare i postumi nevrotici di lunghe giornate trascorse con poco riposo notturno. 

Ovviamente, non tiro in ballo la questione della responsabilità oggettiva che a cuor leggero si prende.

Probabilmente, se continuo ad andarci, deve esserci qualcosa che bilancia moralmente ciò che razionalmente è fortemente controindicato.

Pensandoci bene, in realtà, è proprio così!

Quanto vale lo sguardo di una persona che fiduciosamente si rivolge a te con la certezza di ottenere un supporto o un incoraggiamento?

Quanto vale un “grazie” ricolmo di sincero sentimento?

Quando vale la speranza che si possa influire positivamente sulle gioie, sulle prospettive, sugli entusiasmi di giovani in crescita? 

Credo che misurare l’impatto del proprio modo di esistere sui giovani sia la gratificazione maggiore. 

Un famoso psicoanalista affermava che aiutare un giovane a formare un buon rapporto nel sociale, significa creargli le premesse per essere in pace con se stesso e felice nella vita.

I docenti accompagnatori alle gite d’istruzione fanno anche questo. 

Non sono visti soltanto come “professori” con programmi da svolgere, compiti da assegnare e interrogazioni da imporre.

In gita, strano a dirlo, gli alunni “vedono” i prof con una lente diversa. 

Mangiano, dormono, scherzano con loro. 

Addirittura, provano fame e si addormentano nel pullman come loro!

In gita, piccole deroghe al formalismo istituzionale fanno intendere meglio perché in classe bisogna essere seri; perché bisogna studiare con regolarità; perché è necessario attenersi alle regole della buona educazione.

Socrate ricordava che prendere consapevolezza sull’assenza del dolore, rende gioioso ciò che solitamente si mostra come normalità. 

Platone racconta  di Lui in una scena nel carcere, prima di essere giustiziato. 

Il filosofo mentre veniva liberato dalle pesanti catene che portava alle caviglie, strofinandosi piacevolmente la parte superiore del piede, ringraziò il suo carceriere per l’inatteso benessere procuratogli. 

Nonostante fosse in procinto di morire, trovò motivo ed occasione per essere felice. 

Ecco il senso ultimo del mio persistere nel partecipare a queste gite d’istruzione.

Alzarsi alle tre del mattino per trascorrere interminabili ore in un carrozzone che si sposta a 90/100 km/h, dimenticandosi di essere un lavoratore, di lasciare a casa una famiglia nel sonno, di essere cosciente delle responsabilità che gratuitamente si assumono e infine, di dover rendicontare accadimenti fortuiti/sfortunati alla dirigenza e genitori, è difficilmente comprensibile da chiunque applichi un minimo di razionalità nella cura dei propri interessi.  

In ogni caso, se tutta la vita fosse impostata su un bilancio egoistico, non sarebbe proprio il caso di nascere.

Può succedere di sorprendere alunni minorenni nel prepararsi a trascorrere una notte in compagnia della birra e sperimentare come il rimprovero o la punizione conseguente possa prevenire guai ben più grandi nell’età adulta.

Si può assistere all’assalto indisciplinato a un povero tavolo imbandito con cibo per 46 persone, e cogliere l’occasione per indurre alla riflessione comportamentale ragazzi coccolati e sempre sotto l’attenzione di genitori premurosi. 

I ragazzi in gita si ritrovano in una dimensione inusuale.

Non sveliamo i segreti di una notte in albergo; come si dorme con i compagni di classe; quale eccitazione si prova nel muoversi lungo corridoi felpati ed entrare in stanze a soqquadro senza la preoccupazione che la mamma stia lì a rimproverli per ogni cosa. 

E’ chiaro che in gita molti giovanotti sanno di essere studenti con la licenza breve, a decidere liberamente per se stessi.  

lunedì 23 novembre 2015

Un sogno


 
Il sogno è lo strumento del desiderio non appagato, secondo Freud.

Adler confermava e aggiungeva che tutto ciò che succede nel sogno produce un utile nella vita vigile.

Mi trovavo su una lunga grande strada, non ricordo come ci ero arrivato, sicuramente l’istinto mi spingeva a percorrerla. 

Vedevo tanta gente intorno a me e come me, tutti erano presi dalla foga di avanzare. 

La voglia di andare avanti occupava la mente, oscurava la razionalità e costringeva lo sguardo all’orizzonte.

Senza sentire fatica e con l’ansia di chi immagina un premio, percorrevo la lunga strada. 

Improvvisamente un bivio si prospettò davanti. 

“Che devo fare?” – mi chiedevo –“Io sono uno e le strade ora diventavano due! Non posso percorrerle entrambe!”.

Mi fermai e guardai attentamente il percorso delle due diramazioni.

Scrutai il più lontano possibile. 

Volevo trovare un motivo che potesse influenzare la mia scelta. 

Purtroppo entrambe, dopo un largo giro, sprofondavano in una foresta.

Tentai di osservare che cosa facessero i miei amici di viaggio.

Osservai anche chi non conoscevo era pronto a rubare qualche idea.

Non ci misi molto per capire che tutte quelle persone erano nelle mie stesse condizioni.

Dovevo decidere per quello che ero e per quanto sapevo.

Mi sedetti su un sasso che era lì per caso sulla strada e pensai:

“Se fossi una rondine, l’istinto mi avrebbe guidato e saprei dove andare; se potessi guardare nel futuro piangerei o gioirei per la scelta che farò. 

Io conosco le mie debolezze e le mie paure, esse sono dietro le mie spalle e se mi lasciassi guidare da loro, mi direbbero di andare nella direzione della maggioranza cosicché se dovesse andar male, ci sarebbe qualcuno che potrebbe aiutarmi”.

Mi alzai e presi la strada meno frequentata!

lunedì 16 novembre 2015

La mente è piatta



La nostra mente è un sistema complesso.

Funziona in modo molto strano e inimmaginabile

La mente umana è piatta

Cosa significa?

Ci sono particolari proprietà del cervello che raramente vengono considerate e spesso ci portano ad azioni istintuali.

In primo luogo, la nostra mente non è profonda come supponiamo che sia.

Pertanto, tende a mostrarci una superficialità imbarazzante, anche quando cerchiamo di analizzare in dettaglio qualsiasi problema.

Ogni pensiero è cotto nello stesso momento in cui lo pensiamo.

Il senso completo della frase si forma in tempo reale, utilizzando vecchie situazioni testate e nuove informazioni raccolte dall'ambiente, nello stesso tempo della elaborazione.

In secondo luogo, la nostra mente è molto dispersiva, più di quanto ci piace pensare

E' impossibile che riesca a valorizzare tutti i dati con precisione.  

Quindi, fa una compressione e / o miscelazione di tanti concetti diversi, in modo semplice e naturale.

Tutto ciò si tradurrà in qualcosa chiamato "opinione", che non fa differenza tra percezione e realtà.


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Our Mind is a complex system.
It works in very strange and unimaginable way. Human mind is flat. What does it means?

There are particular properties of the brain which rarely are considered and often lead us in instinctual actions.

Firstly, our mind isn’t as depth as we presume to be. 

Therefore, it tends to show us an embarrassing superficiality, even when we try  to analyze in detail whichever problem. Each thought is cooked at the same moment we think about.  

The complete sense of the sentence is formed in real time, using old tested situations and new information collected from the environment at the same time of elaboration.

Secondly, our mind is much leakier than we like think. It is impossible for it to value every data precisely. So,  it makes a compression and/or a mixing of different concepts, in easily and naturally way.

All that will result in something called “opinion” whit doesn’t make difference between perception and realty.

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