La vita di una
persona è un continuo risalire.
Si nasce in un’area
molto depressa, anche parecchi metri sotto il livello del mare.
Non si ha
nessuna consapevolezza di esistere e si procede per tentativi per autenticarsi
e impossessarsi di un’identità.
Crescendo, si esplorano
le aree limitrofe e non si ha nessuna cognizione sull’estensione del territorio;
ci si trova in una sconfinata vallata.
S’immagina di poter
andare ovunque.
Ad ogni progetto di
vita, ad ogni scelta, sottende la convinzione di un mondo senza confini.
Procedendo con gli
anni e con l’esperienza delle sconfitte, si conosce l’amico dubbio.
La fatica ci fa
notare i primi pendii e lo sguardo non ha la sua consueta traiettoria orizzontale.
Abbiamo l’impressione
di sollevarci lentamente dalla terra.
Accusiamo un
distacco crescente dagli altri.
Non ancora si
capisce da che cosa dipende; se siamo noi che procediamo in una direzione
diversa dal solito o se sono gli altri, rimasti fermi nella vallata.
Mentre l’incertezza
rallenta il nostro passo, ci sentiamo più saggi e la parola responsabilità assume
un significato più serio.
Gli anni cominciano
ad apparirci più corti e allora che ci rendiamo conto che stiamo sulle falde di
una montagna.
Percorrere il suo
sentiero è più arduo!
Il corpo sembra accorgersene
tutto ad un tratto!
Le pause diventano
necessarie e ci ritroviamo spesso seduti ad ammirare l’orizzonte che ora appare
chiaro e vicino.
Gli amici li
sentiamo un po’ più lontani e chi amiamo, vorremmo legarli a noi.
Il tempo comincia a
misurarsi in “quanto manca per” e intanto la cima della montagna si avvicina.
Solitari, e con
tanto freddo nel cuore, siamo sollevati migliaia di metri dal suolo.
Siamo in un altro
mondo, completamente diverso da quello dei figli e dei giovani.
La comunicazione,
per l’aria rarefatta della montagna e per via della distanza notevole, ci sembra
impossibile.
Portiamo molto oro
con noi, ma non sappiamo a chi darlo. I giovani dimorano molto lontano da noi e
non sanno riconoscerlo.
Per qualcuno di noi,
i sensi si sono raffinati; riescono a farci uscire temporaneamente dal corpo e a farci sognare ad occhi aperti.
No! Non vi
confondete con i sogni ad occhi aperti provati in gioventù!
Quando ci si trova
in prossimità della cima della montagna, si sogna ad occhi aperti perché non è
possibile dormire.
Sprecare il tempo per il sonno è uno sperpero incredibile
del tempo vita.
Manca una manciata
d’anni o forse giorni ma il momento di ritrovarsi in cima prima o poi arriva.
Lì, ci si sta veramente
soli; è un punto irraggiungibile per la comunità.
Perché di lì, si
sale in Paradiso uno per volta!