lunedì 13 agosto 2012

Li stanno cacciando dalla loro terra

Cari amici, riporto una notizia che fa crescere la tristezza e che batte il cuore di ognuno di noi per svegliarlo.



Re e principi del Medio Oriente stanno per costringere fino a 48 mila persone a lasciare le loro terre per far posto al grande divertimento della caccia sportiva per volere di una multinazionale. Ma il Presidente della Tanzania Kikwete già in passato ha bloccato accordi simili in seguito a pubblicità negativa sui media. Clicca per far partire un blitz mediatico che spinga il Presidente Kikwete a fermare questo esproprio di territorio e salvare i Masai.

Da un momento all'altro un'importante multinazionale della caccia sportiva potrebbe siglare un accordo che porterebbe allo sgombero di fino a 48 mila membri della famosa tribù africana dei Masai dalla loro terra per fare posto a danarosi re e principi del Medio Oriente a caccia di leoni e leopardi. Gli esperti dicono che il via libera all'accordo da parte del Presidente della Tanzania potrebbe essere imminente, ma se agiamo ora possiamo fermare la svendita del Serengeti.

L'ultima volta che la stessa multinazionale ha costretto i Masai a lasciare le loro terre per fare spazio a ricchi cacciatori, uomini e donne sono stati picchiati dalla polizia, le loro case sono state date alle fiamme e il loro bestiame è morto di fame. Ma non appena la stampa ha cominciato a parlarne in modo critico, il Presidente della Tanzania Kikwete ha cambiato posizione e ha fatto tornare i Masai nella loro terra. Questa volta non c'è stata ancora una grande copertura da parte della stampa, ma possiamo sbloccare la situazione e forzare Kikwete a bloccare l'accordo se da subito mettiamo assieme le nostre voci.

Se 150 mila di noi firmeranno, i media in Tanzania e in giro per il mondo inizieranno a parlarne e così il Presidente Kikwete riceverà il messaggio e dovrà ripensare a questo accordo mortale. Firma la petizione ora e mandala a tutti:

http://www.avaaz.org/it/save_the_maasai/?bglFhdb&v=17062

I Masai sono gruppi semi-nomadi che hanno vissuto in Tanzania e in Kenya per secoli, giocando un ruolo fondamentale nel preservare il delicato ecosistema. Ma dal punto di vista delle famiglie reali degli Emirati Arabi Uniti, sono ostacoli per i loro lussuriosi party di caccia. Un accordo per sfrattare i Masai per fare posto a ricchi cacciatori stranieri è un male tanto per la fauna protetta quanto per le comunità che verrebbero spazzate via. Mentre il Presidente Kikwete si sta rivolgendo alle elite locali a lui più vicine per convincerle dell'utilità dell'accordo per lo sviluppo, la maggior parte delle persone vorrebbe solo mantenere la terra che sanno il Presidente potrebbe confiscare per decreto.

Il Presidente Kikwete sa che questo accordo sarebbe contestato dai turisti della Tanzania, una fonte fondamentale di entrate per il paese, e perciò sta cercando di tenere questa operazione lontana dal dibattito pubblico. Nel 2009 un simile esproprio di territorio in quest'area effettuato dalla stessa multinazionale che ci sta provando anche questa volta ha generato una copertura mediatica globale che ha contribuito a convincere Kikwete a fare marcia indietro. Se riusciamo a generare lo stesso livello di attenzione sappiamo che la pressione può funzionare.

Una petizione firmata da migliaia di persone può fare in modo che tutti i maggiori media globali presenti nell'Africa dell'Est e in Tanzania permettano spazzino via questo accordo controverso. Firma ora per chiedere a Kikwete di stracciare l'accordo:


Alcuni rappresentanti della comunità Masai proprio oggi si sono appellati urgentemente ad Avaaz per dare forza ad un appello globale per salvare la loro terra. Innumerevoli volte l'incredibile risposta di questa fantastica comunità ha fatto diventare cause apparentemente perse in partenza in risultati di enorme valore. Proteggiamo i Masai e salviamo gli animali per quei turisti che li vogliono catturare con le loro macchine fotografiche, invece che con le loro armi letali!

Con speranza e determinazione,

Sam, Meredith, Luis, Aldine, Diego, Ricken e il resto del team di Avaaz.


domenica 12 agosto 2012

Le ferie



Feria, nel calendario ecclesiastico, è ogni giorno della settimana che non sia sabato o domenica.

Lo stesso sostantivo al plurale (Ferie) assume il significato opposto e cioè, una serie di giorni di riposo o un periodo vacanze. 

L’aggettivazione, ferace, richiama un’azione rivolta alla fertilità interiore. 

Qualora la parola “feriale” dovesse perdere la vocale centrale “i” di ilarità, diventerebbe “ferale”, assumendo un significato funesto legato alla morte.

Forzando un concetto riassuntivo, sarebbe facile indurre a pensare che nei giorni non festivi si lavori e ciò costituisce un fatto triste se non ci fosse un lungo periodo di vacanza.

Il lavoro, implicitamente e per la maggior parte delle persone, è tristezza; privazione della libertà di operare nel diletto dell’anima e per questo motivo, attendiamo le ferie per non annichilire la residua speranza di creatività.

IL lavoro, come concetto fisico è energia che si consuma trasformandosi in altra forma di qualità scadente, e pertanto porta con sé il senso del sacrificio e della rinuncia. 

Il lavoro legato alla sfera umana è energia di vita consumata, trasformata in esperienza. 

Il tempo vita consumato con il lavoro non sarà mai più restituito, il momento della morte si avvicina e l’aggettivazione ferale trova spiegazione.

Ovviamente, per aver senso la parola ferie, deve esserci il lavoro; qualora mancasse, risulterebbe ancor più triste per la sfera umana.

Si evince una contraddizione buffa: è’ brutto non avere un lavoro ma quando si lavora non si vede l’ora di smettere poiché vorresti fare altro.

Sono pochi coloro che associano il diletto al lavoro. Per questi eletti non esistono le ferie; sono monotoni nella loro gioia quotidiana.

Esistono, inoltre, alcuni sfortunatissimi che non possono scegliere di lavorare, non possono decidere per le ferie; sono foglie secche di un autunno che dura tutta la vita. 

Queste persone non capiscono il significato dei giorni da “bollino rosso” sulle autostrade; 

non capiranno mai i termini di “alta e bassa stagione”, le offerte “last minute”, il filtro solare delle creme protettive, i Bed & Breakfast, e così continuando con tutti i richiami del consumismo.

Per quanto possa essere difficile, conquistare la propria serenità interiore condurrebbe a rimanere in ferie per tutta la vita.

Sarebbe un portar “dentro” il lavoro. 

Non si perderebbe nemmeno un secondo del nostro tempo vita, miracolosamente dilatato.

Se qualcuno mi dovesse chiedere dove sono andato in ferie, risponderò che ero piacevolmente dentro me stesso al sicuro dalla stanchezza del “dopo ferie”.       

sabato 11 agosto 2012

Abbraccio l'universo



Lo sguardo puntato lassù.

Gli occhi ciechi, bloccati davanti invisibile.

L’anima libera lanciata oltre l’immaginabile, porta con sé il cuore.

Miliardi di stelle,
orizzonti senza confini,
sono prati di battaglia per la luce,
in eterna lotta di dominio sul buio.

Un incauto tremore mi coglie!
Brividi di incommensurabile piacere increspano la pelle.

Accolgo in me la potenza del creato,
il mistero della vita.

Scorgo con altri occhi, una piccolissima stella.

Disegna il mio amore lontano.

Ricama i miei sentimenti.

Richiama la mia gioia di vivere.



Il fiato sospeso ha protetto il silenzio dei mondi,
sono ostaggio dei miei polmoni;
premono per far tornare a far scorrere il tempo.

Sento il sangue circolare nelle vene.

Sono tornato l’uomo comune, debole, limitato, solo,
testimone e comparsa del Creato.

Per pochi attimi ho abbracciato l’universo.


giovedì 9 agosto 2012

Amorometro



La legge dell’Amore governa il mondo e tutto l’universo; rappresenta un motore silenzioso che muove tutto verso una meravigliosa destinazione.

Noi uomini siamo come piccole formiche su un mestolo che amalgama il creato. 

Immagino, in prossimo futuro, che si possa inventare uno strumento di misura a cui assegno autonomamente il nome di “Amormetro”. 

Questo, esattamente come Vuotometro, dovrebbe misurare l’assenza d’amore in AGCM3 (Amor  Grammi per Metro Cubo).

Qualora si rivelasse una misura di AGCM3 sotto il limite minimo raccomandabile, scatterebbe il ricovero della persona in una delle cliniche d’amore per un trattamento a base di carezze, sorrisi e tenerezze in genere.

Ognuno di noi porterebbe bene in mostra l’indice d’amore, misurato tutte le mattine dallo strumento. 

Nel caso in cui il valore riportato risultasse basso, tutti potremmo notarlo e offrire una miglior disponibilità e comprensione alla persona momentaneamente non ben predisposta ad amare.

I peggiori guai per la nostra sociètà, derivano proprio per carenza informativa relativa alla quantità d’amore presente in ognuno di noi in un certo momento.

Il cattivo comportamento produce una reazione in coloro che lo subiscono esattamente opposta a quella che servirebbe per eliminarlo, creando un effetto a valanga per cui la persona cattiva diventa ancora più cattiva.

La cattiveria è un vuoto lasciato dall’amore; una specie di zona non colonizzata; Essa richiama l’amore ma con i mezzi che sono propri alla cattiveria stessa ed estranei all’amore.

Mi spiego con un esempio: un inglese che chiede soccorso ad un italiano, griderà “help!” e non “aiuto!”. 

Per questo motivo, l’italiano, non conoscendo la lingua inglese, rimarrà indifferente e l’inglese continuerà sempre più forte ad agitarsi e chiedere soccorso. 

Ovviamente l’italiano potrà intuire il bisogno d’aiuto dell'inglese attraverso lo stato emotivo, ma per tanti motivi, tra il quali, paura, egoismo, miopia, eccetera, l’italiano troverà fatica (avrà bisogno di carica d’amore) per muoversi in soccorso.

Lasciare soli coloro che mostrano di aver problemi e bisogno di compagnia, significa negare loro aria d’Amore necessaria perché possano sopravvivere e continuare ad esistere.

mercoledì 8 agosto 2012

La parola


Nel fresco mattino d’estate è facile ritrovarsi in dormiveglia e sentire una stanchezza simile a quella provata dopo una estenuante giornata di lavoro. 

Proprio in queste occasioni il mio vecchio amico ETT, mi fa visita con l’intento di studiare gli umani.

ETT: Buona giornata, Luigi! Noto con piacere che voi umani, facendovi scudo della necessità di dormire trascorrete un buon terzo della vostra vita in conclamata pigrizia.

Riprendi le tue facoltà e dimmi come si presenta il tuo stato d’animo.

LUIGI: Benvenuto, ETT! Capiti sempre quando la mia attenzione si allenta per cui tardo a risponderti come si dovrebbe.

Solitamente gli umani dormono per recuperare le loro facoltà, sostenute da una biologia costretta a rinnovarsi. Molti, come me, sognano e, per non lasciare nulla al non vivere, continuano l’esperienza del pensare e dell’amare anche durante il sonno.

Lo stato d’animo da svegli è suggestionato dalla fresca esperienza avuta nel mondo di Morfeo.

ETT: Forza! Racconta il tuo sogno. La curiosità è anche una facoltà degli extraterrestri.

LUIGI: Nel mio sogno, strano a dirsi, riflettevo sulla “parola” intesa come strumento nella comunicazione tra gli uomini.

Durante il sogno, parlavo con chiunque senza emettere suoni e senza muovere le labbra; semplicemente trasferendo idee tramite il pensiero. Tutti erano in grado di capirmi e non mi ha mai balenato l’idea che avrei potuto mentire.

Un’altra sensazione, difficile da riscontrare nella vita vigile, deriva da un senso di unione profondo presente nella comunità onirica. Il concetto di persona "estranea" trova consistenza solo quando svegliandoci prendiamo contatto con la realtà che ci circonda.

ETT: Che conclusioni ha fornito la tua riflessione da dormiente?  

LUIGI: Nel sogno nulla è impossibile, per cui mi sono rivolto al mio angelo custode e ho posto direttamente la domanda senza mezzi termini.

La sua risposta è stata chiara e soddisfacente ma, ha aggiunto pure, che appena sveglio non avrei saputo più riferirla.

Da innamorato dell’anima e da degno rappresentante del genere umano, mi sforzerò ad abbozzare un concetto che in quel momento mi è sembrato elementare.

La parola sembra che sia nata da un compromesso dell’anima con il corpo. 

Essa rappresenta quella linea di continuità che sostituisce la perduta unione dello spirito. 

Nel mondo senza nome e fuori della razionalità, esiste un’unica realtà che per necessità ha dovuto modellarsi in livelli di purezza e intelligenza.

Questo arcaico legame impone alle presenze in un certo livello un naturale rientro verso i livelli più alti e un ricomporre quella specie di unità originale. Potrebbe apparirti un gioco, ma la necessità motrice di questo meccanismo prevede un processo di consapevolezza ristretto al livello in cui opera.

ETT: Da extraterrestre, non capito molto! Faresti cosa gradita se riproporressi il tutto in modo diverso.

LUIGI: Tenterò! 

Noi umani siamo fatti di spirito e materia.

Lo spirito è condizionato dal corpo, luogo dove alberga la materia. Spirito e materia compongono il quadro “uomo” e per il fatto che entrambi sono entità uniche e d assestanti determina l’incongruenza per cui esistono  molti uomini e diversi tra loro.

Serviva, quindi, uno strumento che passando dalla consapevolezza delle parti, potesse favorire il processo di riunione che passasse attraverso l’evoluzione dei gradi di perfezione.

ETT: Forse, ho capito! 

Le parole sarebbero strumenti mediante i quali gli uomini possono capirsi e migliorarsi, nell’ottica di quella strana passione che voi chiamate Amore e che è anche una forza aggregatrice.

LUIGI: Pressappoco, così! 

Le parole sono frullate negli intendimenti che permettono allo spirito di rivelarsi sotto forma di sentimenti e con questi, per favorire una transazione positiva personale nel nostro mondo, nell’ottica della crescita dell’onda purificatrice o perfezionamento mossa dall’amore come legge di tutte le leggi. 

lunedì 6 agosto 2012

Difendo il mio amore

Look into my eyes - you will see
What you mean to me
Search your heart - search your soul
And when you find me there you'll search no more
(Bryan Adams)

Accarezzo i ricordi che porto dentro di me nello scrigno dell'anima, amare è continuare a nutrire il proprio desiderio, è capire i bisogni e le sofferenze del cuore della persona amata, è saper rinunciare anche alla passione, per sognare ad occhi aperti quell'attimo che attendiamo, fremendo, in un futuro indefinito.

Sarebbe bello se si avesse un registratore capace di incidere i pensieri, farli riascoltare anche agli altri, così si potrebbe conoscere completamente quanto amore e poesia sono nascosti nel cuore di ognuno di noi.

Vorrei far sentire il brivido che provo e quello che il mio cuore vorrebbe esprimere parlando d’amore. Echeggia in me un urlo di ribellione, di sfogo perché io sono nata libera e voglio essere libera di amare e farlo senza condizioni.

Vorrei perdermi nell’Amore per le emozioni che mi dona, per quelle sensazioni che mi inducono a concedermi totalmente senza riserve, per riuscire dolcemente a trarre linfa e gioie che mi mantengono in vita come farmaci miracolosi.

L’amore che mi vive dentro mi fa sorridere, mi invita sognare, sperare, credere ma è capace anche di farmi male, disarmarmi, dilaniarmi.

L’amore che mi comanda è capace di scavarmi dentro, di tracciare solchi profondi pronti per essere riempiti di energia.

Io mi concedo all’amore e amo tutto ciò che la vita mi offre.

Le persone che incrociano la mia strada, io le incontro, con loro vivo una parte del percorso, sentieri a volte scoscesi che mi fanno sentire in trappola, quasi soffocare, perché osservata nei miei passi, e divengo innaturale, dipendente dal compagno di viaggio del momento e solo allora mi rendo conto che sono rimasta indietro ad affrontare il percorso. 

Non è bella la dipendenza affettiva. Ogni viaggio va percorso come se si fosse da soli, anche quando si ama.

Ma non mi volterò mai per guardare indietro per rendermi conto cosa o chi ho lasciato; io devo continuare a percorrere la mia strada caparbiamente per non trascurare nulla.
  
Il tempo scorre e la vita insieme, tutto molto velocemente.

Voglio vivere ogni cosa, ogni favola, ogni principe azzurro, grigio o bianco incontrato nel mio mondo fantastico che la mia mente soltanto contiene, dove vivono, fate, folletti e draghi sconfitti. Compreso gli orchi cattivi a cui voglio vedere in faccia per affrontarli, sconfiggerli o lasciarmi sopraffare e convivere con le cicatrici.

Perché io amo e voglio vivere tutto, non voglio solo assaggiarla questa mia vita, voglio morderla, voglio aggredirla, prenderla, scuoterla, respirarla, voglio spogliarla e vedere cosa c’è oltre i vestiti e il trucco. 

Voglio stringerla così forte a me fino a lasciarle un segno, come uno dei tanti che lei ne ha lasciati sulla mia pelle e nel mio cuore. 

Ogni cicatrice, ogni livido, ogni bruciatura, sono feritoie per la mia anima dalle quali ogni cuor gentile può scorgere i miei fremiti vogliosi di un tenero conforto.  

I miei graffi sono le porte che si spalancano al mondo e le mie lacrime sono il riflesso speculare di ciò che scelgo di non mostrare.

... ... ... con gli occhi incantati, il cuore gonfio di piaceri, l'anima in cielo e la mente libera ... ... ... ecco il mio Amore!

Difendo il mio Amore. 

(tratto dal romanzo "DANIL - un amore mai vissuto -") *
con generosa partecipazione di REGINA RESTA.

domenica 5 agosto 2012

Mistero dell'anima



Avvolgimi  mistero dell’anima.
Svela i segreti più reconditi.
Silenzioso a te mi raccordo.

La morte conservi, perché della vita sei padrone.

Racchiudi timori, speranze e passioni,
nelle sacche dell’umile contadino,
costretto ad attendere il domani per un fiore.

Assegni alterigia al tempo,
che modella il mio corpo
e appronta l’anima al giudizio della vecchiaia.
  
Il mio cuore, intento, ascolta attonito.

Comanda ai suoi battiti di frenare,
affinché nel silenzio si celebri il rito.

Egli crede nell’immenso.

Offre tutta la sua ingenuità,
per accogliere la verità.

Nel procedere dei battiti rallentati,
 cela la speranza della vita eterna.

Nato per amare,
 continua a battere,
 credendo che nella vita non ci debba essere
altro che tenerezza infinita.


venerdì 3 agosto 2012

L'amore "idea"le


L’amore che io prospetto è quello ideale, inteso come “idea” dell’amore che parte dal proprio cuore e mira incondizionatamente al bene dell’amato a prescindere dalla sua immagine e dalle sue reazioni.

L’operato della persona amata non può scalfire la potenza d’amore di colui che ama. 

L’amore maturo, saldo, fermo nella volontà, imperturbabile alla foga del sentimento, è dispensatore di un forte senso della vita e di realizzazione nell’esistere. 

Lo stato, per nulla transitorio, di chi ama è di serenità interiore e fiducia nelle proprie azioni che sa di compiere con la razionalità del vivere in comunione.

Chi ama comanda se stesso, guida la propria anima nella tempesta delle emozioni ed è insensibile al richiamo ammaliatore degli egoismi. Nessuno, oltre se stesso, deve poter disporre delle scelte per le quali egli mira con i suoi atti d’amore.

La “fatica” nell’amore nasce dalla consapevolezza di mantenere e rinverdire la volontà di adoperarsi per il bene, in quanto ogni atto materiale d’amore è costretto a relazionarsi con gli organi sensoriali che giudicano e corrompono l’ideale. 

Riferendomi a un uomo, amare una bella donna e adoperarsi per il suo bene, è più facile ritrovare lo slancio rispetto a una brutta e intrattabile. Accogliere e Curare una bambina sporca e deforme, è più difficile farlo rispetto a un’altra che si presenta bella, pulita e intelligente.

L’amore in qualità di attività dell’anima, avendo come fine ultimo il bene, deve prescindere dalla persona amata, poiché lo stesso bene è un valore immutabile.

L’agire in amore è gratificante perché si sperimenta la potenza dell’essere intesa come capacità di volare sui limiti della natura umana, richiamando uno spirito di gratitudine che si allinea allo stato di felicità interiore.   

Le attività ispirate dall’amore e mirate alla persona amata, sono sempre le stesse, ma la “fatica” si scorge sottoforma di sforzo per vincere l’inerzia, in riposta al giudizio inconsapevole sancito per ciò che si vede, si sente, si odora e si tocca.  

L’amore vero è per pochi eletti che diverranno santi, poiché comandare i propri sensi e disciplinarli alle regole dell’amore è l’attività suprema dei maestri dell’amore, a cui si giunge soltanto dopo una pratica perseverante condotta per l’intera vita.

L’idea dell’amore che si vuol confondere con quello vero, è figlia del consumismo. 

In questo ambito, inizio e fine, sono le fasi di uso di un prodotto, che si deteriora nel tempo e del quale, successivamente si ricorda soltanto il gusto. 

L’amore imperfetto ha bisogno delle emozioni per accecare i sensi e camuffarsi nell’innamoramento.

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