
Sapere come procedere non basta per seguire il percorso. Sembra strano, ma succede davvero così! Pensate che non sia noto che l'alta velocità alla guida di un veicolo a motore è la causa principale di incidenti mortali?
Sicuramente tutti lo sanno, ma non per questo tutti si attengono alle raccomandazioni che invitano alla prudenza.
Non parliamo di fumo di sigaretta, perché sarebbe come fare la predica ai convertiti. Potrei continuare all'infinito e solleverei vecchie e trite questioni. Aggiungerei qualche parola modesta alle campagne di sensibilizzazione o alle trasmissioni televisive che inseguono gli ascolti.
Cerchiamo di agire razionalmente e allo stesso tempo siamo condizionati dal sentimento dell'essere. La razionalità ci impone di pensare con rigore e di proiettarci nel futuro attingendo ai dati del passato. Bisogna riconoscere che questa attività, se praticata al momento giusto, non ha un effetto pratico immediato, ma è solo un avvertimento saggio e intelligente.
In altre parole, mentre corri a tutta velocità e metti a rischio la tua vita, la razionalità che formula il pensiero "Stai attento! Sai cosa stai rischiando?", ti offre una previsione di ciò che potrebbe accadere basata su una conoscenza che già possiedi.
Il pensiero che ti suggerisce di rallentare dovrebbe essere adottato per una probabilità di incidente che è presente solo negli studi di settore, ma che ora sembra non riguardarti.
Il pensiero, invece, che ti chiede di spingere ancora di più l'acceleratore, è più reale, è lì pronto a darti subito l'emozione che cerchi.
Allora, frasi stupide come: "Si vive una volta sola" o "Meglio un giorno da leone che cento da pecora" vengono in soccorso, a cancellare quel persistente barlume di razionalità e a considerare la conoscenza come un inutile mobile. In questi casi, si perde l'allineamento tra ciò che sentiamo e la realtà circostante.
Sicuramente in cielo o in un'altra dimensione andare piano non ci aiuterà, ma finché dovremo portare ossa e muscoli insieme, dovremo imporci dei limiti. Nei momenti difficili potremmo pensare ai fiammiferi e al carbone.
Il primo si accende per pochi secondi e attraversa temperature elevate prima di spegnersi senza accorgersene. Il carbone, invece, lento ad arrossarsi, diffonde piacevolmente il calore; lotta con il tempo per esistere, nascondendosi sotto la cenere fredda per custodire dentro di sé il fuoco ardente e nascosto.
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