Percorro strade inusuali.
Nel lento procedere
stormi di parole affollano la bocca chiusa.
Piccoli pezzi di pensieri raccontano di un passato pesante.
Rivedo un'immagine logorata dal rammarico.
Attendo di cadere per tornare a vivere.
Sono clandestino in me stesso.
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre. (Gandhi)
venerdì 21 luglio 2017
Clandestino
lunedì 3 luglio 2017
Oltre confine
Guardar vorrei oltre quel confine che i miei occhi
impongono; non per scrutar misteri dell’universo ma per buttar oltre la mia
anima e dimenticare le miserie del mondo che mi circonda.
Vorrei sentir parole già dette, godere di abbracci
conosciuti, pendere da bocche amiche.
Vorrei dimenticare il mio peso per spiccare il volo verso
quel lontano orizzonte, cattivo per i miei occhi, ma dolce per la speranza di
trovare ciò di cui non so cercare.
Se trovassi il Paradiso e vi prego non datemi dubbio, perché
ritroverei la vibrazione continua della mia anima.
Troverei qualcuno che non mi spiega solo a parole che cos’è
l’amore.
sabato 17 giugno 2017
Mondo illusorio
Il
pensiero si muove lungo strade abbandonate dalle risposte.
In
quei momenti, capisci il significato
della solitudine.
Essere
soli non è semplicemente una mancanza di compagnia, significa non aver risposte
e neanche il modo per procurarle.
Si
scava in una mente occupata dai bisogni.
Dopo
ogni tentativo di incidere sul fondo dell’anima per giungere all’impensabile, la
disillusione ti coglie e ti spiega il nulla.
Quanto
risibile è il tuo valore se non sei tu
ad assegnarlo!
Allora,
continuo a dimenarmi, riducendomi a strisciare
per i sentieri della consapevolezza. Non trovo nulla per cui cingermi d’alloro;
soltanto umili idee per riempire una vita tracciata dalla biologia.
Ma,
io dove sono? Sei
lì, solo!
Attendo
che mi spuntino le ali per abbandonare questo corpo, prigione e castello
incantato, dove ovunque regna l’illusione.
lunedì 3 aprile 2017
Educa la tua mente
La vita di ognuno di noi si compie allo stesso modo.
Si nasce con l’esigenza di sopravvivere, si cresce cercando risposte e infine,
si rimane soli con la propria coscienza.
In questo percorso, gioie e dolori costruiscono
muri nel labirinto di un’esistenza illusoriamente libera di esprimersi.
Capita,
quindi, di volersi immaginare in un mondo completamente diverso, che vada oltre
la ragione, dove tutto è veramente straordinario.
È inevitabile, allora, pensare
a un’esistenza non umana che ci garantisca l’assenza di qualsiasi limitazione e
ci liberi dai falsi modelli di pensiero.
Non ci bastano più le promesse della
tecnologia come proiezioni dei nostri desideri realizzati nel futuro. Questo
stato di latente insoddisfazione ci predispone a cogliere idee non propriamente
razionali.
Sarà, il mio caro ETT (ExTraTerrestre) a riportarci
nella realtà.
Egli ci consiglierà di rimanere nel nostro mondo e di viverlo in
pieno, indicandoci la strada.
Egli ci conforterà dicendoci che siamo unici
nell’universo; siamo dotati di un’infinita gratuita potenzialità la quale va
ben oltre quella che potremo immaginare.
ETT non insegna, stimola il lettore
nell’intraprendere un percorso di consapevolezza che infallibilmente conduce a
una vita di straordinaria, di successo.
lunedì 20 marzo 2017
Viaggio di Istruzione Ravenna-Bologna
La vita è un otre di sorprese.
Servono occhi particolari per prenderne consapevolezza: gli occhi del cuore.
Sono proprio questi gli occhi con cui un insegnante guarda quando va in gita scolastica.
Immaginate che nessun lavoratore si alza la mattina alle quattro per accompagnare ex-docili minorenni in un viaggio fuori dei confini paesani.
Non tocco l’aspetto economico poiché con una disamina si rischia di apparire anche stupidi.
Tornando a raccontare una parentesi di vita durata quattro giorni, la maggior parte della gente non crede come sia possibile dare a ragazzi sedicenni tanti buoni sentimenti in così breve tempo.
Gli insegnanti accompagnatori sono selezionati naturalmente per la loro generosità nel donare un tempo vita prezioso, specialmente per chi, come me, che non può più contare su tanti decenni da consumare ancora.
I superficiali pensano che i docenti “approfittino” della gita per concedersi una vacanza.
Poveretti! Non sanno che cosa sia una vacanza.
Vivere pochi giorni con giovani in crescita è una esperienza sempre eccezionale. Si colgono opportunità di capire come il mondo cambia e la soddisfazione che, in fondo, i sentimenti rimangono gli stessi.
Oltre che insegnanti, gli accompagnatori sono genitori e il loro ruolo nel viaggio d’istruzione si miscela tra il rigore e la formalità scolastica e la necessità di essere buoni e sensibili educatori.
Vi confesso che per me è piacevole avere gli occhi addosso di teneri giovani che tentano di dimostrarsi “grandi”, di essere di riferimento e attenzione per coloro che vivono nuove esperienze.
L’allegria è la merce in abbondanza in queste occasioni.
Tutti siamo disponibili al sorriso e a gareggiare con le buone maniere.
Ovviamente, a volte, l’esuberanza prende il sopravvento ma fa parte del gioco, perché l’accompagnatore deve pur tirar fuori l’autorevolezza che qualsiasi studente si aspetta.
L’aspetto gioviale è tipico per ragazzi che si affacciano alla vita. Basta una pernacchia o una parola un po’ grossa per sollevare polvere di euforia e rumori imbarazzanti.
Le visite guidate, le lunghe passeggiate, snodavano il serpentone di 50 anime tra strade sconosciute.
Ogni particolare, diverso dai nostri costumi, era oggetto di furiosa aggettivazione.
Quando le parole non bastavano applausi liberatori risuonavano nelle strade affollate.
In quelle occasioni era facile che anche il più timido della carovana si trasformasse in un incontrollabile cavallo pazzo.
In quelle occasioni era facile che anche il più timido della carovana si trasformasse in un incontrollabile cavallo pazzo.
I residenti, sorpresi per il clamore che il gruppone sollevava, mostravano il loro umore oscillando tra l’idea di un gruppo di predoni del sud o quella di un allegro gruppo folcloristico.
Il loro assunto si intuiva dai borbottii o dai larghi sorrisi che rilanciavano.
Il loro assunto si intuiva dai borbottii o dai larghi sorrisi che rilanciavano.
I momenti di libertà erano considerati fughe dall’ambiente protetto, usati per sentirsi “grandi” e indipendenti.
Per fortuna il loro inconscio lavorava a favore degli accompagnatori. Magicamente si muovevano a gruppi come branchi di licaoni a caccia di prede facili.
In quei momenti, la protezione degli insegnanti si sostituiva con quella del gruppo.
Per fortuna il loro inconscio lavorava a favore degli accompagnatori. Magicamente si muovevano a gruppi come branchi di licaoni a caccia di prede facili.
In quei momenti, la protezione degli insegnanti si sostituiva con quella del gruppo.
Il tempo è vigliacco. Quando ci si diverte, passa velocemente. In gita il tempo corre e far tardi agli appuntamenti di rientro è un fatto ricorrente che aggiunge quel pizzico d’ansia a chi ha la loro responsabilità.
Il soggiorno in albergo, fortunatamente, è stato più che piacevole. Agli ambienti nuovi e ordinati si aggiungeva un servizio gentile ed efficiente.
Non si è riscontrata nessuna avarizia in termini di qualità e quantità del cibo, nonostante la tendenza giovanile ad approvvigionarsi di cibo spazzatura.
Se non si considera qualche furto di asciugamano, erroneamente scambiato per souvenir, il comportamento dei gitanti può considerarsi accettabile.
L’ingenuità dei più vivaci si scontrava spesso con il ciglio dell’autista che in certe situazioni vestiva le sembianze di Rocky Balboa.
La bontà del prof Matiritorna annegava nella placidità del suo carattere e come un condottiero di poche parole, riportava nei ranghi i cavalli più agitati.
La bontà del prof Matiritorna annegava nella placidità del suo carattere e come un condottiero di poche parole, riportava nei ranghi i cavalli più agitati.
Nella marea di maschietti, la dolce figura della prof.ssa Roselli emergeva come la sirena di Rotterdam, tenendo il controllo della rotta e mantenendo costantemente i contatti con la stazione centrale di comando a Molfetta.
Onore al suo spirito di sacrificio, dovendo accontentarsi di uno spazio risicato nel pullman, considerando extra la sua statura femminile.
In ogni avventura, un fatto straordinario deve succedere per incidere su fatti che diventeranno ricordi.
Per sopperire a questa necessità, ci siamo avvalsi di Giovanbattista, un tenero studente che ricadeva sotto la mia ala protettiva.
Pensò bene di liberarsi della sua spalla sinistra per qualche ora. In questo modo, mi ha fatto conoscere uno dei migliori punti di pronto soccorso dell’Emilia-Romagna.
Devo confessare che mi ha fatto trascorrere ore di straordinaria novità.
Mi sono sentito “Babbo” e osservatore attento di medici e infermieri tutto al femminile.
Non nascondo la sorpresa di relazionarmi con un ortopedico dalla gentile, esile figura femminile che con approcci fiabeschi ha rimesso a posto la spalla ribelle del dolorante studente.
Non nascondo la sorpresa di relazionarmi con un ortopedico dalla gentile, esile figura femminile che con approcci fiabeschi ha rimesso a posto la spalla ribelle del dolorante studente.
Va fatto un encomio agli amici di classe di Giovanbattista. Solidali e premurosi con lui nel momento del dolore. Solo per questo meriterebbero la promozione alla quarta classe senza dei voti.
L’ultimo giorno, come nelle ultime scene di un bel film, la comitiva visse l’esperienza del ritorno.
Ormai si erano conosciuti fino in fondo. Pensieri e sentimenti condivisi avevano seminato amicizie più profonde e una maggiore consapevolezza per la quale amare, qualche volta, riesce a uscire dai confini di casa.
mercoledì 14 dicembre 2016
Anima sola
È dolce sentir di tuono nel cor solo.
L'amor bussa all'uscio or chiuso.
Ricorda ancora l'aria allegra....
e l'ora lunga al sorriso mai stanco.
Mani ferme stringono emozioni mai dome.
Il pensier caldo ancor amore infonde.
Attendo il dì ....
'sì che lontano i miei occhi corron
che più luce non sia
e allor dormir nel tuo abbraccio
sarà il dono più alto del Dio del ciel.
lunedì 12 dicembre 2016
Non ci sei più.
Non ci sei più.
Sospesa sul filo del ricordo, la tua immagine oscilla.
Lontana ormai dai tuoi giovani sorrisi.
Non furono parole a sollevare mute emozioni....
soltanto piccoli e brevi sguardi raccontavano di te.
Semplicità e sincerità si muovevano nei tuoi occhi.
La gioia abitava nell'aria che respiravi.
Raccolgo nella mia mano
quella piccola piuma perduta dal tuo cuore.
La custodirò per riportarla da te.
Per pochi attimi il mio cuore alzerà i suoi ritmi..
come un applauso...
a te che dignitosamente hai vissuto.
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