venerdì 2 agosto 2013

Un mondo presunto



Capita a tutti di fissare lo sguardo allo specchio e soffermarsi per una riflessione. Il mio viso cambia!
Fino ai 30/40 anni usiamo dire: ..... è diverso; sto assumendo i lineamenti di uomo/donna!
Più avanti, con leggero rammarico diciamo semplicemente: sto invecchiando!
Usando una terminologia più raffinata, potremmo affermare che prendiamo consapevolezza del tempo trascorso e che la vita non è eterna.
Essere consapevoli significa, quindi, prendere coscienza, acquisire l'informazione che pur esistendo prima, non veniva considerata.
Il processo mediante il quale le informazioni provenienti dall'esterno giungono alla coscienza, è lungo, intricato e non precisamente descrivibile se non per una sorta di linearizzazione del concetto. Mi spiego con un esempio.

Supponete di fissare due punti sulle rive opposte di un fiume e che una persona decida di spostarsi passando dai due punti. 
Ammettete pure che ci sia una fitta nebbia per cui agl'occhi di un osservatore i due punti non rivelano la loro distanza e né la presenza di ponti o guadi. 

In altre parole, l'osservatore è libero di presumere il percorso e in che modo possa avvenire l'attraversamento del fiume.
La presunzione sceglierebbe il tratto lineare più breve e privo di qualsiasi impedimento.

Riprendendo il concetto di consapevolezza, tutto ciò che riusciamo a carpire attraverso i cinque sensi, è sempre illuminato di luce fioca e immerso nella presunzione completamente soggettiva.
Volendo essere ancora più cattivi con l'idea del superuomo, potrei aggiungere che tutto ciò che riusciamo a carpire con i cinque sensi è semplicemente il riflesso di una realtà che chiamiamo natura, ma che, in fondo ad ogni idea, è soltanto un'energia diffusa in broadcast da intelligenze molto più evolute di noi umani.
Siamo ridicoli quando andiamo a caccia di extraterrestri o a scoprire misteri senza senso.
Dobbiamo far molta strada (se ci è permesso) prima di erigere la razza umana come specie che si eleva in nobiltà rispetto ai miseri suoi compagni di natura.

giovedì 1 agosto 2013

Vorrebbero fare *CHE COSA??* alla Grande Barriera Corallina?!?





La Grande Barriera Corallina rischia di essere distrutta per fare posto a un enorme progetto minerario. Ma l'abbandono di uno degli investitori principali affosserebbe l'accordo e proteggerebbe la Barriera, Patrimonio dell'Umanità. Possiamo convincerli a fare un passo indietro, o spingere il primo ministro australiano Rudd a fermare il piano, ma dobbiamo agire ora! -- Firma subito la petizione e aiutaci a salvare la Grande Barriera Corallina:

Anche volendo sarebbe difficile immaginare una cosa più assurda di questa. L'industria mineraria australiana, leggendaria per la sua incoscienza, ha avuto una nuova idea: infischiarsene del catastrofico cambio climatico in corso nel Pianeta, costruire la più grande miniera di carbone del mondo, e poi collegarla tramite una rotta di navigazione che passerà attraverso il tesoro più prezioso della nostra Terra: la Grande Barriera Corallina.

Un'idea tremenda che avrebbe conseguenze devastanti, e il gruppo di investimento Aurizon che porta avanti il progetto lo sa bene. Sono indecisi e possiamo riuscire a fargli cambiare idea, affossando il progetto. Uno di loro ha persino fatto delle donazioni contro il cambio climatico!

Raccogliamo insieme un milione di firme e dimostriamo il nostro sconcerto di fronte a questo assurdo progetto, spingiamo Aurizon a ritirare il finanziamento e magari convinceremo anche il primo ministro australiano Kevin Rudd a entrare in gioco. Per questo esiste Avaaz, facciamo prevalere il buon senso!


La Grande Barriera Corallina (il più grande organismo vivente sulla Terra, casa di un quarto di tutte le specie che popolano gli oceani) sta sparendo lentamente. Negli ultimi 30 anni ha perso metà del corallo a una velocità sempre maggiore. Il cambio climatico è una delle cause, ma altrettanto si può dire della fervente industria mineraria australiana. Secondo il settimanale tedesco Der Spiegel, "se la tendenza attuale continuasse, potrebbe accadere ciò che pensavamo impossibile: la Grande Barriera Corallina morirebbe".

E nonostante tutto ciò, l'industria estrattiva ha in progetto nuovi giganteschi porti da costruire nell'Australia del nordest ad Abbot Point (giusto accanto alla Barriera) per rendere più facile il trasporto del carbone al resto del mondo. Tutto ciò raddoppierebbe le navi che ogni anno passano accanto alla Barriera e devasterebbe 3 milioni di metri cubi di fragile fondale marino, ma non solo: bruciando tutto quel carbone, l'impatto inquinante sarebbe pari a tre volte quello attuale dell'Australia trascinandoci ancor di più verso una catastrofe climatica irreversibile.

I finanziatori si stanno incontrando in questi giorni per decidere cosa fare e nelle prossime due settimane il ministro dell'Ambiente australiano dovrà scegliere se approvare o meno il progetto. La nostra azione può portarli a fermare il disastro, in particolar modo possiamo fare leva sul primo ministro Rudd, che vorrebbe conservare la sua reputazione internazionale in vista delle prossime elezioni.

Il momento in cui verranno prese le decisioni è arrivato, è adesso. Firma subito questa petizione e condividila con tutti quelli che conosci per fermare la devastazione della Grande Barriera Corallina:


Da anni la comunità di Avaaz si batte per salvare la bellezza senza paragoni della Barriera. Lo scorso anno ci siamo fatti sentire da una banca statunitense che stava per investire nella sua distruzione e centinaia di migliaia di avaaziani hanno scritto al ministro dell'Ambiente australiano per promuovere e ottenere la costituzione della più grande riserva marina del mondo. Continuiamo così e portiamo la Barriera lontano dalle mire di questi sciacalli approfittatori.

Con speranza e determinazione,

David, Alex, Emily, Lisa, Oli, Marie, Ricken, Alice e il resto del team di Avaaz

Alza lo sguardo





ETT: Mi sorge un dubbio.

Nelle tue parole non leggo delusioni riguardanti aspetti o atteggiamenti connessi con i rapporti con colleghi e amici. 

Ho l’impressione che mi nasconda qualcosa. 

Voi umani siete così bravi a litigare!

LUIGI: Effettivamente, questo tuo dubbio è ragionevole. 
Per mia caratterizzazione, tendo a spegnere o a ignorare situazioni che mi rattristano o che mi facciano perdere la serenità dell’anima.

Inoltre, riferire delle debolezze di coloro che potrebbero avere mille motivazioni per giustificarle, mi appare irriguardoso e poco interessante.

ETT: In ogni caso, hai un tuo sistema per individuarle e reagire?

LUIGI: Ovviamente, sì!

Le persone tristi o poco propense a dialogare, riescono a tenere gli occhi bassi, piegano la testa verso ciò che è terreno, materiale, contingente.

Solitamente il nostro sguardo non si allarga di pochi metri oltre la sfera privata. 

L’orizzonte lo notiamo soltanto quando decidiamo di essere romantici o quando vogliamo abbandonare momentaneamente la situazione in cui siamo immersi.

Lo sguardo basso è il sintomo dei delusi, degli sconfitti, dei timidi, dei deboli e di tutti quelli aggrediti dai disagi psicologici.

Lo sguardo basso pone il divieto al pensare, all’ottimismo e alla speranza.

Dialogare con una persona senza poterla guardare negl’occhi, per me è assai duro.

In questi casi, non è possibile sorridere, non si capiscono fino in fondo i problemi di cui si dibatte.

Sorge ambiguità e si fanno presunzioni.

Lo sguardo basso impone anche il capo chino e le braccia chiuse; si crea esattamente una trincea, lasciata libera all’assalto del povero avventuriero che tenta un approccio improbabile.

ETT: Queste persone le abbandoni?  

LUIGI: Quasi sempre sono loro che si escludono o scelgono, in consonanza con il proprio essere, quali amici su cui sollevare un po’ più in alto lo sguardo.

Per conto mio, rispondo a questa esigenza in modo molto solerte, cioè evaporo.

ETT: I tuoi amici devono stare bene attenti per non vederti scomparire.

LUIGI: I miei amici non devono temere, ho l’abitudine di guardare direttamente negl’occhi e di sentire le loro vibrazioni. 

Ho sempre la necessità di non trascorrere il tempo inutilmente e quindi ricavo il massimo del piacere attraverso le emozioni che emergono dall’interloquire. 

Successivamente, quando ritorno al pensar solo, allora quelle emozioni si condensano in pensieri tra i quali mi cullo per vivere attimi eterni.

ETT: In Inghilterra hai conosciuto qualcuno con lo sguardo basso?

LUIGI: Purtroppo siamo esseri umani e sebbene la maturità è la cultura ci raffinano, alcune debolezze non riusciamo a nasconderle completamente. 

La naturale predisposizione alla comunione e alla gioia, è il discriminate che rende diverso il singolo individuo nei rapporti con i suoi simili.

Nella mia avventura all’estero, come in Italia o come nel mio condominio, trovo sempre qualcuno con lo sguardo basso. 

Illusoriamente spero sempre di conquistare qualcuno e convertilo alla vista alta.

mercoledì 31 luglio 2013

Cuore grande



 

Al riposar del pensier vago,
lo spirito s’adagia.

Nuova linfa scorre tra gli ameni orizzonti della natura amica.

A così tanto splendore,
un’anima nuova s’accosta.

Riecheggia ancora
quella chiara e cortese voce.

Un cuore grande s’affaccia.

Alla silente anima ch’ella confina,
non sfugge l’ardor dell’onesto sentire.

Soffuso sentimento aleggia
al praticar l’amor prossimo.

Sfortunati bimbi son merce sua.

Dall’alba al tramonto,
tutto il mondo stringe.

Al brillar delle stelle
la timida luna argenta il suo volto.

Incauta,
 osa sfiorar carezza a sì bassa quota.

Esploratore d'anime


Di narrar non indugio,
perché penna riposar non sa.

Materia morde e spirito inonda.

Correre tanto, all’io poco importa,
‘sì che al piacer non v’è limite.

Agitar ricordi frena l’anima libera,
dimenar sentimento è opera sua.

Nuovi visi sono barriere da superare,
sono montagne da scalare,
sono frontiere aperte allo straniero dal cuor fragile.

Sorrisi e abbracci sono bastoni,
per spianar alture e frenar discese.

D’esplorare anime, non sono mai pago,
poiché di questa fame nessun cibo sazia.

Alla fine del viaggio sono meno nano.

Di quell’altezza soltanto il Dio grande è misura.

lunedì 29 luglio 2013

La presentazione a Sanremo

Una serata bellissima.........
Grazie alla conduttrice Donatella, all'amico Antonio, alla grande ospitalità dell'Hotel Miramare di Sanremo e, non ultimo, agli amici, agli ospiti dell'albergo e tutto il pubblico che ha assistito con interesse all'evento.

Luigi Squeo.

*un grazie particolare anche al regista Antonio e alla registratrice di questo evento.

Gustatevi la registrazione di una parte della magica serata.



giovedì 25 luglio 2013

Il disastro a pochi passi dalle nostre coste





Dopo aver devastato ecosistemi in tutto il mondo, le multinazionali del petrolio stanno prendendo di mira l'Italia. L'unica nostra possibilità per impedire che si vada verso un disastro ambientale è far ripristinare subito le tutele ambientali spazzate via con un condono l'anno scorso. La maggioranza dei senatori dice di essere pronta a farlo, ma con la pausa estiva alle porte abbiamo pochi giorni per farne un caso nei media. Firma ora e condividi con tutti:

Dopo aver devastato ecosistemi in tutto il mondo, le multinazionali del petrolio stanno prendendo di mira l'Italia. Ma c'è un modo per impedire che distruggano anche l'Adriatico e il Mediterraneo.

Medoilgas, un'enorme multinazionale, ha dichiarato di voler iniziare a trivellare presto a pochi passi dalla costa rifiutandosi persino di fare una valutazione di impatto ambientale. E se la faranno franca potremmo ritrovarci in poco tempo con oltre 70 piattaforme a occupare l'intero Adriatico e mari in tutta Italia: una una perdita di petrolio devastante sarebbe solo una questione di tempo. Ma c'è una soluzione: rafforzare subito la legge.

Abbiamo pochi giorni. Senatori di tutti i partiti sono pronti a sostenere una modifica urgente ma il problema è che stanno per andare tutti in vacanza. Firma la petizione per convincerli a proteggere l'Italia dalle multinazionali del petrolio prima che sia troppo tardi, e poi condividi con tutti: se raggiungeremo le 100mila firme, attireremo l'attenzione dei media con un'azione nel centro di Roma:


La cosa incredibile è che un divieto totale a queste pericolosissime trivellazioni a poca distanza dalla costa esisteva, ma Monti lo ha abolito l'anno scorso. Ora, le aziende petrolifere possono trivellare vicino alla costa senza neppure l'obbligo dei normali controlli necessari a proteggere l'ambiente. Medoilgas è solo la prima e la più aggressiva tra le multinazionali a sfruttare questo condono. Ma c'è una proposta che sta raccogliendo il sostegno dei parlamentari proprio in questi giorni, che chiuderebbe la porta a pericolose trivellazioni in mare richiedendo severi controlli ambientali prima di qualsiasi nuova operazione di questo tipo.

Tutta questa corsa incontrollata al petrolio nei nostri mari è senza senso. I suoi sostenitori dicono che più trivellazioni siano necessarie a rilanciare l'economia, ma se avvenisse una perdita di petrolio a causa di comportamenti senza scrupoli, la nostra costa potrebbe esserne devastata irreparabilmente, assieme alla nostra economia basata sul turismo e a migliaia di posti di lavoro in luoghi bellissimi. E perfino se andassimo avanti con le trivellazioni, gli esperti stimano che tutto il petrolio estratto sarebbe appena sufficiente per darci energia per un paio di mesi. Semplicemente correre il rischio non ha senso.

Ma le multinazionali del petrolio gestiscono quantità di denaro enormi che possono usare per influenzare i senatori e far fare loro la cosa sbagliata. E' questo il motivo per cui ora dobbiamo agire. I senatori sono dalla nostra parte, e se ci facciamo sentire con forza e chiaramente, potremo proteggere le nostre preziose aree naturali dalle disastrose melme nere che incombono su di noi:

La comunità di Avaaz ha sempre spinto le grandi aziende ad agire eticamente, e spesso abbiamo vinto, come quando abbiamo costretto H&M a firmare uno storico accordo per la sicurezza dei lavoratori pochi giorni dopo aver lanciato la nostra campagna! E' arrivato il momento di proteggere i mari italiani dall'azione distruttiva delle multinazionali del petrolio.

Con speranza e determinazione,

mercoledì 24 luglio 2013

Il vento




Opera Pittorica di Silvia Senna

Quando il vento vuol farsi notare ti spira contro, ti ostacola. 

Allora, sei consapevole che tu debba curvarti leggermente in avanti e forzare il passo. 

Contemporaneamente sorridi, accetti lo sforzo e apprezzi la vita.

Quando, invece, il vento ti accompagna, non sai della sua presenza, anzi, credi che le tue energie si siano moltiplicate.

E' molto probabile che ti affidi all'inerzia e ti distrai. 

Potresti iniziare a fantasticare, a progettare scenari passati o futuri, lasciando al corpo la responsabilità di occuparsi del moto secondo routine.

Giunti a destinazione, non si ricorda il tragitto seguito e ci si chiede come sia stato possibile arrivarci con la mente occupata.

Durante la nostra esistenza il vento cambia continuamente direzione! 

Post più letti in assoluto

Per chi ama leggere in spagnolo