venerdì 15 febbraio 2013

Inconsapevolmente Buoni




Vorrei patrocinare una causa persa!
Non è vero che essere troppo buoni ci si rimette!!
Potrei concedere al massimo, che ..... si prendono posizioni scomode!!!
Essere buoni non è una scelta. 
Quando si mostra tale, allora, si vorrebbe diventare buoni!
Quando si è buoni, ci si mostra drogati in positivo, drogati di bontà.
Buoni inconsapevoli sono i Santi e che per sfortuna, non sanno di esserlo.
Un Santo, per quale motivo dovrebbe far miracoli se, per farli deve scegliere di volerlo? 

Egli è così beato in se stesso che non vede altro se non bontà negl’altri.
Daresti da bere a chi credi che abbia bevuto tanto?
Verseresti acqua in un bicchiere, se credi di vederlo pieno fino all’orlo?

Il problema di chi è buono è che non sa di esserlo, né prova fatica per esserlo
e quindi non sceglierà mai di essere buono.
  

giovedì 14 febbraio 2013

Il bacio dell'Innamorato







Innamorato son di tè, viso dolce.
 
Ameno è il tuo mirar supplichevole,
 arma letale per il cuore senza difese.

Acceso è il tuo sorriso,
brucia gioia per fugar mestizia.

Anche a voi, mute parole,
che timore vi coglie,
l’udir s’arrende.

Scintille  o lampi, non più distinguo,
son cieco del piacer satollo.

Pensier felice,
sfugge al labbro.

Sfrontato osa  copiar l’anima.

Lasciar traccia, vorrebbe,
e adagio, posa passione,
qual timbro di eterno amore.
    

La cima della montagna




 
  La vita di una persona è un continuo risalire.

Si nasce in un’area molto depressa, anche parecchi metri sotto il livello del mare. 

Non si ha nessuna consapevolezza di esistere e si procede per tentativi per autenticarsi e impossessarsi di un’identità.

Crescendo, si esplorano le aree limitrofe e non si ha nessuna cognizione sull’estensione del territorio; ci si trova in una sconfinata vallata.

S’immagina di poter andare ovunque.

Ad ogni progetto di vita, ad ogni scelta, sottende la convinzione di un mondo senza confini.

Procedendo con gli anni e con l’esperienza delle sconfitte, si conosce l’amico dubbio.

La fatica ci fa notare i primi pendii e lo sguardo non ha la sua consueta traiettoria orizzontale.

Abbiamo l’impressione di sollevarci lentamente dalla terra.

Accusiamo un distacco crescente dagli altri.

Non ancora si capisce da che cosa dipende; se siamo noi che procediamo in una direzione diversa dal solito o se sono gli altri, rimasti fermi nella vallata.

Mentre l’incertezza rallenta il nostro passo, ci sentiamo più saggi e la parola responsabilità assume un significato più serio.

Gli anni cominciano ad apparirci più corti e allora che ci rendiamo conto che stiamo sulle falde di una montagna.

Percorrere il suo sentiero è più arduo!

Il corpo sembra accorgersene tutto ad un tratto!

Le pause diventano necessarie e ci ritroviamo spesso seduti ad ammirare l’orizzonte che ora appare chiaro e vicino.

Gli amici li sentiamo un po’ più lontani e chi amiamo, vorremmo legarli a noi.

Il tempo comincia a misurarsi in “quanto manca per” e intanto la cima della montagna si avvicina.

Solitari, e con tanto freddo nel cuore, siamo sollevati migliaia di metri dal suolo.

Siamo in un altro mondo, completamente diverso da quello dei figli e dei giovani.

La comunicazione, per l’aria rarefatta della montagna e per via della distanza notevole, ci sembra impossibile.

Portiamo molto oro con noi, ma non sappiamo a chi darlo. I giovani dimorano molto lontano da noi e non sanno riconoscerlo.

Per qualcuno di noi, i sensi si sono raffinati; riescono a farci uscire temporaneamente dal corpo e a farci sognare ad occhi aperti.

No! Non vi confondete con i sogni ad occhi aperti provati in gioventù! 

Quando ci si trova in prossimità della cima della montagna, si sogna ad occhi aperti perché non è possibile dormire. 

Sprecare il tempo per il sonno è uno sperpero incredibile del tempo vita.

Manca una manciata d’anni o forse giorni ma il momento di ritrovarsi in cima prima o poi arriva.

Lì, ci si sta veramente soli; è un punto irraggiungibile per la comunità.

Perché di lì, si sale in Paradiso uno per volta!

mercoledì 13 febbraio 2013

Scrivere di politica?



 

In questo periodo facebook è infestato da consigli elettorali. 

Non mi piace scrivere di politica ma quando capita che vogliono a tutti i costi consigliarmi, per deformazione del mio carattere tendo a fermarmi e focalizzare il motivo per cui divento suscettibile.

Dimentico di essere professore e vado sul vocabolario a leggere il significato di politica:

Arte di governare uno Stato; insieme dei fini cui tende uno Stato e dei mezzi impiegati per raggiungerli”.

La prima parola, già mi procura un grande sconforto: un politico artista?

La seconda frase mi avvia una confusione mentale incredibile.

La terza mi suona quasi irriverente.

La sera, cercando di sfuggire ai dibattiti faziosi e a volte poco rispettosi dell’intelligenza degli ascoltatori, non riesco ad evitare le rappresentazioni teatrali politiche.

Ammiro figure statuarie di politici pagati con stipendi da favola che mostrano cultura “arte”fatta, e allora urlo ad alta voce: ecco dove si trova l’arte di un politico!

Affascinato della loro capacità di argomentare, attendo fiducioso la fine dell’intervento per capire il “fine” della strategia politica sottostante: purtroppo si fa tardi, e la mattina successiva devo essere alle otto in punto in aula con i miei alunni!

Spengo la tv e comincio a raccogliere le mie idee, cercando qualche sistema per aumentare le mie entrate: devo pagare il canone Tv, La spazzatura, il condominio, le tasse universitaria ai figli, le rate per riacquistare l’auto che mi hanno rubato, …….

Vi sto annoiando, vero?

Infatti, sto scrivendo di politica!!    

martedì 12 febbraio 2013

Paradiso interiore



Foto: Solo gli uccelli volano,
e gli angeli,
e gli uomini…
quando sognano. 
José Saramago

Desiderio che illude il cuor,
frugar tra ombre cala.

Vana gloria attende.

Or che son desto,

or che luce corre a misurar il passo all’oblio,

raccolgo sapori del maturar vita.

Assente al dimenar d’esistere,
son padrone di me stesso.

Colleziono gioie che di brillar si burlan.

Appendo ricordi che trillar emozioni non cessano.

Attendo il tempo senza fine,
‘che d’Amor tutto prende.

M’è dolce respirar pel mondo
che di colori dona,
che di serenità infonde.

Che d’esistere,
m’impregna.

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