lunedì 14 gennaio 2013

Uno dei problemi umani.




LUIGI: Amico mio, devo confessarti un problema dell’umanità. 

La nostra sete di sapere, la voglia di correre col pensiero e di percorrere strade inusuali, ci rende simile ad una spugna, contentissima di bagnarsi nell’acqua ma consapevole di non poterne trattenere più del suo stesso volume. 

Riflettendo in merito, la triste constatazione padroneggia lo spirito e, come la spugna, la ragione dispera, vedendo cadere acqua a grandi gocce e rimanere impotenti nel opporsi alla loro fuga, essendo ben consapevoli che è impossibile contenere il mare.  

I tuoi consigli discendono dall’osservazione del nostro corpo, per quali riconosciamo chiaramente la loro importanza ma che invece, svalutiamo, perseverando con vecchie abitudini, ignorando il prezioso sapere. 

Certamente, il nostro modo di fare non sempre corrisponde a quanto razionalmente ammettiamo. 

La nostra letteratura è piena di aforismi, proverbi, perle di verità, guide spirituali e nonostante questo, molti di noi umani si comportano come miserabili e autolesionisti. 

Nella vita degli umani, conoscere una verità non comporta la sua automatica applicazione. 

Siamo come pecore che pascolano lungo il letto di un fiume, sempre pronte ad abbeverarsi ma con la continua voglia di brulicare tra l’erbetta fresca.

ETT: Effettivamente, da questo punto di vista, devo ammettere che siete strani!
La vostra società contiene contraddizioni che persino ad un extraterrestre appaiono ingiustificabili.

Per esempio, come potresti spiegarmi  un prete pedofilo, un marito che ammazza la moglie, un figlio che uccide i genitori e … …. …

LUIGI: No, ETT, non continuare, altrimenti la vergogna potrebbe colorare di rosso il mio viso.

sabato 12 gennaio 2013

ETT parla del corpo umano

 
LUIGI: Mi piacerebbe sperimentare la mia esistenza senza la necessità del corpo! Probabilmente rinuncerei al sapore di un bel gelato o al pulsare di un cuore emozionato in contropartita a una vita senza le sue limitazioni. L’arroganza di un corpo che invecchia disorienta la mente del saggio, vanifica la bontà dell’anima costretta a eclissarsi.

ETT: Senza del corpo non saresti più un terrestre!

LUIGI: Per questo me ne dolgo. Noi terrestri paghiamo a caro prezzo ciò che sarebbe dovuta essere una condizione normale all’espressione della vita. Purtroppo, io sono convinto che senza la sofferenza tutta la rappresentazione umana non avrebbe avuto senso. Evitare il dolore sembra essere il motivo dominante sulla scena dell’umanità che lotta per sopravvivere.

ETT: Osservandovi dall’esterno, posso anche giudicare buffe le vostre apprensioni. Tenendo conto che nel caso migliore la vostra esistenza nel corpo dura cento anni, sopravvivere corrisponde a occupare al massimo tale intervallo. Per dirla con una metafora, angustiarsi o imprecare contro la vostra stessa natura, significa preoccuparsi continuamente di cadere mentre si vorrebbe godere al massimo il dondolio dell’altalena.
Bisognerebbe che voi umani abbiate sempre la consapevolezza di consumare un tempo vita molto piccolo e ogni attimo speso in preoccupazioni o rivendicazioni, sono rinunce certe e opportunità mancate per sentire intensamente il vostro essere.

LUIGI: Troppo vero è ciò che tu dici, ma la nostra condizione, se per te è buffa, per noi è quantomeno strana e inspiegabile. Abbiamo inventato di tutto per cercare un senso al nostro esistere e spesso, affoghiamo la nostra inquietudine occupando la mente in attività puramente vegetali. Ci svegliamo dal sonno analgesico soltanto con la vecchiaia, con le conseguenti mortificazioni del corpo. 

ETT: Permettimi, Luigi, una piccola divagazione sulla natura del corpo umano. 

In seguito a osservazioni da noi effettuate su innumerevoli campioni, abbiamo osservato che il vostro corpo è una parte del vostro essere che dialoga continuamente con quella più spirituale. Assume un atteggiamento che voi definite “stupido” ed è molto incline a ricordare le banalità e a parlare ermeticamente. Utilizza strumenti molto rozzi e occasionali. Non ha capacità di discrezione ma in compenso è molto ottimista, è conformista e abitudinario. A volte appare ingenuo e non reagisce immediatamente. Si comporta con la vostra anima come un grande credulone ed è schiavo incondizionato del pensiero al quale si adegua senza nessuna resistenza. Esso è capace di autodistruggersi per solidarizzare con la convinzione (verità eretta ad assioma). La malattia è una guerra che scatena contro l’inconscio; i sintomi sono avvisaglie di minacce pendenti. Si potrebbe affermare che quando il corpo piange, esso dimostra il suo stato con il raffreddore; quando è triste mostra torpore. Il dolore di gola chiude la bocca perché gli è impossibile comunicare le sue afflizioni in quando è convinto di non essere considerato. La sua rabbia la mostra con i bruciori di stomaco. Litiga con gli anti-infiammatori e gli analgesici perché gli impediscono di esprimersi. Costretto alla resa, ricorre ad altre strategie per rinverdire la sua protesta. L’abbandono lo vive con l’afflizione e chiede aiuto al diabete. L’insoddisfazione la consuma ingrassandosi. L’assillo dei dubbi e l’incertezza nell’operare, sono segnali inviati con i continui mal di testa. Il cuore rallenta quando la voglia di vivere svanisce. Il collasso è la rottura per tensioni rimaste da troppo tempo inespresse. La figura si fa curva quando l’orgoglio schiavizza. La pressione sale quando la paura imprigiona. Le nevrosi paralizza quando il bambino interno fa capricci. La febbre scalda quando le frontiere dell’immunità sono minacciate. Le ginocchia dolgono quando l’orgoglio non si piega. Il cancro uccide quando si è stanchi di vivere e nessuna pospettiva stimola. Imparate a Interrogare il vostro corpo, ascoltatelo! Riceverete informazioni utilissime per risolvere tantissimi vostri problemi. La malattia o l'indisposizione è un tentativo che il corpo fa per parlare con voi. L’irriducibile eterno bambino vi vorrebbe avvisare che state percorrendo la strada sbagliata.

LUIGI: Le tue parole mi sono di grande conforto e mi rendono felice l’idea per cui noi umani siamo oggetti della vostra premura.

ETT: Noi alieni facciamo parte dell’onda gigantesca dell’Amore universale che è il vostro passato e futuro. Il presente è una sottilissima e virtuale linea di separazione, necessaria alla vostra mente per fissare ciò che voi chiamate pensiero. Un mio suggerimento, su questa questione, mi spinge a ricordarvi che la ricerca della felicità non dovrebbe essere un'attività complementare nella vostra vita, ma l'idea fissa, la luce sempre accesa tra ciò che considerate miserie umane. Considerate possibili storture che chiamate equivoci, percorrete le corsie privilegiate dell’amicizia, usate le luci fendinebbia dei valori della Famiglia. Qualsiasi sogno rinchiuso nei vostri cassetti può essere realtà se usate il potere della decisione, il motore dell’Amore, la riserva della Fede, l'inesauribilità della pazienza.
 

giovedì 10 gennaio 2013

ETT: siamo senza un corpo




ETT: Uno dei vostri scienziati non si spiegava perché la luce aveva una duplice veste: a volte si manifestava come particelle allineate in fuga verso la destinazione, a volte essa si mostra come ordinati fronti d’onda in espansione nello spazio.

LUIGI: Sì, è vero! E’ noto lo sbigottimento degli scienziati che assistettero alla dimostrazione scientifica con la quale si contraddiceva apertamente il genio di Newton e le sue esperienze sulla natura corpuscolare della luce.
Si dovette cambiare il paradigma mentale per mettere in accordo le due questioni in seguito chiarite da Einstein.

ETT: Einstein, nella presentazione della sua teoria, non disse tutto! Egli s’intestardì a far detenere alla luce il primato di velocità. In realtà, ha mantenuto il tappo alla bottiglia del sapere, aspettando momenti della storia dell’uomo più opportuni.

LUIGI: Perché non ha detto tutto?

ETT: Einstein aveva dei dubbi in merito all’evoluzione del pensiero scientifico e di ciò, non ne faceva mistero. Si nascondeva dietro la concezione per la quale la scienza aveva ancora molta strada da percorrere. Egli aveva paura di mischiare il sacro con il profano; temeva di non avere il tempo per giustificare e introdurre la psicologia dell’uomo come fattore concorrente nelle dimostrazioni scientifiche.

LUIGI: Einstein è stato anche un filosofo, un portatore di dubbi, un autorevole rappresentante della specie umana, testimone del grande rispetto della maestosità dell’universo.

ETT: A onor del vero, però, ci sono stati alcuni scienziati o pensatori che, pur non avendo la convinzione necessaria, hanno tentato di introdurre la psicologia nelle spiegazioni di eventi apparentemente ingiustificabili. Probabilmente sono stati derisi o declassificati dal rango di scienziati o dei pensatori razionali.

In particolare, mi riferisco all’audacia del fisico Bohr che ipotizzò, senza poter dimostrare, l’influenza della mente umana sulla natura della luce. Egli affermava che sotto lo sguardo dell’uomo, la luce è di natura corpuscolare, diversamente è di natura ondulatoria.

LUIGI: Per dirla in termini semplici, la luce in alcuni casi, assumeva la forma di piccoli corpuscoli che si muovevano in fila indiana lungo traiettorie, dette raggi, in altri casi, la stessa luce si mostrava come linee d’onda in colonizzazione dello spazio.

ETT: Nel caso del nostro esempio, ammettendo la forma corpuscolare della luce, guardando il primo oggetto, tu dovresti puntare dritto lo sguardo su esso e poi, volendo guardare l’altro, dovresti muovere gli occhi per riallineare lo sguardo sul secondo. 

Nell’altra ipotesi, ti basterebbe guardare ad ampio raggio la zona occupata dai due oggetti affinché si possano vedere entrambi contemporaneamente.
Bohr asseriva, quindi, che entrambe le teorie erano possibili e introduceva, così, per la prima volta, la psicologia nelle osservazioni scientifiche.
Puoi immaginarti le risate dei suoi colleghi!

Einstein ribadì che l’ipotesi azzardata da Bohr non poteva avere basi scientifiche in quanto, attribuendo alla luce il limite massimo invalicabile di velocità, si doveva logicamente ammettere un nuovo sistema di comunicazione tra i due fronti d’onda in movimento e distanti tra loro, affinché la trasformazione di stato fosse già completata, al semplice puntamento dello sguardo.

Riallacciandomi all’esempio, la tua attenzione manifestata attraverso lo sguardo, dovrebbe giungere ai punti illuminati sui due oggetti prima del tempo in cui tu rilevi già il cambiamento di stato della luce. Ancor prima che tu guardi gli oggetti, i punti illuminati si sono informati della tua intenzione di guardarli.

Bohr, comunque, precisò che il modo di porre la questione da parte di Einstein, era improprio rispetto al nuovo quadro che voleva far emergere.

Egli anticipava la caduta del significato dell’elemento tempo, affermando che nel momento in cui l’uomo non guarda l’oggetto, questo non esiste o perlomeno, è inesistente alla sua coscienza.

LUIGI: In questo modo, entrava in scena la consapevolezza come parametro estraneo alla scienza!

ETT: Infatti, questo è il punto fondamentale della questione. Bohr presumeva che i fronti d’onda, lontani fra loro, non avevano nessuna necessità di comunicare poiché, in assenza dell’attenzione dell’uomo, essi sono sempre nella forma corpuscolare e quindi, non è necessaria nessuna trasformazione di stato.

Riprendendo ancora il nostro esempio, secondo Bohr i due oggetti illuminati, in assenza della consapevolezza dell’uomo, non avrebbero posizione. Lo spostamento repentino dello sguardo costringe il sistema di decodifica ad attribuire un posto fisico coincidente con la traiettoria del tuo sguardo. 

L’instabilità dello sguardo corrisponde all’instabilità della posizione dell’oggetto. Qualunque elemento disturbatore di questo processo potrebbe portare alla coscienza elementi contraddittori rispetto alla logica precostituita. 
In questi casi, si presume di vedere oggetti inesistenti o figure semoventi.

LUIGI: I fantasmi o gli alieni?

ETT: E’ prematuro risponderti subito! Devi pazientare e ascoltare quanto segue. 
Il pensiero è il frutto del sistema di decodifica il quale si forma mediante uso di segnali generati da organi interni al vostro cervello.
Saprai, tecnicamente parlando, che un segnale per essere tale deve poter variare e le sue permutazioni convogliano informazioni.  

LUIGI: Certamente! Un segnale piatto non porterebbe nessuna informazione!

ETT: Ammettendo la necessità delle variazioni, risulta ora importante capire in che modo le variazioni si susseguono e se la velocità dei cambiamenti non ci condurrebbe agli stessi problemi menzionati in precedenza.

LUIGI: Suppongo di sì!

ETT: Noi alieni, abbiamo imparto a usare i meccanismi frequenziali e riusciamo a comunicare senza la necessità della biologia. 

Esistiamo senza la necessità di un corpo fisico. 

Ognuno di noi è una presenza di consapevolezza unica, ben definita, complementare e non separata dalla totalità.

Non essendoci la divisione non abbiamo bisogno di comunicare, né di spostarci, né di contendere. 

Viviamo in un mondo integrato in cui il tempo, il dolore e ogni altra forma di insostenibilità dell’essere umano non ha significato.

martedì 8 gennaio 2013

ETT e i suoi segreti.




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LUIGI: La mia fremente curiosità mi spinge a frugare tra i tuoi segreti incoraggiandoti ad approfondire l’argomento.
Quali ingredienti mancano nella nostra concezione di energia per cui avremmo bisogno di tempo per considerarli?

ETT: Ti propongo un banale esempio mediante il quale potresti, almeno vagamente, figurarti il mio pensiero.

LUIGI: Sono tutto intento ad ascoltarti.

ETT: Voi umani utilizzare gli occhi come strumenti per cogliere la realtà esterna, analizzarla con la ragione e reagire di conseguenza, vero?

LUIGI: Certamente, e non dico altro per non interromperti!

ETT: L’intervallo di tempo che trascorre dal momento della formazione dell’immagine sulla retina fino a quello in cui le è associato un significato dal meccanismo cerebrale, avrà un valore piccolo ma comunque determinato.
E’ così?

LUIGI: Sì, è proprio come tu dici!
Il nostro sistema di decodifica non è istantaneo.

ETT: In questo intervallo di tempo la vostra coscienza non vi entra. Non siete consapevoli di quanto potrebbe succedere. L’assenza della consapevolezza elimina il tempo e perde di significato il concetto di velocità con tutti i suoi annessi e connessi.
Non ha senso l’eternità, lo spostamento, il conteggio e in generale la successione. 

Senza la consapevolezza, Il prima e il dopo sono concetti astratti o come dite voi, irrazionali. Di conseguenza, ciò che è irrazionale, voi lo giudicate impossibile, esattamente come la presenza di noi alieni.

LUIGI: Forse, comincio a intuire il punto d’arrivo.

ETT: Sii paziente ancora per qualche altro attimo.

LUIGI: La mia sorpresa per ciò che stai raccontando vuole il tuo riconoscimento. 
Ti prego di scusarmi e continua.

ETT: Noi alieni, almeno in questa fase della vostra storia, sfruttiamo la vacanza del senno umano per manifestarci e tentare un ricongiungimento a un qualcosa che voi intendete come passato ma che per noi è la girandola dell’universo in espansione.

LUIGI: Permettimi di intervenire per evidenziarti una contraddizione legata al concetto del tempo, del quale mi è sembrato che tu voglia presentarlo come un elemento virtuale del nostro mondo e invece, lo utilizzi nei termini di “passato” ed “espansione”.

ETT: Purtroppo, non abbiamo termini migliori per indurvi pensieri non ancora maturi al vostro mondo. 
Non vado oltre questo concetto per non trascurare l’esempio che ti ho proposto, ma, se vorrai, potremo parlarne successivamente.

LUIGI: E’ troppo ghiotta la questione per trascurarla! 
Al momento opportuno la richiamerò, per ora puoi continuare.

ETT: Tenendo conto di quanto detto prima, circa il modo con cui acquisite l’immagine e dell’attesa imposta dal meccanismo di decodifica, prima della completa sua definizione in termini di significato, ti invito a seguire questo semplice esperimento.

LUIGI: Sono pronto a tutto.

ETT: Scegli due oggetti posti ad una distanza tra loro tale da poterli osservare senza dover muovere la testa.
Per entrambi gli oggetti, la luce giungerà ai tuoi occhi pressoché nello stesso tempo, per cui il tempo di formazione dell’immagine sulla retina coinciderà. 

I due oggetti, in quanto diversi, subiranno da parte del meccanismo cerebrale un processo di decodifica simile nel funzionamento ma differente per il significato associato. 

Questa differenzazione creerà un buco di coscienza per il quale manifesteresti un senso di insofferenza nel muovere gli occhi mentre sposti alternativamente lo sguardo sui due oggetti. 

Il tentativo di riconoscere l’oggetto ogni volta che si posa lo sguardo, provoca anche una instabilità dell’immagine sulla retina a causa dei tempi di reazione degli organi recettori.

I due oggetti danno l’impressione di vibrare sul punto dove dovrebbero sembrare immobili.

Se ci fossero problemi connessi con la sovrapposizione degli effetti, potremmo vedere i due oggetti muoversi o figurare presenze di altri oggetti nel tragitto di spostamento dello sguardo. 

Il livello di sensibilità degli organi percettori darà una misura più o meno enfatizzata del fenomeno appena descritto.

LUIGI: In questo contesto io potrei vedere te, alieno?

ETT: Non proprio così, però questo è l’esempio che mette in evidenza la responsabilità degli organi sensoriali sul modo di fornire materiale alla mente razionale.

Il meccanismo di decodifica cerebrale è fatto di catene di neuroni attraverso i quali il segnale da decodificare giunge nelle zone di memoria dove risiedono i concetti utili per le associazioni. In tale percorso il segnale non dovrebbe perdersi, né subire alterazioni, per non comunicare informazioni errate al sistema di decodifica.

Purtroppo per voi, lo stato di questi binari dell’interpretazione è minacciato da numerosissimi pericoli, iniziando dall’alimentazione, proseguendo con la patologia e finendo con l’invecchiamento.

LUIGI: Siamo proprio mal messi, vero?

ETT: No, Luigi, è semplicemente il sistema umano; 
il vostro sistema di funzionare nell’ambito del livello universale in cui vi collocate.
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......... tratto da "il mio caro ETT" -----di Luigi squeo-----

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