sabato 11 agosto 2012

Abbraccio l'universo



Lo sguardo puntato lassù.

Gli occhi ciechi, bloccati davanti invisibile.

L’anima libera lanciata oltre l’immaginabile, porta con sé il cuore.

Miliardi di stelle,
orizzonti senza confini,
sono prati di battaglia per la luce,
in eterna lotta di dominio sul buio.

Un incauto tremore mi coglie!
Brividi di incommensurabile piacere increspano la pelle.

Accolgo in me la potenza del creato,
il mistero della vita.

Scorgo con altri occhi, una piccolissima stella.

Disegna il mio amore lontano.

Ricama i miei sentimenti.

Richiama la mia gioia di vivere.



Il fiato sospeso ha protetto il silenzio dei mondi,
sono ostaggio dei miei polmoni;
premono per far tornare a far scorrere il tempo.

Sento il sangue circolare nelle vene.

Sono tornato l’uomo comune, debole, limitato, solo,
testimone e comparsa del Creato.

Per pochi attimi ho abbracciato l’universo.


giovedì 9 agosto 2012

Amorometro



La legge dell’Amore governa il mondo e tutto l’universo; rappresenta un motore silenzioso che muove tutto verso una meravigliosa destinazione.

Noi uomini siamo come piccole formiche su un mestolo che amalgama il creato. 

Immagino, in prossimo futuro, che si possa inventare uno strumento di misura a cui assegno autonomamente il nome di “Amormetro”. 

Questo, esattamente come Vuotometro, dovrebbe misurare l’assenza d’amore in AGCM3 (Amor  Grammi per Metro Cubo).

Qualora si rivelasse una misura di AGCM3 sotto il limite minimo raccomandabile, scatterebbe il ricovero della persona in una delle cliniche d’amore per un trattamento a base di carezze, sorrisi e tenerezze in genere.

Ognuno di noi porterebbe bene in mostra l’indice d’amore, misurato tutte le mattine dallo strumento. 

Nel caso in cui il valore riportato risultasse basso, tutti potremmo notarlo e offrire una miglior disponibilità e comprensione alla persona momentaneamente non ben predisposta ad amare.

I peggiori guai per la nostra sociètà, derivano proprio per carenza informativa relativa alla quantità d’amore presente in ognuno di noi in un certo momento.

Il cattivo comportamento produce una reazione in coloro che lo subiscono esattamente opposta a quella che servirebbe per eliminarlo, creando un effetto a valanga per cui la persona cattiva diventa ancora più cattiva.

La cattiveria è un vuoto lasciato dall’amore; una specie di zona non colonizzata; Essa richiama l’amore ma con i mezzi che sono propri alla cattiveria stessa ed estranei all’amore.

Mi spiego con un esempio: un inglese che chiede soccorso ad un italiano, griderà “help!” e non “aiuto!”. 

Per questo motivo, l’italiano, non conoscendo la lingua inglese, rimarrà indifferente e l’inglese continuerà sempre più forte ad agitarsi e chiedere soccorso. 

Ovviamente l’italiano potrà intuire il bisogno d’aiuto dell'inglese attraverso lo stato emotivo, ma per tanti motivi, tra il quali, paura, egoismo, miopia, eccetera, l’italiano troverà fatica (avrà bisogno di carica d’amore) per muoversi in soccorso.

Lasciare soli coloro che mostrano di aver problemi e bisogno di compagnia, significa negare loro aria d’Amore necessaria perché possano sopravvivere e continuare ad esistere.

mercoledì 8 agosto 2012

La parola


Nel fresco mattino d’estate è facile ritrovarsi in dormiveglia e sentire una stanchezza simile a quella provata dopo una estenuante giornata di lavoro. 

Proprio in queste occasioni il mio vecchio amico ETT, mi fa visita con l’intento di studiare gli umani.

ETT: Buona giornata, Luigi! Noto con piacere che voi umani, facendovi scudo della necessità di dormire trascorrete un buon terzo della vostra vita in conclamata pigrizia.

Riprendi le tue facoltà e dimmi come si presenta il tuo stato d’animo.

LUIGI: Benvenuto, ETT! Capiti sempre quando la mia attenzione si allenta per cui tardo a risponderti come si dovrebbe.

Solitamente gli umani dormono per recuperare le loro facoltà, sostenute da una biologia costretta a rinnovarsi. Molti, come me, sognano e, per non lasciare nulla al non vivere, continuano l’esperienza del pensare e dell’amare anche durante il sonno.

Lo stato d’animo da svegli è suggestionato dalla fresca esperienza avuta nel mondo di Morfeo.

ETT: Forza! Racconta il tuo sogno. La curiosità è anche una facoltà degli extraterrestri.

LUIGI: Nel mio sogno, strano a dirsi, riflettevo sulla “parola” intesa come strumento nella comunicazione tra gli uomini.

Durante il sogno, parlavo con chiunque senza emettere suoni e senza muovere le labbra; semplicemente trasferendo idee tramite il pensiero. Tutti erano in grado di capirmi e non mi ha mai balenato l’idea che avrei potuto mentire.

Un’altra sensazione, difficile da riscontrare nella vita vigile, deriva da un senso di unione profondo presente nella comunità onirica. Il concetto di persona "estranea" trova consistenza solo quando svegliandoci prendiamo contatto con la realtà che ci circonda.

ETT: Che conclusioni ha fornito la tua riflessione da dormiente?  

LUIGI: Nel sogno nulla è impossibile, per cui mi sono rivolto al mio angelo custode e ho posto direttamente la domanda senza mezzi termini.

La sua risposta è stata chiara e soddisfacente ma, ha aggiunto pure, che appena sveglio non avrei saputo più riferirla.

Da innamorato dell’anima e da degno rappresentante del genere umano, mi sforzerò ad abbozzare un concetto che in quel momento mi è sembrato elementare.

La parola sembra che sia nata da un compromesso dell’anima con il corpo. 

Essa rappresenta quella linea di continuità che sostituisce la perduta unione dello spirito. 

Nel mondo senza nome e fuori della razionalità, esiste un’unica realtà che per necessità ha dovuto modellarsi in livelli di purezza e intelligenza.

Questo arcaico legame impone alle presenze in un certo livello un naturale rientro verso i livelli più alti e un ricomporre quella specie di unità originale. Potrebbe apparirti un gioco, ma la necessità motrice di questo meccanismo prevede un processo di consapevolezza ristretto al livello in cui opera.

ETT: Da extraterrestre, non capito molto! Faresti cosa gradita se riproporressi il tutto in modo diverso.

LUIGI: Tenterò! 

Noi umani siamo fatti di spirito e materia.

Lo spirito è condizionato dal corpo, luogo dove alberga la materia. Spirito e materia compongono il quadro “uomo” e per il fatto che entrambi sono entità uniche e d assestanti determina l’incongruenza per cui esistono  molti uomini e diversi tra loro.

Serviva, quindi, uno strumento che passando dalla consapevolezza delle parti, potesse favorire il processo di riunione che passasse attraverso l’evoluzione dei gradi di perfezione.

ETT: Forse, ho capito! 

Le parole sarebbero strumenti mediante i quali gli uomini possono capirsi e migliorarsi, nell’ottica di quella strana passione che voi chiamate Amore e che è anche una forza aggregatrice.

LUIGI: Pressappoco, così! 

Le parole sono frullate negli intendimenti che permettono allo spirito di rivelarsi sotto forma di sentimenti e con questi, per favorire una transazione positiva personale nel nostro mondo, nell’ottica della crescita dell’onda purificatrice o perfezionamento mossa dall’amore come legge di tutte le leggi. 

lunedì 6 agosto 2012

Difendo il mio amore

Look into my eyes - you will see
What you mean to me
Search your heart - search your soul
And when you find me there you'll search no more
(Bryan Adams)

Accarezzo i ricordi che porto dentro di me nello scrigno dell'anima, amare è continuare a nutrire il proprio desiderio, è capire i bisogni e le sofferenze del cuore della persona amata, è saper rinunciare anche alla passione, per sognare ad occhi aperti quell'attimo che attendiamo, fremendo, in un futuro indefinito.

Sarebbe bello se si avesse un registratore capace di incidere i pensieri, farli riascoltare anche agli altri, così si potrebbe conoscere completamente quanto amore e poesia sono nascosti nel cuore di ognuno di noi.

Vorrei far sentire il brivido che provo e quello che il mio cuore vorrebbe esprimere parlando d’amore. Echeggia in me un urlo di ribellione, di sfogo perché io sono nata libera e voglio essere libera di amare e farlo senza condizioni.

Vorrei perdermi nell’Amore per le emozioni che mi dona, per quelle sensazioni che mi inducono a concedermi totalmente senza riserve, per riuscire dolcemente a trarre linfa e gioie che mi mantengono in vita come farmaci miracolosi.

L’amore che mi vive dentro mi fa sorridere, mi invita sognare, sperare, credere ma è capace anche di farmi male, disarmarmi, dilaniarmi.

L’amore che mi comanda è capace di scavarmi dentro, di tracciare solchi profondi pronti per essere riempiti di energia.

Io mi concedo all’amore e amo tutto ciò che la vita mi offre.

Le persone che incrociano la mia strada, io le incontro, con loro vivo una parte del percorso, sentieri a volte scoscesi che mi fanno sentire in trappola, quasi soffocare, perché osservata nei miei passi, e divengo innaturale, dipendente dal compagno di viaggio del momento e solo allora mi rendo conto che sono rimasta indietro ad affrontare il percorso. 

Non è bella la dipendenza affettiva. Ogni viaggio va percorso come se si fosse da soli, anche quando si ama.

Ma non mi volterò mai per guardare indietro per rendermi conto cosa o chi ho lasciato; io devo continuare a percorrere la mia strada caparbiamente per non trascurare nulla.
  
Il tempo scorre e la vita insieme, tutto molto velocemente.

Voglio vivere ogni cosa, ogni favola, ogni principe azzurro, grigio o bianco incontrato nel mio mondo fantastico che la mia mente soltanto contiene, dove vivono, fate, folletti e draghi sconfitti. Compreso gli orchi cattivi a cui voglio vedere in faccia per affrontarli, sconfiggerli o lasciarmi sopraffare e convivere con le cicatrici.

Perché io amo e voglio vivere tutto, non voglio solo assaggiarla questa mia vita, voglio morderla, voglio aggredirla, prenderla, scuoterla, respirarla, voglio spogliarla e vedere cosa c’è oltre i vestiti e il trucco. 

Voglio stringerla così forte a me fino a lasciarle un segno, come uno dei tanti che lei ne ha lasciati sulla mia pelle e nel mio cuore. 

Ogni cicatrice, ogni livido, ogni bruciatura, sono feritoie per la mia anima dalle quali ogni cuor gentile può scorgere i miei fremiti vogliosi di un tenero conforto.  

I miei graffi sono le porte che si spalancano al mondo e le mie lacrime sono il riflesso speculare di ciò che scelgo di non mostrare.

... ... ... con gli occhi incantati, il cuore gonfio di piaceri, l'anima in cielo e la mente libera ... ... ... ecco il mio Amore!

Difendo il mio Amore. 

(tratto dal romanzo "DANIL - un amore mai vissuto -") *
con generosa partecipazione di REGINA RESTA.

domenica 5 agosto 2012

Mistero dell'anima



Avvolgimi  mistero dell’anima.
Svela i segreti più reconditi.
Silenzioso a te mi raccordo.

La morte conservi, perché della vita sei padrone.

Racchiudi timori, speranze e passioni,
nelle sacche dell’umile contadino,
costretto ad attendere il domani per un fiore.

Assegni alterigia al tempo,
che modella il mio corpo
e appronta l’anima al giudizio della vecchiaia.
  
Il mio cuore, intento, ascolta attonito.

Comanda ai suoi battiti di frenare,
affinché nel silenzio si celebri il rito.

Egli crede nell’immenso.

Offre tutta la sua ingenuità,
per accogliere la verità.

Nel procedere dei battiti rallentati,
 cela la speranza della vita eterna.

Nato per amare,
 continua a battere,
 credendo che nella vita non ci debba essere
altro che tenerezza infinita.


venerdì 3 agosto 2012

L'amore "idea"le


L’amore che io prospetto è quello ideale, inteso come “idea” dell’amore che parte dal proprio cuore e mira incondizionatamente al bene dell’amato a prescindere dalla sua immagine e dalle sue reazioni.

L’operato della persona amata non può scalfire la potenza d’amore di colui che ama. 

L’amore maturo, saldo, fermo nella volontà, imperturbabile alla foga del sentimento, è dispensatore di un forte senso della vita e di realizzazione nell’esistere. 

Lo stato, per nulla transitorio, di chi ama è di serenità interiore e fiducia nelle proprie azioni che sa di compiere con la razionalità del vivere in comunione.

Chi ama comanda se stesso, guida la propria anima nella tempesta delle emozioni ed è insensibile al richiamo ammaliatore degli egoismi. Nessuno, oltre se stesso, deve poter disporre delle scelte per le quali egli mira con i suoi atti d’amore.

La “fatica” nell’amore nasce dalla consapevolezza di mantenere e rinverdire la volontà di adoperarsi per il bene, in quanto ogni atto materiale d’amore è costretto a relazionarsi con gli organi sensoriali che giudicano e corrompono l’ideale. 

Riferendomi a un uomo, amare una bella donna e adoperarsi per il suo bene, è più facile ritrovare lo slancio rispetto a una brutta e intrattabile. Accogliere e Curare una bambina sporca e deforme, è più difficile farlo rispetto a un’altra che si presenta bella, pulita e intelligente.

L’amore in qualità di attività dell’anima, avendo come fine ultimo il bene, deve prescindere dalla persona amata, poiché lo stesso bene è un valore immutabile.

L’agire in amore è gratificante perché si sperimenta la potenza dell’essere intesa come capacità di volare sui limiti della natura umana, richiamando uno spirito di gratitudine che si allinea allo stato di felicità interiore.   

Le attività ispirate dall’amore e mirate alla persona amata, sono sempre le stesse, ma la “fatica” si scorge sottoforma di sforzo per vincere l’inerzia, in riposta al giudizio inconsapevole sancito per ciò che si vede, si sente, si odora e si tocca.  

L’amore vero è per pochi eletti che diverranno santi, poiché comandare i propri sensi e disciplinarli alle regole dell’amore è l’attività suprema dei maestri dell’amore, a cui si giunge soltanto dopo una pratica perseverante condotta per l’intera vita.

L’idea dell’amore che si vuol confondere con quello vero, è figlia del consumismo. 

In questo ambito, inizio e fine, sono le fasi di uso di un prodotto, che si deteriora nel tempo e del quale, successivamente si ricorda soltanto il gusto. 

L’amore imperfetto ha bisogno delle emozioni per accecare i sensi e camuffarsi nell’innamoramento.

giovedì 2 agosto 2012

L'Amore imperfetto



Mi piace immaginare la creazione del mondo sviluppatasi con gli stessi incanti presenti in una fiaba.

Un giorno del tempo del Signore, l’universo fu creato e con esso, tutte le parti materiali più belle furono distribuite a caso in ogni luogo. 

Il pianeta Terra ebbe il mare, montagne colorate e un cielo azzurro protettivo. 

Al termine dei lavori, il Creatore si fece un rapido giro lasciando scie di arcobaleno ovunque. La sua ricognizione non lo rese del tutto soddisfatto. 

Pensò di lasciare traccia di sé, creò anche una figurina semovente, semiautomatica, a cui gli è stato assegnato il nome di uomo.

Egli non completò il lavoro poiché sarebbe stato viziato dalla sua perfezione, lasciò, comunque, la possibilità che si completasse attraverso l’evoluzione. 

Per non correre il rischio che questo processo si deteriorasse o si arrestasse, spruzzò sull’universo una sostanza narcotica che richiamasse, in caso di pericolo, la sua potenza e bontà. 

La nube di questa sostanza iniziò ad espandersi e a contaminare ogni elemento dell’universo fino a giungere sul nostro pianeta e a posarsi sull’uomo. 

La qualità della sostanza si miscelò con la materia e assunse profili particolari che, a vario grado di contaminazione, divennero quell’entità conosciute con i nomi di Consapevolezza, Amore.

L’entità meno contaminata fu Amore per cui il segreto in esso racchiuso rimase bloccato in se stesso, e tuttora è ancora difficile da comprendere agli uomini mortali.

Se non ci fossero le sensazioni a guidare in questo ambito, forse Dio avrebbe fatto un dono inutile! 

Per fortuna, Egli è immune all’errore e con l’aiuto fornitoci dalla consapevolezza, ha confezionato i sentimenti di cui facciamo largo uso.

Il punto su cui la contaminazione dell’Amore produsse il maggior danno fu la natura discreta dell’essere. 

Amore dovette misurarsi con l’idea della separazione, della divisione e della logica, per la quale, uno è la metà di due, e le due parti sono diverse e sparate.

La separazione, figlia della discretizzazione, fece nascere l’egoismo e accrescere il potere di giudizio degli organi sensoriali usato come strumento improprio nell’ambito dell’Amore.

L’innamoramento rappresenta, appunto, questo strumento improprio dell’Amore viziato dai cinque sensi. 

Le disposizioni, in termini di ordini, condizionate dai cinque sensi, creano quei moti dell’anima che, come si suole dire, fa vivere l’Amore travolgente.

Con il trascorrere del tempo, i giudizi espressi dai sensi mutano e rallentano il moto dei sentimenti fino a determinare la stasi completa, consegnando, così, la loro fraudolenza alla consapevolezza.

Questa ideale analisi incoraggia una riflessione più profonda sull’Amore. 

Amare produce piacevoli sensazioni che hanno bisogno del sostegno dell’azione affinché lo stato ameno possa persistere e si possa godere dei suoi frutti. 

Queste azioni discendono da una volontà nata dalla convinzione interiore assunta per aver inteso il vero significato di Amore.

Purtroppo, capire l’amore in modo cattedratico, se pur fosse possibile, oltre che difficile è anche inutile; esso percorre le strade dell’irrazionalità e lo si sperimenta per tentativi ed imitazione attraverso una pratica caparbia.

L’Amore svincolato dalla volontà diventa una nobile dichiarazione di intenti utile a giustificare l’inerzia dell’anima.

L’Amore che io intendo è faticoso, gratificante, prescinde dal carattere della persona amata; non si esaurisce; alberga nel nostro cuore ed è indifferente a ciò che succede fuori.

Quando un amore è finito, significa che non è mai iniziato; ci sono stati soltanto giochi d’amore.

Quando due innamorati si separano, significa che non si sono mai amati; si sono solamente piaciuti per l’aspetto fisico o per la reciproca disponibilità caratteriale.

Il vero Amore non ha bisogno del sigillo formale della religione o dello stato; nemmeno della prova dei figli.
  

mercoledì 1 agosto 2012

Inutile pietismo



Un bambino piange.
Una parte del mondo piange.
Nessuno ascolta.

Non vale per l’attenzione da dedicare.
Non vale per il tempo da dedicare.
Non lo conosco.

So bene che vive in qualche posto 
sperduto del “terzo” mondo.
Lontano da dove dimoro io.
Lontano dalla mia coscienza.

Distratto dalla pubblicità per gatti.
Distratto dalle showgirl, 
dalle partite di calcio, 
dalle olimpiadi.

Se guardando la sua foto, 
il suo sguardo smarrito 
e i rivoli del pianto che stentano ad asciugarsi, 
un moto interno non parte,
allora anche queste mie parole sono inutili.

Si!
Inutile pietismo.

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