lunedì 7 maggio 2012

Si può ...



Si può volare anche senza le ali, 
invitando la razionalità ad essere spettatrice non giudicante.

Si può passeggiare nel giardino dell’anima,
accogliendo qualsiasi emozione che mantenga sempre viva la consapevolezza dell’esistere.

Si può dimenticare il mondo,
 lasciandolo fuori con le sue temporanee verità,
con le sue manie di grandezza, 
con le sue risibili necessità.


Si può essere belli per sempre, 
anche a dispetto di ciò che gli occhi vedono.

Si può cercare di cambiare questo mondo soffiando sul vento dell’anormalità, lasciando che il bambino abbandonato nella nostra intimità trovi spazio.

Si può cambiare la storia dell’umanità, 
facendo ripartire un nuovo umanesimo,
 dove i valori dell’anima non sono solo decantati 
ma anche praticati.

Si può …

Bisognerebbe diventare i campioni dell’universo!



L'antico ritornello



Il ritornello che sembra risuonare dentro l’anima dei delusi, quasi volesse castigarli per le scelte  sfortunate, dice:

“C'era una volta una storia. Una storia fatta di tante bugie ... ma si sa ... le bugie durano il tempo dell'obnubilamento, poi ... qualcosa squarcia la nebbia e la verità per crudele che sia irrompe ... e non puoi fare a meno, pur volendo ... di prenderne atto ... Addio bella storia”.

Il senso di impotenza che traspare da questo nodo che stringe il tuo cuore, limita la capacità di predisporti al cambiamento. Affidare al caso o alla speranza ciò che dovresti controllare tu in prima persona, è come sperare che il mare perda la sua salsedine.

Il mondo umano è composito, fondato sulle reciproche relazioni che sono responsabili e catalizzatrici del benessere interiore. 

Ogni individuo, nel condurre la propria esistenza, gioca la sua partita a scacchi, muove pedine e pezzi importanti del suo essere, secondo una strategia che mira a tessere legami per cui il gioco si conduce in modo assolutamente personale e avvincente. 

Il fine ultimo è lo scacco matto alla condizione umana che, per quanto sia meravigliosa, resta palesemente limitativa, bisognosa di sostegno materiale e psicologico.

Sebbene gli stessi problemi siano stati vissuti dai nostri antenati, tutti siamo in ricerca di ricette che funzionano. 

Pensatori, filosofi e poeti, si sono prodigati a suggerire soluzioni. 

Essi hanno scavato nell’animo umano per cerare motivazioni da cui far emergere nuovi comportamenti utili a lenire il senso di solitudine e sopportare la consapevolezza di un’incapacità strutturale nel superare ostacoli invisibili.

Quando nella nostra solitudine ci sentiamo unici nel dolore, consoliamoci pensando che sebbene nessuno possa eliminare il dolore e che non possiamo esimerci da esserne protagonisti quando questo ci coglie, esso è comune a tutti gli uomini. 

Si illudono coloro che credono di poterlo prevenire sempre. 

L’esperienza del dolore, oltre che impossibile non viverla, è necessaria allo sviluppo della vita stessa. 

Il dolore è la spia usata sia dal corpo sia dallo spirito che, per tentativi, ci consente di muoverci, attraverso la sua modulazione, nella direzione puntata verso l’obiettivo che solo per presunzione ognuno di noi crede di avere individuato.

Fidiamoci di ciò che appartiene all’essere umano per farci guidare nel cammino della vita e farci credere di spenderla nel miglior modo possibile, e cioè, le emozioni. 

Scartiamo per convenienza, quelle cattive che derivano da rabbia, tristezza, odio, cattiveria; mentre sfruttiamo appieno quelle che provengono dall’amore, gioia, generosità, fiducia, bontà. 

Se non vogliamo farlo per l’umanità in generale, accontentiamoci di farlo egoisticamente per noi stessi. 

Si ottiene un risultato immediato: il sorriso diventerà ospite fisso sul nostro viso e indurremo gli altri a imitarci.

giovedì 3 maggio 2012

Esseri speciali



Silenziosa tra elastiche pareti, la goccia di sangue umana corre furiosa per alimentare cellule viventi di un corpo che imprigiona l’anima.

Fa sorridere al solo pensare che l’allegra goccia, spinta dalla pressione di un cuore albergatore di sentimenti, deve dare significato all’opera di un cervello che si affatica a cercare motivazioni.

Egregio meccanismo inventato da Colui che è costruttore di tutte le macchine e che ha voluto regalarsi un giocattolo per il quale la perfezione non si addiceva. 

L’uomo perfetto sarebbe stato monotono, un prodotto inutile della grandezza dell’Ente supremo.  

Nell’automatismo di questo giocattolo ha voluto sintetizzare e meravigliosamente approssimare concetti come scienza, fede, intuito, amore.

Goccia di sangue continua a girare negli incavi stretti tra muscoli ed ossa.
 
Consentimi di credere di essere speciale.

domenica 29 aprile 2012

Per incanto (dentro l'anima)



Non mi basta di pensare per esistere!

Anima mia ho bisogno della tua compagnia;
ho bisogno di respirar emozioni;
ho bisogno di dimenticare i miei guai.

Ora chiudo gli occhi e  tirami dentro!

Lascerò il mondo ad attendermi.

Ti vesti di dolcezza e di mistero,
espandi il tuo spazio senza confini.

Riesci a convincermi per quello che non dici.

Fai della solitudine occasione di vita.

Mi racconti della vita eterna,
delle meraviglie dell’amore,
e dimentico di respirare.

Forse lo stupore mi ha conquistato.

Vi prego, non spegnete il mio incanto.

giovedì 22 marzo 2012

Nota al "Il mondo Illusorio"



Personalmente credo che il fascino dell’universo perderebbe qualcosa, se non chiudessimo gli occhi alla fredda ragione e non ci abbandonassimo al desiderio di “vedere” una presenza dalle sembianze umane, a cui ricondurre ogni bene e meraviglia.

In questo modo, la serenità dell’anima che ne deriverebbe, favorirebbe tutte le possibili aperture mentali per le quali scienza, religione e fantasia, tutte coesisterebbero e si integrerebbero, celebrando nel momento  in cui il pensiero si forma, la miglior realtà possibile.

LUIGI SQUEO


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