lunedì 28 maggio 2012

Vento

 
 
 
Suonino le campane.
Scendano coriandoli di gioia dal cielo,
Si scatenino bufere.

Cantar vorrei l’animo umano.

Vento,
accarezza il mio viso,
rinfresca il mio spirito,
muovi la mia penna, 
 'sì da colorar d'emozioni ogni parola.

Lasciami guardare incantato il cielo stellato,
 'sì da ricordarmi la meraviglia del creato.

Mi inebrio nel profumo di una rasa sorpresa dal tuo fruscio.

Vuoi ricordami le magia della natura,
la bellezza della vita!

Sarò felice di correre senza motivo per le strade del cuore.

Ritroverò i visi allegri dei miei amici

Nel mentre,  però,
 continuerò a consumare lo stupore 
per ciò che da lassù, senza farti mai vedere, inventi.

Non nasconderti dietro l’arcobaleno,
poiché la bellezza dei suoi colori tradisce l’infinito tuo amore.

Dio mio, tienimi sempre vivo così!

 Quando tornerò da te avrò tanto da raccontarti!

Il mondo Illusorio (recensione 2)



San Ferdinando di Puglia, 27/05/2012

In un mondo globalizzato non poteva mancare questo interessante libro,"il mondo illusorio", che ci istiga a non abbassare la guardia sia alla riflessione che al pensare, con la necessità anche momentanea di isolarci dalle problematiche che ci giungono quotidianamente dal mondo esterno. 

Non è una lettura facile, bisogna sorseggiarla come un buon bicchiere di Barolo d'annata; scoprire Bohm e Pribram, due scienziati apparentemente antitetici ma in realtà coesi in un unicum. 

Per sdrammatizzare, mi è venuta alla mente un episodio accaduto quando la Chiesa era alla ricerca di qualcuno che potesse divulgare in maniera semplice al popolo il pensiero di Sant'Agostino. 

Fu dato l'incarico al vescovo Caetano, il quale onorato da tale incarico, lavorò tantissimo che alla fine ne uscì un lavoro talmente astruso e complicato che un notabile della chiesa scrisse che "per poter comprendere il vescovo Caetano, era necessario leggere Sant'Agostino". Il che significa che per poter comprendere Bohm e Pribram bisogna leggere "il mondo illusorio".
Aggiungo che sarebbe interessante (per cui ti invito a scrivere il seguito...) il concetto di "vibrazione o risonanza dei neuroni" oggetto di recenti ricerche di neuroscienze, con i lavori sui neuroni a specchio del prof Rizzolatto dell'Università di Parma. 

Le vibrazioni generano suoni, i suoni concerti e non c'è più bella armonia del "sapere" che la lettura dell'opera di Luigi Squeo.
Dott. Pasquale Verzicco

domenica 27 maggio 2012

Abbraccio Vitale



Abbracciare è un atto semplice e naturale.

Con l’abbraccio il linguaggio del corpo afferma:

  • Un desiderio e un invito a confermare l’unione degli esseri.
  •  Un augurio che l’Amore non sia illusione dell’uomo.
  • Un sostegno reciproco a migliorarci, essendo consapevoli delle nostre debolezze.
  •  Una speranza di appartenere e all’unico universo frastagliato in infiniti riflessi di se stesso.
  • Un ritorno allo stato primordiale, grazie all’annullamento della distanza dei corpi e all'azzeramento della forza di attrazione.
  •  Una sincronizzazione delle trasmissioni spirituali (avvicinando i due cuori si potenzia il campo magnetico risultante).
  • Una pulsione emotiva che si aggiunge al respiro dell’universo.


Non dovremmo aver paura di Abbracciarci.

Se titoli nobiliari o culturali, onorificenze intellettuali o economiche, posizioni nella scala sociale, dovessero apparirci come muri invalicabili, comportiamoci come pionieri di una nuova epoca.

ABBRACCIAMO I LEONI PER SCOPRILI TENERI AGNELLINI.

sabato 26 maggio 2012

Amore


Qual dolce sentir più aggrada il mio cuor,
udir d’un suono che di serenità mi infonde.

Viaggiar nell’anima sempre vorrei,
dove scavar emozioni fatica non costa.

Mirabile immagine si appresta alla mia mente.

Fugge via al freddo descrivere.

Soave si approccia al romantico sognatore,
 che del tempo non fa ricordo.

Amore!

Corri sul filo del cuore.

Indomito all’oblio,

versi nettare nell’anima degli uomini.  





venerdì 25 maggio 2012

Giudizi e Pregiudizi



L’idea nella mente dell’uomo è il motore della sua macchina vivente. Esattamente come un mirabile calcolatore, attraverso i canali sensoriali, l’uomo acquisisce gli input per utilizzarli in un’elaborazione razionale concretizzata dal sapere. 

Quest’ultimo, visto come frutto della storia degli ingressi pervenuti e sperimentati per raffinamenti successivi (esperienza), fornisce una qualità e consistenza all’idea che successivamente si matura e che poi diventa promotrice delle azioni future.

La decantazione di un nuovo insieme degli input, supportato dall’architettura precostituita interna della mente razione, forma il GIUDIZIO.

Evidentemente, l’architettura per definizione stessa dell’ambiente promotore, deve per forza essere soggettiva, salvo per limitate proiezioni e riflessi che sembrano accomunare gli individui. 

Le relazioni, apparentemente simili, per le quali si è soliti dire “condivido” e ci rende solidali nelle idee, sono solo momentanee convinzioni nel “vedere” lo stesso scenario. 

Non si discute sulla genuinità della convinzione, invece, si può obiettare sull’opportunità di condividere idee.

L’atto della condivisione, se pur apparente, è un riscontro necessario al fine di superare la solitudine ancestrale dell'essere umano e rifuggire dal senso di anormalità o eccezione, anticamera della pazzia e quindi dell’isolamento totale.

Il giudizio è la conseguenza di un vivere in società che ci porta a scegliere il nostro posto nel parlamento della vita “dichiarabile” sana. Il giudizio, quindi, è la pressione interna alla psicologia umana che si manifesta con idee e azioni variegate. 

La conseguenza vitale delle esternazioni, ci produce un senso di realizzazione, con il quale giustifichiamo il nostro esistere e appaghiamo la nostra “sete” di illusoria capacità di autodeterminazione.

Voltaire, grande illuminista francese, aveva ben chiaro questo concetto, al punto di elevare la libertà di pensiero al valore massimo per l’uomo e accettare che si possa sacrificare anche la vita per difendere il diritto a essere libero di pensare, parlare e agire.

Egli sapeva benissimo che una persona muta, se non potesse esprimersi, non sarebbe in grado di muoversi e l’azione, in quanto espressione della vita stessa, la sua eventuale inibizione equivarrebbe alla morte.

Il giudizio fa parte della vita dell’uomo ed è numerabile come il conteggio degli esemplari umani sulla terra. 

Per ogni uomo il suo giudizio è il migliore. 

Le azioni che egli potrà intraprendere rifletteranno il suo giudizio, sancito da convinzioni radicate nel tempo e quantificate dalla sua esperienza socio-culturale, e infine, qualificate dai filtri morali imposti dal vivere insieme.

I pregiudizi sono giudizi prematuri, fuggiti dalla disciplina formativa. 

Essi sono come allegri bambini in gita scolastica, permangono fino al termine del viaggio. Arrabbiarsi a causa dei pregiudizi sarebbe come prendersela con i bambini perché fanno chiasso.

In alcuni casi, i pregiudizi, in qualità di giudizi immaturi, si arrogano poteri che non hanno e riescono a fare male a coloro che per disgrazia risultano soggiogati. 

Il pregiudizio è un segno di grandezza illusoria del proprio pensare.

Il pregiudizio inizia le sue battaglie in groppa al cavallo della stupidità, per poi tornare a piedi sconfitto.

I pregiudizi utilizzano strumenti approssimati, forniti da una razionalità addormentata dall’ignoranza e da quella razionalità illusa dalla bassa autostima dei propri padroni.

giovedì 24 maggio 2012

Il mondo illusorio (recensione)


Il valore di uno scritto e quindi del suo autore, si misura dalla capacità di saper interpretare gli elementi cardini su cui si basa la sua opera. Luigi Squeo, nel suo “il mondo illusorio”, è riuscito pienamente a coordinare elementi di riflessione scientifica che rendono chiaro quel mondo illusorio che tutti oggi travolge perché tutto oggi gestisce, quale espressione dell’intelligenza dell’uomo.
Dott. Pasquale Tempesta

martedì 22 maggio 2012

Il trailer del mio ultimo libro






La convinzione che la nostra sia l'unica e possibile realtà, ci confina nel cerchio dell'ignoranza, ci limita il piacere di esistere.

Misuriamo la felicità nel rapporto con il prossimo e la concretizziamo in azioni condizionate dalla conoscenza.

Ciò che si crede di conoscere non è vero sapere, se non si applica e non lo si rivive attraverso la sua pratica in ogni momento della vita.

Ecco il trailer .............




lunedì 21 maggio 2012

Ghiaccio blu



Se il mondo fosse ghiaccio blu,
sarebbe sincero e trasparente come il ghiaccio;
sarebbe freddo e duro contro la cattiveria e l’ipocrisia.

Dominerebbe l’amore,
 come il blu profondo del mare,
come il tenero celeste del cielo.

Risuonerebbe ovunque il sentimento,
come il rumore allegro della frenetica acqua di ruscello nato dalla generosità dei ghiacci delle montagne.

Saremmo immersi in un esistere
occupato dai piaceri dell’anima.

 Saremmo sempre pronti a vibrar emozioni,
in eterna devozione a Colui 
che dell’uomo ne fatto una prova del sua potenza.

domenica 20 maggio 2012

Una stella risplende




Sento troppa tristezza per filosofare su un evento che mette a nudo le povere miserie umane raccolte nella mente di qualcuno che, con la morte dei suoi simili, ci gioca come in un video game.

Non resta che raccontare di una cronaca che ci lascia sbigottiti. Increduli, turbati, ci sforziamo per cercare una logica che possa giustificare una pazzia così evidente.

La mente del misero uomo che ha pensato e attuato il vile gesto, non può appartenere all’allegro mondo di Melissa; non può essere un padre, un insegnante, uno studente, un amico dei sentimenti.

La paura che ciò che è estraneo all’animo umano possa occupare un primo piano nella società civile, ci spinge istintivamente a restare vicini, in una sorta di abbraccio collettivo, per essere testimoni della forza d’amore sempre viva e in continua espansione .

Uniamoci in questa ideale catena come se potessimo formare una scala verso il Paradiso, su cui Melissa si incammina verso Dio. 

Il male, che uno stupido le ha fatto, è nulla rispetto alle meraviglie del cielo. 

Un pensiero commosso rivolgo ai suoi genitori per i quali nessuna parola potrebbe lenire il loro dolore.

Essi sappiano che Melissa è un frutto buono maldestramente strappato da questa terra per abbellire la volta celeste e dalla quale mille spiragli di luce illumineranno i cuori teneri della terra.


Melissa,  in tutte le notti serene in cui vedrai la tristezza nel cuore dei tuoi genitori, allinea le stelle e sorridi loro!

Eri una meravigliosa ragazza in terra ma sei tra le più luminose lassù.  

venerdì 18 maggio 2012

Amarsi


 “Non è possibile amare nessuno, se prima non si è capaci di amare se stessi*".
Molto tempo fa, viveva un uomo padre di sette figli, tutti maschi. La famiglia abitava una ricca zona della terra, dove era possibile trovare di tutto, sia come opportunità di lavoro, divertimento e cultura, sia come possibilità di ottenere cure e medicine per qualunque malanno. 

Un giorno Marco, il figlio maggiore, decise di abbandonare la casa del padre e vivere un’esperienza solitaria e autonoma, lontanissimo da dove era nato.

Il padre capì che la decisione di suo figlio era irrevocabile e dall’alto del suo amore, gli permise la partenza. È inutile dirti che gli offrì tutto il necessario per il viaggio e le risorse per la sua sussistenza per almeno un anno.

Dopo un lungo vagabondare, Marco si fermò a vivere in un rifugio nei pressi di Pokhara, uno sperduto piccolo paese alle falde dell’Himalaya. In questo posto non esisteva nessun mezzo con il quale egli potesse comunicare con il mondo occidentale.

Il cibo e tutto ciò che era necessario per mantenersi in vita, riusciva a procurarselo dai mercanti che settimanalmente percorrevano gli stessi sentieri da tempo immemore e con i quali barattava stoffe e disegni confezionati dalla sua ricca fantasia artigianale.

Marco, in quel luogo dove aveva scelto di vivere, cercava se stesso e le risposte a domande abbandonate dal senso comune. 

Passarono molti anni e molti problemi interiori trovarono soluzioni. Quando la serenità del suo animo pervase completamente la sua esistenza, una malattia lo sorprese disarmato.

La sofferenza fisica e la prospettiva che potesse morire senza che la sua famiglia sapesse nulla, indussero Marco ad affidare a uno dei mercanti di passaggio un messaggio da destinare a suo padre. Il messaggio, sentore di un amore mai perso per la sua famiglia, annunciava al padre i sintomi della sua malattia, per la quale chiedeva conforto e medicine.

Soltanto chi è padre può sentir forte la stretta del cuore che inevitabilmente lascia senza fiato e costringe nervosamente ad aprire la lettera pervenuta da un figlio lontano e di cui non si hanno notizie da molto tempo. L’avida lettura della missiva placò l’ansia, perché fu sostituita da una rigida tensione che sembrò fermargli il cuore. 

Un attimo dopo, il padre addolorato avrebbe voluto avere le ali per volare in quel posto sperduto dove suo figlio rischiava la vita.

Doveva mantenere la freddezza necessaria per riflettere e poi organizzare il viaggio. 

Occorreva consultare uno specialista per individuare tutto il necessario utile alla cura della malattia. 

Il desiderio di partire immediatamente, contrastava la sua razionalità che gli suggeriva di pianificare con calma il viaggio.

In un primo momento aveva deciso di non informare tutta la famiglia per non complicare ulteriormente la situazione e rallentare le procedure d’intervento, ma era abituato da sempre a coinvolgerla in qualsiasi evento che riguardasse ogni suo membro.

Costringendo l’improbabile a divenire certezza, in un tempo che l’ansia definiva eterno e la ragione solo pochi giorni, Marco con suo padre erano nella stessa tenda.

Marco: Papà, sei tu? – A causa della febbre elevata, con difficoltà Marco riconobbe il padre –

Padre: Sì, Marco! Sono io! Ora ti porterò via con me e in pochi giorni ritornerai forte come orso.

Marco: Papà, perdonami per i guai che ti sto procurando. 

Con gli occhi umidi e le ciglia che sbattevano velocemente per bloccare la formazione delle lacrime, il padre abbracciò Marco senza rispondergli.

In quegli attimi, Il Padre di Marco avrebbe voluto raccontargli tante cose, ma lo stato in cui il figliolo si trovava non permetteva che si facessero lunghi discorsi.

Avrebbe atteso il momento opportuno per dirgli:

“Figlio mio, hai voluto cercare la tua strada e hai avuto il coraggio di farlo. Ti sei voluto bene e di questo sono veramente orgoglioso. Mi hai fornito la prova che il mio grande amore per te è servito ad arricchirti, così che tu stesso fossi in grado di donarne. 

Sei consapevole dei tuoi limiti e delle tue forze, per cui ora puoi affrontare il mondo da generoso quale sei. 

Possiedi tanto amore che donandolo moltiplicherà se stesso. 

Marco, sono felice di averti insegnato ad amarti perché in questo modo tu sarai capace di amare tutto il mondo". 

Amare se stessi è la garanzia che tutto ciò che si fa per il prossimo, è come se si facesse per sè.

L'amore esclusivo non appartiene alla natura umana. L'amore esclusivo è un derivato del pensiero razionale che per soggettivare ha bisogno di separare, escludere ed infine focalizzare.

*(http://carlasalemusio.blog.tiscali.it/)

giovedì 17 maggio 2012

Il mio primo libro



Se siamo esseri pensanti non possiamo eludere una necessità interiore che ci spinge a trovar risposte a domande che spesso non riusciamo a formulare. 

Eventi occasionali come leggere un libro, un’esperienza di vita, potrebbero innescare quello strano meccanismo comune a tutti gli uomini che, nel vento della passione, rende possibile qualunque idea e raggiungibile qualunque traguardo.

Un misero sistema Operativo


Il limiti connessi con la natura "uomo" impongono la metodolgia di analisi per gradi, sezioni, livelli, usando la tecnica della separazione come alibi della semplicità a discapito del grosso prezzo che si paga in termini di logica dell'insieme e della comprensione reciproca. 

Separando, si da significato all'"Io" e al "Tu", al "mio" e al "tuo", al bene e al male e in generale, ai sinonomi e contrari. 

Serve la spegnimento della macchina (come un PC), per capire che si tratta di un misero sistema operativo, adattatto per far muovere un  insieme ossa, muscoli e pensieri....

che da soli non avrebbero nessun senso e non concorrerebbero a determinare lo stupido essere che si affanna a nutrirsi per 100 anni su un pianeta posto ad opportuna distanza da una stella sperduta nell'universo, a cui è stato dato il nome di Sole!

domenica 13 maggio 2012

Ciao Mamma



Auguri Mamma, dicono che oggi è la tua festa!

Mi unisco a questo clima di amore verso la persona che tutti amiamo in modo particolare, perché vorrei continuare a festeggiarti mentre lo faccio tutti i giorni.

Non ho il coraggio di dirtelo apertamente, ma chissà quante volte ho pensato che tu avessi un dono speciale da Dio! 

Lavori sempre in silenzio, sopporti pazientemente i miei capricci, ti mostri sempre pronta e premurosa, in cambio di uno sgangherato amore che distrattamente mi ritrovo a confessarti!

Ai tuoi problemi di mamma si aggiungono quelli di donna e di moglie.

Non oso immaginare le grandi manovre a cui una mamma che lavora si sottopone!

Mamma tu sei la più speciale tra tutte le cose speciali.

Io sono orgoglioso di avere una mamma e piango al dolore nel solo immaginare coloro che debbono ascoltarla dal paradiso.

Mamma, la mia unione fisica con te, interrotta con la nascita, è solo un gioco di Dio che vuol vedere tanta tenerezza negli anni della nostra separazione sulla terra.

Mamma, ti voglio Bene!

Se una lacrima solca il mio viso, non ti preoccupare, è soltanto un segno di incontrollata gioia per il tuo amore.

   

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