mercoledì 25 dicembre 2013

Natale con ETT (prima parte)






LUIGI: Buon Natale ETT!

ETT: Non so come risponderti, non conosco ciò che festeggiate!

LUIGI: Il Natale è una data in corrispondenza della quale celebriamo la nascita di un grande uomo.

ETT: Allora, festeggerete tutti giorni! Credo che siano esistiti molti grandi uomini, o sbaglio?

LUIGI: Cristo è stato un uomo un po’ speciale! Egli è considerato il figlio di Dio, il rappresentante umano del padrone dei mondi.

ETT: Strano che io non lo conosca!

LUIGI: Probabilmente, avete un sistema di raffigurazione diverso dal nostro. Non dirmi che non avete un padrone o qualcuno che si elevi al di sopra di voi!

ETT: Sì, è vero, ma non lo chiamiamo Dio, né lo festeggiamo.

LUIGI: Beh, noi abbiamo bisogno di festeggiarlo, dimentichiamo facilmente i modi più convenienti per convivere su questa terra.
Credere nel Dio, ci aiuta a sopportare la solitudine e ci animiamo di una speranza inesauribile. Siamo troppo deboli e limitati per camminare da soli sul pianeta.

ETT: Insomma, mi fai capire che il vostro Dio è in surrogato di potenza a vostro uso e consumo?

LUIGI: Come al solito, Ett, ti riveli per niente umano! Non hai ancora imparato che le espressioni di noi umani sono un misto di sentimento e ragione.
La tua affermazione fa intendere il nostro Dio soltanto come un  manufatto, invece, Egli è per noi qualcosa di più profondo.

ETT: Sono pronto ad ascoltarti.

LUIGI: Abbiamo la fede, per esempio.

ETT: Aggiungi mistero a mistero!

LUIGI: la fede è uno speciale assenso della nostra ragione a qualcosa che ci viene rivelato in modo extra-sensoriale e che facciamo discendere da qualcuno molto più potente e illimitato di noi umani. L’extra ammissione fa decadere la necessità di trovare un ragione poiché la verità rimane chiusa in una convinzione personale non comunicabile.

ETT: Ottimo stratagemma per non parlarne!

LUIGI: Alcuni umani risponderebbero come te.

ETT: Terrestri molto extra?

LUIGI: No, li chiamiamo atei, coloro che non hanno un Dio a cui credere.

ETT: Mentre, tutti coloro che credono in un Dio chi sono?

LUIGI: In questo caso abbiamo molte sigle: Cristiani, Mussulmani, Ortodossi, Protestanti, Calvinisti, Buddisti e molte altra ancora.
Usando una sola parola, si tratta di religioni.

ETT: Ogni religione ha un suo Dio?

LUIGI: Polemicamente potrei risponderti di sì, visto che ognuno di noi è abituato coltivare il proprio orticello. In realtà, questo ente supremo è unico ed è consapevole dei nostri problemi.

ETT: In che modo il Dio vi aiuta materialmente?

LUIGI: Egli interviene sul nostro spirito e alimenta la volontà di operare nel segno della tolleranza reciproca e dell’immediato e futuro bene per l’umanità.

ETT: Mi fai un esempio?

LUIGI: Certo! Ci rende gioiosi quando operiamo nel bene e tristi quando commettiamo ingiustizie. Per chi si comporta bene, quasi tutte le religioni promettono un premio finale.

ETT: cioè?

LUIGI: Per il cristiani, il Paradiso, il luogo fisico-mentale dove contemplare Dio e ritrovarci dopo la vita terrena.

ETT: Comincio a capire qualcosa.
Il clima natalizio vorrebbe, quindi, ricostruire sulla terra quell’habitat che ritroverete in Paradiso?

LUIGI: Ett, non farmi esporre troppo con queste mie considerazioni. Molti amici potrebbero non condividere le mie idee. Invece, perché non mi parli del tuo mondo?
Avete anche voi un Dio?
Avete anche voi il problema della morte?

ETT: Premesso che noi extraterrestri non ci riveliamo apertamente a voi umani per il motivo della razionalità insufficiente, avrei anch’io un grosso problema nel fornirti le risposte che invochi.
Comunque, grazie al fatto che ti parlo attraverso il tuo spirito, sono protetto dalla responsabilità indiretta della tua psicologia, per cui tutto ciò che dirò potrebbe essere acquisito con leggerezza a causa del tua intercessione.

LUIGI: In altre parole ti stai scaricando dalla responsabilità di quello che dirai?

ETT: Ebbene, sì!

LUIGI: Bell’amico sei!

ETT: Ricorda sempre che non sono umano!!


LUIGI: Affrettati a dirmi tutto, perché ho un’amica perseguitata da un grande dolore e che le impedisce di gioire in occasione del nostro Santo Natale. In sua vece ti porrò qualche domanda.

ETT: Conosco benissimo la tua amica e so anche che cosa vuoi chiedermi. Ti racconto tutto e ti prego di non interrompermi perché quello che seguirà non potrà essere un dialogo. Lascio a chi legge o ascolta queste mie parole, darle il giusto e personale credito. 



 (continua nel prossimo articolo)
 

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