mercoledì 4 febbraio 2015

10 mesi per salvare il Pianeta

Alcuni mesi fa, uno scienziato è tornato nell'Oceano Artico per studiare la fuoriuscita di bolle di metano. Le aveva già osservate tempo prima, a centinaia, un metro l'una, uscire dal mare e rilasciare un gas 50 volte più inquinante della CO2. Ma al suo ritorno è rimasto pietrificato: erano cresciute, erano di UN CHILOMETRO l'una. Centinaia di enormi colonne di gas.

Gli scienziati ci hanno avvisato da tempo, esistono "punti di non ritorno" causati dal surriscaldamento terrestre che fanno impazzire il Pianeta. Un altro esempio: più si sciolgono i ghiacci che riflettono il calore nello spazio, più la temperatura dell'oceano aumenta, facendo sciogliere ancora più ghiaccio in una spirale inarrestabile. Ma nel 2014 tutti gli indicatori climatici sono stati "anomali". Ed è stato l'anno più caldo mai registrato nella storia.

Ma POSSIAMO fermare questa crisi agendo subito e mobilitando l'intero Pianeta. Possiamo trasformare questo scenario da incubo nel migliore futuro possibile: pulito, verde, e in equilibrio con il Pianeta.

Mancano solo 10 mesi al Vertice di Parigi, dove si deciderà il destino di questa enorme battaglia contro il cambiamento climatico. 10 mesi per convincere i leader mondiali a sostenere il nostro piano e fargli mantenere le promesse. Siamo noi contro le multinazionali del petrolio e chi dice che niente può cambiare.

Possiamo farcela, ma nel 2015 abbiamo bisogno del sostegno di tutti: bastano anche solo pochi euro, e addebiteremo le donazioni solo quando raggiungeremo il nostro obiettivo. Dobbiamo vincere, per il Pianeta che tutti noi sogniamo.

Pensare che tanto non si possa fare niente è inutile certo, ma soprattutto sbagliato. È tardissimo, ma possiamo ancora fermare questa catastrofe se iniziamo subito a convertire le nostre economie da petrolio e carbone a fonti di energia alternative. Un obiettivo che spingerà il mondo a collaborare come mai prima d'ora per difendere l'unico Pianeta che abbiamo. In fondo, Avaaz è nata per costruire questo futuro.

Questa sfida richiederà passione, speranza e tutto il nostro ingegno. E abbiamo un piano:
  1. Non ci fermiamo: la Marcia Globale per il Clima voluta e spinta dalla nostra comunità ha stravolto il dibattito politico. Abbiamo già visto risultati concreti in alcune politiche nazionali. Ma le compagnie petrolifere stanno preparando la loro contromossa, e dobbiamo essere pronti.
  2. Il Presidente francese in prima linea: il presidente francese François Hollande presiederà il vertice, una posizione importantissima. Serve che si batta per un risultato importante. Ha già incontrato il nostro team e si è offerto di dare all'accordo di Parigi il nome di una giovane avaaziana! Dobbiamo assicurarci che non si tiri indietro quando le cose entreranno nel vivo.
  3. Un salto di qualità: la portata di questa crisi è tale che dobbiamo andare oltre una normale campagna, con azioni importanti, dirette e non violente che colpiscano l'immaginazione: dobbiamo far capire che questa cosa è urgente, e spingere le persone ad agire. La Marcia è stata solo il primo passo.
  4. Basta disinformazione; miliardari come i fratelli Koch e le loro compagnie petrolifere sono la maggiore industria di menzogne sul tema del cambiamento climatico. Finanziano scienza spazzatura per confonderci e spendono milioni in campagne di comunicazione ingannevole, mentre comprano politici. Vogliamo investire nel giornalismo investigativo per smascherare la loro disinformazione.
  5. Obiettivi chiari e precisi: persino di fronte a una catastrofe di proporzioni planetarie, 195 governi in una stanza possono rivelarsi semplicemente incompetenti. Dovremo far emergere i punti chiave dell'accordo dal rumore di fondo del dibattito politico, e focalizzare i media e i leader su di essi. Il nostro obiettivo principale è un impegno chiaro a un mondo senza più emissioni di CO2, alimentato al 100% da energie pulite. Questo sarà il punto di svolta che indirizzerà gli investimenti privati in massa sulle energie rinnovabili.
All'ultima conferenza sul clima, a Copenaghen nel 2009, abbiamo svolto un ruolo fondamentale nelle elezioni "verdi" in Germania e Giappone, nel cambiamento delle politiche in Brasile e nell'ottenere dai paesi ricchi la promessa di 100 miliardi di dollari all'anno di sostegno ai paesi in via di sviluppo per contrastare il cambiamento climatico. Nel 2009 eravamo solo 3 milioni e dopo Copenaghen capimmo che dovevamo essere molti di più per affrontare la sfida del cambiamento climatico. Ora siamo 41 milioni, in continua crescita.
Il cambiamento climatico è il problema globale "definitivo", e richiede la cooperazione di tutti i governi del mondo. Con milioni di membri uniti da uno stesso ideale e provenienti da tutti i paesi del mondo, Avaaz potrebbe diventare lo strumento definitivo per quell'azione collettiva. È la nostra occasione per costruire un mondo come quello che vorremmo per i nostri figli. Diamoci da fare.

Con speranza e riconoscenza per questa straordinaria comunità,

Ricken e tutto il team di Avaaz

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