Ma come nasce questa passione per la scrittura?
“La passione per la scrittura è nata quasi per gioco, o forse per necessita', a 14 anni, con le prime poesie” - esordisce Fabio Squeo - “Erano
versi ingenui, certo, ma autentici, pieni di emozioni che non riuscivo a
recitare ad alta voce. Scrivevo per sentirmi, per liberarmi, per capire
qualcosa di me e di quello che mi stava attorno. Poi, col tempo, quella
scrittura si e' incontrata con la filosofia. Non e' stato un ingresso
clamoroso, ma un avvicinamento silenzioso. Leggevo, ascoltavo, pensavo. E
piu' pensavo, più sentivo che le parole potevano farsi profonde,
diventare strumenti per scavare, per andare oltre la superficie. Molti
amici, ascoltandomi parlare o ragionare, mi dicevano “Tu sei nato
filosofo … perche' non ti iscrivi a filosofia?”
All’inizio sorridevo, ma dentro di me quella frase iniziava a fare eco. Perche' in fondo lo sentivo, me lo immaginavo: la scrittura e la riflessione filosofica stavano diventando la mia forma di respiro. Col tempo, la scrittura e' diventata qualcosa di piu' profondo: un ponte tra pensiero e vita, tra riflessione ed esperienze. Dopo la laurea in Filosofia e la partecipazione a diversi simposi internazionali in Polonia, ho capito che la scrittura non era solo un mezzo per esprimermi, ma anche per condividere. Scrivevo appunti, saggi, poesie, riflessioni sparse ecc, ma ad un certo punto scrivere era diventato non piu' un esercizio creativo, ma un bisogno esistenziale. Scrivere era, ed è tuttora, un modo per cercare un senso, anche laddove il senso sembra mancare”.
Lo scorso anno, nel 2024, sei stato selezionato per meriti letterari per il premio letterario “Il Canto del Mare”. Che esperienza e' stata?
“Quasi non ci credevo. Non tanto per il riconoscimento in se' - che ovviamente mi ha onorato - ma perche' ho percepito che qualcosa di mio, di personale, è stato realmente ascoltato” - prosegue Fabio Squeo - “Quel progetto, infatti, non era solo una rassegna di scritti, ma un invito a portare in superficie cio' che il mare, simbolicamente, tiene sommerso: memorie, desideri, inquietudini e bellezza. Ho dato valore al premio non tanto come punto di arrivo, ma come punto di rilancio. L’ho vissuto come un segnale, un riconoscimento. Ho tradotto quel premio come uno stimolo a migliorarmi, ad affinare la mia voce e ad andare ancora piu' a fondo con le parole”.
E' uscito in queste ultime ore il tuo ultimo lavoro che si intitola “Lo sguardo nel tempo della filosofia”, un libro che mette al centro delle attenzioni del lettore la filosofia...
“Sguardo nel tempo della filosofia” e' un’opera particolare, nata dal desiderio di raccogliere e far dialogare voci diverse, spesso in contrasto con le filosofie ufficiali, ma tutte accomunate da uno sguardo profondo e personale sul senso dell’esistenza” - sottolinea Fabio Squeo - “Nel libro ho scelto di includere una settantina di figure - filosofi, mistici, santi, poeti, sacerdoti carismatici, scienziati e medici indipendenti - che, ognuno a modo proprio, hanno offerto visioni alternative, controcorrente, talvolta profetiche. Non ho voluto seguire un ordine cronologico: li ho messi a caso, o meglio, secondo un ordine interiore, quasi musicale, lasciando che le voci si rincorressero, si contraddicessero, si illuminassero a vicenda. Cio' che e' emerso non è un trattato sistematico, ma un percorso di ascolto. Un viaggio dentro l’inquietudine, la ricerca, l’intuizione. Un mosaico di sguardi che attraversa i secoli ma che rimane sospeso nel presente, come un filo teso tra il tempo e l’eterno. E' un libro che ha come scopo non quello di spiegare accademicamente, ma di interrogare e di affascinare chi legge, aprire spiragli di vita. In fondo, la filosofia non chiude, ma apre. E questo libro intende fare proprio questo: aprire, sorprendere, far incontrare lettori e pensatori fuori da ogni recinto ideologico e cronologico. Perché la filosofia, quando viene praticata bene, con passione e conoscenza, parla sempre al presente e ci interroga ora”.
Per concludere, tu sei un grande appassionato di Filosofia, ma come si concilia questa disciplina incentrata sul ragionamento e la riflessione critica con le nuove generazioni?
“La filosofia, piu' che conciliarsi con le nuove generazioni, è proprio cio' di cui i giovani hanno bisogno” - spiega Fabio Squeo - “Viviamo in un’epoca in cui tutto si consuma alla velocità di un gesto, di un like dato senza pensarci. È il tempo dell’istante, dove ciò che non è considerato immediatamente utile viene scartato “subito”. Quando dico “subito” non intendo dire solo “in fretta”. Intendo senza profondita', senza attesa, senza ascolto. E' il tempo dell’azione che precede la comprensione, della risposta prima ancora che ci sia un vera domanda. In questo tempo del “subito”, tutto cio' che non da' un risultato immediato è inutile. Se una frase non e' virale, se un’idea non e' monetizzabile, se un’emozione non e' spettacolarizzabile, viene scartata. Ma la filosofia non è mai “subito” . E' il lento farsi della comprensione, e' ascolto della complessita'. La filosofia ha bisogno, oggi, di onestà, semplicita' e coraggio. Non deve nascondersi dietro un linguaggio difficile o accademico. La filosofia deve essere una voce amica, che non impone, ma deve saper parlare, interrogare e condividere”.
Ricordiamo che il libro “Lo sguardo nel tempo della filosofia” é già disponibile per l'acquisto sulla piattaforma Amazon.
All’inizio sorridevo, ma dentro di me quella frase iniziava a fare eco. Perche' in fondo lo sentivo, me lo immaginavo: la scrittura e la riflessione filosofica stavano diventando la mia forma di respiro. Col tempo, la scrittura e' diventata qualcosa di piu' profondo: un ponte tra pensiero e vita, tra riflessione ed esperienze. Dopo la laurea in Filosofia e la partecipazione a diversi simposi internazionali in Polonia, ho capito che la scrittura non era solo un mezzo per esprimermi, ma anche per condividere. Scrivevo appunti, saggi, poesie, riflessioni sparse ecc, ma ad un certo punto scrivere era diventato non piu' un esercizio creativo, ma un bisogno esistenziale. Scrivere era, ed è tuttora, un modo per cercare un senso, anche laddove il senso sembra mancare”.
Lo scorso anno, nel 2024, sei stato selezionato per meriti letterari per il premio letterario “Il Canto del Mare”. Che esperienza e' stata?
“Quasi non ci credevo. Non tanto per il riconoscimento in se' - che ovviamente mi ha onorato - ma perche' ho percepito che qualcosa di mio, di personale, è stato realmente ascoltato” - prosegue Fabio Squeo - “Quel progetto, infatti, non era solo una rassegna di scritti, ma un invito a portare in superficie cio' che il mare, simbolicamente, tiene sommerso: memorie, desideri, inquietudini e bellezza. Ho dato valore al premio non tanto come punto di arrivo, ma come punto di rilancio. L’ho vissuto come un segnale, un riconoscimento. Ho tradotto quel premio come uno stimolo a migliorarmi, ad affinare la mia voce e ad andare ancora piu' a fondo con le parole”.
E' uscito in queste ultime ore il tuo ultimo lavoro che si intitola “Lo sguardo nel tempo della filosofia”, un libro che mette al centro delle attenzioni del lettore la filosofia...
“Sguardo nel tempo della filosofia” e' un’opera particolare, nata dal desiderio di raccogliere e far dialogare voci diverse, spesso in contrasto con le filosofie ufficiali, ma tutte accomunate da uno sguardo profondo e personale sul senso dell’esistenza” - sottolinea Fabio Squeo - “Nel libro ho scelto di includere una settantina di figure - filosofi, mistici, santi, poeti, sacerdoti carismatici, scienziati e medici indipendenti - che, ognuno a modo proprio, hanno offerto visioni alternative, controcorrente, talvolta profetiche. Non ho voluto seguire un ordine cronologico: li ho messi a caso, o meglio, secondo un ordine interiore, quasi musicale, lasciando che le voci si rincorressero, si contraddicessero, si illuminassero a vicenda. Cio' che e' emerso non è un trattato sistematico, ma un percorso di ascolto. Un viaggio dentro l’inquietudine, la ricerca, l’intuizione. Un mosaico di sguardi che attraversa i secoli ma che rimane sospeso nel presente, come un filo teso tra il tempo e l’eterno. E' un libro che ha come scopo non quello di spiegare accademicamente, ma di interrogare e di affascinare chi legge, aprire spiragli di vita. In fondo, la filosofia non chiude, ma apre. E questo libro intende fare proprio questo: aprire, sorprendere, far incontrare lettori e pensatori fuori da ogni recinto ideologico e cronologico. Perché la filosofia, quando viene praticata bene, con passione e conoscenza, parla sempre al presente e ci interroga ora”.
Per concludere, tu sei un grande appassionato di Filosofia, ma come si concilia questa disciplina incentrata sul ragionamento e la riflessione critica con le nuove generazioni?
“La filosofia, piu' che conciliarsi con le nuove generazioni, è proprio cio' di cui i giovani hanno bisogno” - spiega Fabio Squeo - “Viviamo in un’epoca in cui tutto si consuma alla velocità di un gesto, di un like dato senza pensarci. È il tempo dell’istante, dove ciò che non è considerato immediatamente utile viene scartato “subito”. Quando dico “subito” non intendo dire solo “in fretta”. Intendo senza profondita', senza attesa, senza ascolto. E' il tempo dell’azione che precede la comprensione, della risposta prima ancora che ci sia un vera domanda. In questo tempo del “subito”, tutto cio' che non da' un risultato immediato è inutile. Se una frase non e' virale, se un’idea non e' monetizzabile, se un’emozione non e' spettacolarizzabile, viene scartata. Ma la filosofia non è mai “subito” . E' il lento farsi della comprensione, e' ascolto della complessita'. La filosofia ha bisogno, oggi, di onestà, semplicita' e coraggio. Non deve nascondersi dietro un linguaggio difficile o accademico. La filosofia deve essere una voce amica, che non impone, ma deve saper parlare, interrogare e condividere”.
Ricordiamo che il libro “Lo sguardo nel tempo della filosofia” é già disponibile per l'acquisto sulla piattaforma Amazon.
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