giovedì 31 dicembre 2015

Eterno presente





La nostra mente non è in grado di stabilire in modo assoluto l’intensità di un’emozione, il grado di lucentezza, la dimensione, peso di un oggetto. 

Tutto ciò va a dispetto dell’esattezza delle scienze fisiche e matematiche. 

Einstein, con la sua relatività, ha posto il problema nel dominio della razionalità. 

Egli ha spiegato che qualunque legge fisica è vera fino a quando i nostri riferimenti continuano ad essere quelli tradizionali altrimenti, tutto va rivisto nell’ottica della relatività.

Studi più recenti (sollecitati da indagini di mercato per scoprire nuovi metodi per favorire le vendite), hanno rivelato una qualità della nostra mente sorprendente.

Pensiamo, decidiamo e agiamo come se il passato, pur consapevoli della sua esistenza, non fosse tenuto in esatta considerazione.

Propongo un esempio.

Immaginate di entrare in un negozio di scarpe di lusso. 

La sensazione sul valore che attribuite a un paio di scarpe che vi viene mostrato, è determinata dalla differenza di prezzo rispetto e quello dell’ultimo paio visto prima. 

In altre parole, se la scarpa che state osservando ora costa 300 €, e quella che avete visto prima costava 120 €, il vostro giudizio v’impone l’idea che le prime scarpe erano di scarsa qualità, dimenticando che, in un altro negozio più modesto, precedentemente visitato, avete avuto la stessa sensazione confrontando una scarpa di 30 € con l’altra di 90.

La nostra mente fa sempre paragoni tra ciò che gli occhi vedono “ora” e ciò che hanno visto di simile ultimamente, mostrando grande difficoltà a mantenere una lucida panoramica su un ampio ventaglio di alternative che si apre sul nostro passato.

Lo stesso discorso si potrebbe fare sulla luminosità di una stanza, sulle qualità morali di un vostro amico, sulla qualità della vita tra generazioni, sul giudizio storico di alcuni eventi (che come avrete sperimentato è molto ballerino).

Tutto questo mio dire, porta ad un’inevitabile conclusione: tutto è opinabile poiché tutto è frutto di un confronto con il presente, il quale è soggetto a continue mutazioni, sia in termini biologici, sia in termini psicologici (trascurando gli aspetti culturali, sociali, politici). 

La felicità non sta nel passato, né nel futuro, ma nella vita quotidiana, generata dai sussulti emotivi che tiriamo fuori come conigli da un cilindro. 

Il gradiente di emotività pari a 100, può venir fuori da (200 – 100) oppure da (2000 – 1900), l'effetto sulla nostra pisiche è identico.

Molti si affannano per portarsi sui 2000, pensando così di avere maggiori opportunità di "consumare" gioia. 

Intanto, consumano il bene unico e non rigenerabile, quale è il tempo vita. 
    

mercoledì 30 dicembre 2015

in arrivo il 2016

 
Non capisco la convinzione diffusa che fa intendere la presenza di un’entità esterna che, sapendo dell’ingresso del nuovo anno, ci predispone un futuro che vorremmo fosse migliore del presente.


Questa entità per molti è un Dio, per altri il destino, per altri ancora un capriccioso caso. 

In tutti i casi si percepisce una figura che, in relazione al nostro modo di agire, è quasi predisposta a spianarci la via del futuro. 

L’entità può influenzare la nostra salute, il nostro successo negli affari e nell’amore; siamo convinti che questa può disporre dello sviluppo della nostra vita. 

Implicitamente, sentiamo di essere passivi, impotenti ai suoi capricci per cui anche le disgrazie che ci piovono addosso, non dipendendono da noi, non ne siamo responsabili e quindi, siamo sempre degni di comprensione o di una benevola assoluzione.


Qualcuno di noi, ha la sensazione che, nel ruolo di costruttore del proprio futuro, un posto nella scala decisionale comunque lo abbiamo e per questo, enuncia un piano di buoni propositi che rimarranno scritti nell’aria del primo gennaio.


Credo, invece, che dovremmo prendere atto che siamo noi i costruttori della vita e che ciò che siamo è il risultato di quello che abbiamo fatto, delle decisioni prese, delle rinunce e degli investimenti operati.


Il quadro economico, sentimentale, professionale che ci incornicerà il primo gennaio del prossimo anno, sarà quello che inizieremo a costruire ora. 

Se siamo attivi da subito, faremo incontrare l’opportunità con la preparazione pronta a coglierla. 

Per molti, questo modo di approcciarsi con la vita e chiedere a essa il meglio, si chiama FORTUNA.


Chi disponendo delle stesse opportunità e non le ha saputo sfruttare, attribuisce staticamente il merito alla fortuna. 

Nasce così, quel sentimento di sconfitta chiamato INVIDIA, con il quale lo sfortunato utilizza le armi del discredito per nascondere i propri peccati e quella serie d’insufficienze determinate dalla pigrizia.


Presumo che qualcuno obietti facendo notare che per qualunque attività servono gli attrezzi, le condizioni, gli investimenti, gli stimoli, che spesso non dipendono della volontà di chi vuole modellare il proprio futuro.


Ovviamente, non potrei dissentire, ma ribalto la questione ponendovi un interrogativo: 

Quando vorremmo iniziare un’attività, facciamo sempre tutto quello che serve per intraprenderla? 


Capita spesso che una leggerissima contrarietà diventi un ostacolo insormontabile; per esempio: una brutta giornata piovosa, un piccolo mal di testa, un giorno prefestivo, un appuntamento irrinunciabile, eccetera. 

In questi casi basta il più piccolo dei pretesti che offre alla pigrizia la possibilità di ingigantire la contrarietà, giustificando così la rinuncia. 

In generale, sono sempre pochissimi i casi in cui veramente incontriamo alberi spiantati che impediscono il transito sulla nostra strada. 

Alcuni, chiamateli maghi, riescono pure a tradurre l’ostacolo in un’opportunità aggiuntiva o alternativa.


In tutti casi la qualifica di ostacolo “insormontabile” è sempre attribuita dal nostro giudizio che palesemente è quasi sempre condizionato dai suoi limiti.


Augurandovi un meraviglioso 2016, ricordatevi, con un segno su tutti i mesi del calendario, che voi siete il direttore dei lavori della vostra vita.


Decidendo di aumentare il numero delle Domeniche, amplificherete la dose della fortuna necessaria per conseguire il vostro successo. 

martedì 29 dicembre 2015

Una vita in maschera




Oggi sono stato ospite nella casa di un amico ed entrando da estraneo non potevo immaginare con quanta festa e gioia mi ha accolto il suo cane.

Ritornavo da questo amico per la terza volta e del suo cane ricordavo a malapena il nome.

Galeotta sarà stata la distratta carezza a legare affettivamente il cane alla mia persona o forse, il piacere che il mio ospitante dimostrava nel ricevermi?

Se credessi alla teoria di Giordano Bruno, avrei avuto già la risposta!

Ma permettetemi un minimo di megalomania, per scartare l’ipotesi che nell’anima di quel cane poteva esserci quella di un mio sfortunato antenato e quindi, concludere che tutti gli animali hanno un’anima regredita in un corpo meno nobile di quello umano.

L’atteggiamento del cane mi ha comunque impressionato.

L’impressione è servita per farmi volare con la fantasia e immaginare un mondo come quello vissuto dal cane.

Mi sono detto:
“Che mondo meraviglioso sarebbe, se incontrando chi accompagna il mio amico, anche senza conoscersi a fondo, ci abbracciassimo e insieme mostrassimo gioia e piacere di esserci incontrati.

Nessun motivo egoistico, premeditato, se non l’appartenenza al mondo delle tenerezze, spiegherebbe l’entusiasmo e la genuinità della manifestazione affettiva”.

Un filosofo greco antico, Diogene di Sinope detto il cane, aveva intuito la struttura di questo mondo e voleva entrarci con tutta la sua convinzione.

Infatti, la conduzione della sua vita fu come un’imitazione di quella del cane.

Egli riteneva che, al contrario degli animali, gli esseri umani vivessero in modo artificiale, ipocrita e che dovessero imparare dai loro atteggiamenti il vero modo di relazionarsi con il prossimo. 

Provocatoriamente estese la pratica del modo d’essere fino a interessare le funzioni fisiologiche, che egli espletava in pubblico senza mostrare disagio.

Diogene era convinto che Il mondo dell’avere, in quello del cane, non esisteva! Egli rinunciò a ogni bene materiale per sentire ciò che istintivamente un cane dimostra.

Addirittura, ruppe la scodella per bere quando scoprì che il cane, nel momento di bere, se dovesse scegliere tra una naturale e zampillante fonte a cielo aperto e quella laconicamente presente nella ciotola, sceglierebbe senza riserva la prima opzione.

La stravaganza di quest’uomo fu eccezionale, pensando alla reazione che ebbe nell’incontro con Alessandro Magno, il famoso conquistatore del mondo allora conosciuto.

Dall’alto della potenza, della gloria e della fierezza, il grande re si avvicinò al lurido cane Diogene e disse:

“Diogene ho saputo di te e della tua filosofia, dimmi che cosa posso fare per te a dimostrazione della mia ammirazione?”.

Diogene quasi scocciato dalla situazione, inclinò la testa per guardarlo fuori dalla botte dov’era rannicchiato e rispose:

“Ti chiedo di spostarti col cavallo affinché la tua ombra non mi privi del sole!”.

Alessandro capì che quella risposta non era un’insolenza nei suoi confronti, ma una perfetta corrispondenza ai dettami della filosofia. Ritiratosi all’interno del rifugio, Diogene non attese la replica del grande conquistatore:
“Se io non fossi Alessandro Magno, vorrei essere Diogene”.

Nella vita non si sceglie di essere, ed essere è incomprensibile per chi vive nell’apparire.

giovedì 24 dicembre 2015

In attesa del 25 Dicembre


Il 25 dicembre è un giorno speciale. 

La gioia e la bontà d’animo sono facoltà comuni.

Ci sentiamo tutti buoni! 

Il piacere della festa si avverte in ogni senso.

Già dal primo mattino (si fa per dire, perché il letto tarda a svuotarsi), ci sentiamo freschi, riposati, preparandoci a godere dei regali e delle reciproche galanterie. 

Gli odori di dolciumi miscelati con quelli del sugo di agnello, circolano liberamente nelle case che assistono alla frenetica attività di mamme e papà intenti a preparare il pranzo di Natale.

Tra gli squilli dei telefoni fissi, ormai in disuso e i televisori ad alto volume che inondano film di Natale, si odono le polifonie dei cellulari. 

Il rito dell’invio degli sms (messaggi brevi inviati con i telefonini) prende il suo momento migliore. 

Naturalmente, per ogni messaggio ricevuto è obbligatorio rispondere, se non si vuol fare la figura dello sparagnino o dell’insensibile.

Il tempo è tiranno, perché ci sono mille cose da fare. 

Bisognerebbe pure uscire, per l’incontro con amici e ristabilire appuntamenti o completare discorsi o saluti della sera precedente.

Mezzogiorno incalza e tutti i convenevoli devono terminare per approntarsi al pranzo.

Fortunati, sono coloro che hanno il pranzo prenotato “fuori”, cioè al ristorante! 

Questi hanno qualche impegno in meno da assolvere.

È emozionante sentire quanto denso sentimento traspare dalle frasi di augurio. 

Peccato però, che trovano solo il tempo della loro pronuncia. 

In questa occasione, i mondi raccontati da alcune televisioni o giornali, non esistono.

Vi presento un breve riassunto raccolto dalla BBC, oggi 24 dicembre 2015. 

"Tra le 18 persone annegate nel Mediterraneo, ci sono molti bambini. La barca si è capovolta nel tentativo di attraversare il mare dalla Turchia alla Grecia".

 
"Un comandante talebano locale e 50 combattenti sono stati uccisi in scontri durante la notte a Sangin nella provincia di Helmand.... ".

- "I governi del Regno Unito e degli Stati Uniti hanno emesso un avviso circa possibili minacce contro gli occidentali nella capitale cinese Pechino durante periodo di Natale".

 
- "La polizia australiana ha arrestato tre persone dopo aver liberato un bambino trovato chiuso all'interno di un rifugio sotterrano addetto allo smistamento e tagli di droghe". 

- " Un incendio durante la notte in un ospedale nel sud dell'Arabia Saudita ha ucciso almeno 25 persone e il ferimento di altri più di 100".


Buon Natale.

mercoledì 16 dicembre 2015

Pubblicazione di Danil



Non credo al caso, e qundi non è il caso che ha fatto in modo che il romanzo uscisse proprio ora, nel periodo natalizio. 



Voglia essare questa mia pubblicazione un omaggio ideale a tutte le donne sfortunate di ogni luogo e di ogni religione, nate per amare ma ritrovate a subire ciò che per nessun essere umano è giustificabile.




Un fiore delicato non può nulla contro il vento e la pioggia,
 mentre infuria la tempesta.

Avvolto nella sua bellezza, reclina sul suo stelo.

Oscillando, dorme.

Non sa che può morire
 perchè chi ama non muore mai.

Attende il sole caldo
per mostrare i suoi colori 
e spargere profumo.

Attende per ricordare che tutto passa,
 mentre  la vita continua.

Attende 
perchè vuole continuare a consolare i cuori dolci,
   raccontando con il soffio di un Dio che si chiama Amore.

mercoledì 9 dicembre 2015

Un mondo nascosto





Si racconta che Dio tolse allo struzzo la sapienza e non gli diede nessuna intelligenza, in compenso gli riconobbe un elevato grado di prudenza e di circospezione. 

Forse sbagliò la dose; resta di fatto che qualsiasi evento nuovo, qualsiasi presenza estranea, produce l’effetto di atterrirlo nella stessa misura, indipendentemente dal reale grado di pericolosità che essi comportano. 

Lo struzzo non sa valutare, né distinguere le minacce serie dagli avvenimenti strani, ma del tutto inoffensivi, e si lascia atterrire dagli animali più innocui.

La cultura popolare lo vede, in queste occasioni, infilare la testa sotto il terreno per nascondersi dal pericolo.

La verità, invece, dice che si china con il collo disteso e con il corpo appoggiato a terra cercando di imitare un cespuglio o una grossa roccia, e se il predatore si avvicina troppo, scappa a grandi falcate che possono raggiungere i 70 km/h.

Dio con l’uomo è stato un alchimista. Lo ha fatto nascere e vivere in due realtà contemporaneamente. 

Il mondo dei cinque sensi: illusorio, limitato, transitorio; il mondo dell’anima: misterioso e affascinante.

Il mondo dei sensi è così approssimato che per sperimentare l’esistenza, il nostro creatore ha ridotto al massimo la dimensione delle finestre sensoriali.

In altre parole, vediamo, sentiamo, tocchiamo, odoriamo e gustiamo, solo entro limitate bande di variazione.

Certi animali mostrano alcune finestre più ampie, ma la differenza con quelle dell’uomo è, comunque, trascurabile.

Il mondo dell’anima è, invece, infinito, nonostante abbia a disposizione quel pochissimo materiale offerto dal mondo dei sensi per manifestare il suo potere.

Immaginate che qualcuno di noi, per caso o fortuna, abbia una finestra visiva un poco più ampia rispetto alla dimensione comune.

Che cosa succederebbe?

Vedrebbe cose escluse a tutti gli altri!

La psicologia della persona straordinaria costruirebbe una sua realtà completamente diversa e inimmaginabile da quella degli altri.

Se siamo allineati al pensar comune e facili giudici, automaticamente tacciamo di stranezza o pazzia, la persona con l’anomalia visiva.

Nel caso dello struzzo che mette la testa sotto terra per nascondersi al pericolo, siamo più comprensivi poiché si tratta di un animale.

Estendendo il discorso fatto sulla vista a tutti i cinque sensi, capirete benissimo come la realtà che viviamo è convenzionale, limitata alla banda sensoriale assegnatoci. 

Basta una frazione di banda in più, anche instabile o momentanea, per far diventare uno di noi, una persona con poteri paranormali.

Forzando l’idea delle finestre sensoriali espandibili, saremmo giustificati nel pensare che possa esistere un modo che ci faccia percepire il tempo in anticipo (vivremmo nel futuro) o in ritardo (ritorno al passato).

Sarebbe anche bellissimo poter andare oltre le frequenze udibili!

Con evoluti decoder saremmo in grado di sentire e vedere tutto ciò che entra nel nostro raggio d’azione (spettro di frequenze), compreso le vibrazioni emesse attraverso le emozioni.

Parleremmo senza muovere la bocca, ci sposteremmo nel vuoto come onde elettromagnetiche, beffeggiandoci degli ostacoli e giungendo alla velocità della luce in ogni luogo dell’universo.

Saremmo l’energia dell’universo!

Non siate dispiaciuti per non poter sperimentare tutto questo, poiché dopo la morte, ci sarà tutto il tempo che ci serve.

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