venerdì 29 maggio 2015

Oggi il sole splende per te


 
Oggi  il sole splende per te.

La mia anima s'appaga al pensiero tuo dolce.
Cammino per il mondo al ritmo dei battiti lenti del cuore.
Celata dall'ansia del ritorno, l'idea felice accelera il mio passo.

Porto con me i tuoi odori,
il tuo sguardo tenero,
l'immagine della tua mano che cerca la mia.

Sorriderò per te con gli amici.
Per loro sarò semplicemente simpatico.
Non sapranno mai del mio tesoro.

Non mi stancherò del lavoro.
Sopporterò i poveri di spirito.
Contagierò d'allegria chi mi sarà vicino.

Voglio consumare al meglio ogni secondo che mi separa da te,
poichè insieme a te il tempo non scorre. 
 

mercoledì 27 maggio 2015

L’orrore nascosto negli allevamenti italiani







Un'inchiesta giornalistica sta svelando l'orrore di allevamenti intensivi dove migliaia di maiali sono costretti a vivere in condizioni tremende, a mangiare nei propri escrementi, mutilati alla nascita. Sull'onda di questo scandalo postriamo costringere il Ministero della Salute a mettere fine a questa illegalità con una task force per controlli e sanzioni più efficaci. Firma e condividi:

FIRMA ORA

Con speranza e determinazione,

Luca, Luis, Francesco e tutto il team di Avaaz

martedì 26 maggio 2015

Normalità

Siamo così imbevuti del proprio egocentrismo che inconsapevolmente consideriamo noi stessi al centro dell’universo, spodestando il sole dal suo piedistallo.


Esistono nella vita di tutti i giorni numerosi episodi che rivelano questa antica predisposizione mentale degli esseri umani.


Pensate che personalmente ogni giorno conto molte occasioni in cui questa mia convinzione si avvalora. 


Credo che anche voi spesso siete stati protagonisti o vittime di questa anomalia umana.


La cosa strana che rilevo è data dal fatto che quando un peccato non si commette spesso, la sua scarsa frequenza diventa motivo per eleggere il peccatore a santo.


 Per esempio, una persona non troppo occupata sui propri bisogni la definiamo sbrigativamente “generosa”. Oppure una persona che ti saluta educatamente diventa immediatamente “brava” persona.


Secondo questa regola dovremmo essere riconoscenti a chi NON ruba o NON ammazza; a chi NON è mai stato in prigione; a chi NON inganna, a chi NON ......


Tutto questo, però, significa che si perdono i riferimenti cosiddetti “NORMALI”.


Dovrebbe essere NORMALE rispettarsi reciprocamente, aiutarsi, comprendersi.


Invece, si tende a giudicare come meriti non fumare, non inquinare, non violentare, non urlare, non drogarsi.


Capirete che si accetta un principio assurdo per il quale non esercitare un qualunque abuso sulla convivenza sana e pacifica degli individui costituisce un vanto in una società di egoisti e falsi.


Mi piacerebbe essere lodato per qualcosa che va oltre la normalità; per qualcosa per la quale ho consumato il mio tempo vita dedicandolo al bene di qualcuno o in dedizione a una causa nobile.

giovedì 21 maggio 2015

Bare galleggianti









Interi popoli tra i più perseguitati al mondo stanno cercando di fuggire dalle violenze via mare, su vere e proprie "bare galleggianti", ma invece di soccorrerli, i nostri governi li stanno lasciando morire di fame o addirittura annegare in mare.

Ora non è più solo il Mediterraneo: anche l'Oceano Indiano sta diventando un cimitero.

E mentre siriani e africani continuano a rischiare di annegare a migliaia cercando di raggiungere le coste italiane, dall'altra parte del mondo la Birmania sta letteralmente cacciando un intero popolo: i Rohingya. Migliaia di famiglie che, in queste ore, dopo essere state respinte da Malesia, Thailandia e Indonesia, sono disperse in mare, arrivando a dover bere le proprie urine per non morire di sete.

Mai, dalla Seconda Guerra Mondiale, si era arrivati a un tale numero di rifugiati nel mondo, lasciati morire dai governi, a volte nell'indifferenza, altre addirittura per razzismo.

Con speranza e determinazione,

sabato 16 maggio 2015

Lettera aperta a Renzi

Carissimo Presidente Renzi,
sono un docente di informatica che le scrive. 

Non ho ricevuto la sua lettera però apprezzo il suo sforzo di cambiare la scuola.

La parola "cambiamento" implicitamente porta con sè l'idea positiva di un miglioramento ed è questa la luce che deve guidarla. 

Sono un docente da quasi trent'anni e ogni anno sperimento lo stesso senso di solitudine. 

Sento di essere abbandonato dalle istituzioni per come il mio lavoro potrebbe essere svolto e per come ricavare gratificazioni sul mio operato. 

Purtroppo non ho molto tempo per recriminare; il lavoro quotidiano assorbe e non mi riferisco soltanto a quello didattico. 

I problemi famigliari  (che tutti abbiamo) e quelli economici, sono sempre in agguato, per chi vorrebbe perdere tempo a lamentarsi. 

Lei sa bene quanto guadagno e se non fosse per l'arrotodamento derivante dall'esercizio della libera professione (super-tassata), avrei seri problemi per mantenere dignitosamente la mia famiglia, composta tra l'altro di due figli laureati disoccupati.

Capisco che vuole creare una scuola che si regge sul merito e sull'efficienza, ma si ricordi che non è facile far partire una rivoluzione culturale senza una lenta preparazione. 

Il clientelismo e la prevaricazione sono mali presenti in tutte le società dove esiste la diseguaglianza sociale. 

Inoltre, mi chiedo come potrebbe reagire tutto il personale della scuola, tenuto sotto scacco da molti anni, ai suoi venti innovativi? 

Tutti i giorni sono a scuola e non trovo nessuno tra i miei colleghi, collaboratori, amministrativi, studenti che sia felice della situazione attuale e della riforma che intende attuare. 

Possibile che siamo tutti disfattisti, oziosi, negativi?

La sua immagine mi arriva fresca e promettente ma non mi deluda allo stesso modo dei suoi predecessori.


Il momento giusto





Una goccia cade dalla bocca di un rubinetto rovinato dal tempo.

Sembra litigare con se stessa.

Non vorrebbe cadere, ma la necessità lo impone.

Trema prima di cadere.

Quando ogni esitazione si perde, spicca la caduta.

Un suono si ode.

Ha toccato qualcosa che riecheggia la passata esistenza.

La goccia si perde, non si vede più, anche se è caduta da poco.

Nostalgia e impotenza per l’acqua che scorre e va via inutilmente.

Altre gocce cadranno.

Il rubinetto non potrà trattenerle.

Aspettiamo sempre che succeda qualcosa o che arrivi il momento giusto.

Il tempo è certo che passi, mentre non è certo quale sia il momento giusto.

Ogni momento non giusto è una goccia che cade e che non sarà più utile.

martedì 5 maggio 2015

Highly sensitive person




Have you ever walked in a room and had a wave of negative energy wash over you?

Have you had a conversation with a stranger and could tell, without them saying a word about it, that they were deeply troubled or sad?

Do you ever feel so profoundly moved by something beautiful that you start to cry?

If any of these ring true for you, you might be an empath — a highly sensitive person who has a more heightened awareness to subtle stimuli.

If you are an empath, you’ve likely known for some time you are different from most people around you. 

You’ve probably been accused of being too sensitive or overly emotional your whole life. 

As a child, you may have had a hard time adjusting to new  situations. 

You may have cried easily, had unusually deep thoughts, or asked out-of-the-ordinary questions.

You may even believe there’s something wrong with you or that you have some kind of emotional disorder.

Fortunately, that isn’t the case. Being an empath isn’t something shameful or even very unusual. 

According to research conducted by Elaine Aron, PhD, a psychologist at Stony Brook University in New York, 20% of the population are genetically predisposed to be more aware and empathic. 

She and her research team have found physical evidence in the brain that empaths respond especially strongly to certain situations that trigger emotions.

Says Dr. Aron, “We found that areas of the brain involved with awareness and emotion, particularly those areas connected with empathetic feelings, in the highly sensitive people showed substantially greater blood flow to relevant brain areas than was seen in individuals with low sensitivity during the 12-second period when they viewed the photos [of happy and sad faces].”

Being an empath is not a disorder — it is an innate quality you should never feel shameful about. 

Although some of the traits of empaths make it more difficult to operate in a world dominated by less sensitive people, there are many positive aspects of being an empath.


Have you ever walked in a room and had a wave of negative energy wash over you?
Have you had a conversation with a stranger and could tell, without them saying a word about it, that they were deeply troubled or sad?
Do you ever feel so profoundly moved by something beautiful that you start to cry?
If any of these ring true for you, you might be an empath — a highly sensitive person who has a more heightened awareness to subtle stimuli.
If you are an empath, you’ve likely known for some time you are different from most people around you. You’ve probably been accused of being too sensitive or overly emotional your whole life. As a child, you may have had a hard time adjusting to new  situations. You may have cried easily, had unusually deep thoughts, or asked out-of-the-ordinary questions.
You may even believe there’s something wrong with you or that you have some kind of emotional disorder.
Fortunately, that isn’t the case. Being an empath isn’t something shameful or even very unusual. According to research conducted by Elaine Aron, PhD, a psychologist at Stony Brook University in New York, 20% of the population are genetically predisposed to be more aware and empathic. She and her research team have found physical evidence in the brain that empaths respond especially strongly to certain situations that trigger emotions.
Says Dr. Aron, “We found that areas of the brain involved with awareness and emotion, particularly those areas connected with empathetic feelings, in the highly sensitive people showed substantially greater blood flow to relevant brain areas than was seen in individuals with low sensitivity during the 12-second period when they viewed the photos [of happy and sad faces].”
Being an empath is not a disorder — it is an innate quality you should never feel shameful about. Although some of the traits of empaths make it more difficult to operate in a world dominated by less sensitive people, there are many positive aspects of being an empath.
- See more at: http://liveboldandbloom.com/08/self-improvement/empath-traits-of-highly-sensitive-person#sthash.i2U9XZiw.dpuf
Have you ever walked in a room and had a wave of negative energy wash over you?
Have you had a conversation with a stranger and could tell, without them saying a word about it, that they were deeply troubled or sad?
Do you ever feel so profoundly moved by something beautiful that you start to cry?
If any of these ring true for you, you might be an empath — a highly sensitive person who has a more heightened awareness to subtle stimuli.
If you are an empath, you’ve likely known for some time you are different from most people around you. You’ve probably been accused of being too sensitive or overly emotional your whole life. As a child, you may have had a hard time adjusting to new  situations. You may have cried easily, had unusually deep thoughts, or asked out-of-the-ordinary questions.
You may even believe there’s something wrong with you or that you have some kind of emotional disorder.
Fortunately, that isn’t the case. Being an empath isn’t something shameful or even very unusual. According to research conducted by Elaine Aron, PhD, a psychologist at Stony Brook University in New York, 20% of the population are genetically predisposed to be more aware and empathic. She and her research team have found physical evidence in the brain that empaths respond especially strongly to certain situations that trigger emotions.
Says Dr. Aron, “We found that areas of the brain involved with awareness and emotion, particularly those areas connected with empathetic feelings, in the highly sensitive people showed substantially greater blood flow to relevant brain areas than was seen in individuals with low sensitivity during the 12-second period when they viewed the photos [of happy and sad faces].”
Being an empath is not a disorder — it is an innate quality you should never feel shameful about. Although some of the traits of empaths make it more difficult to operate in a world dominated by less sensitive people, there are many positive aspects of being an empath.
- See more at: http://liveboldandbloom.com/08/self-improvement/empath-traits-of-highly-sensitive-person#sthash.i2U9XZiw.dpuf
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You may even believe there’s something wrong with you or that you have some kind of emotional disorder.
Fortunately, that isn’t the case. Being an empath isn’t something shameful or even very unusual. According to research conducted by Elaine Aron, PhD, a psychologist at Stony Brook University in New York, 20% of the population are genetically predisposed to be more aware and empathic. She and her research team have found physical evidence in the brain that empaths respond especially strongly to certain situations that trigger emotions.
Says Dr. Aron, “We found that areas of the brain involved with awareness and emotion, particularly those areas connected with empathetic feelings, in the highly sensitive people showed substantially greater blood flow to relevant brain areas than was seen in individuals with low sensitivity during the 12-second period when they viewed the photos [of happy and sad faces].”
Being an empath is not a disorder — it is an innate quality you should never feel shameful about. Although some of the traits of empaths make it more difficult to operate in a world dominated by less sensitive people, there are many positive aspects of being an empath.
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If you are an empath, you’ve likely known for some time you are different from most people around you. You’ve probably been accused of being too sensitive or overly emotional your whole life. As a child, you may have had a hard time adjusting to new  situations. You may have cried easily, had unusually deep thoughts, or asked out-of-the-ordinary questions.
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Fortunately, that isn’t the case. Being an empath isn’t something shameful or even very unusual. According to research conducted by Elaine Aron, PhD, a psychologist at Stony Brook University in New York, 20% of the population are genetically predisposed to be more aware and empathic. She and her research team have found physical evidence in the brain that empaths respond especially strongly to certain situations that trigger emotions.
Says Dr. Aron, “We found that areas of the brain involved with awareness and emotion, particularly those areas connected with empathetic feelings, in the highly sensitive people showed substantially greater blood flow to relevant brain areas than was seen in individuals with low sensitivity during the 12-second period when they viewed the photos [of happy and sad faces].”
Being an empath is not a disorder — it is an innate quality you should never feel shameful about. Although some of the traits of empaths make it more difficult to operate in a world dominated by less sensitive people, there are many positive aspects of being an empath.
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lunedì 4 maggio 2015

Speranza per il Nepal


Avaaz.org - The World in Action




Interi villaggi sono scomparsi inghiottiti dalle frane causate dal terremoto. Migliaia di nepalesi sono morti, forse 10mila, e non si sa quanti sono dispersi. Ci sono centinaia di piccole comunità isolate senza acqua, cibo e riparo. In mezzo a questa devastazione, una incredibile organizzazione locale sta facendo l'impossibile per portare soccorso nelle zone più colpite e isolate.

Per gli esperti di aiuti umanitari, Abari è una delle organizzazioni che già prima del terremoto faceva il lavoro più efficace: oggi è diventata la più grande speranza per aiutare il prima possibile questi villaggi. Perché semplicemente sono la sua casa.

Noi possiamo dargli la forza per fare la differenza, assieme a tante altre organizzazioni in tutto il Nepal, moltiplicando per 10 i fondi a loro disposizione, e permettendo non solo di soccorrere ma di iniziare già a ricostruire nelle zone che il terremoto ha distrutto e isolato.

La ricostruzione sarà lunga e difficile. Ed è per questo che dobbiamo dare fondi e strumenti a chi su quel territorio vivrà e lavorerà per i prossimi anni, anche quando la comunità internazionale, dopo l'emergenza, se ne sarà andata.

Clicca qui sotto per fare una promessa di donazione. La raccoglieremo solo quando avremo fondi a sufficienza per sostenere gli sforzi sul territorio:


Il Nepal soffre di inefficienza e corruzione. Inoltre il governo è debole e diviso. Per questo la sua attivissima società civile è probabilmente la soluzione migliore per aiutare la popolazione.

Abari, come tante altre organizzazioni locali, è impegnata da anni nel portare cisterne per l'acqua e sostegno per le abitazioni, e nel dare supporto logistico agli operatori umanitari che devono muoversi nelle aree più sperdute evitando la corruzione delle istituzioni. Inoltre possono ricevere aiuti internazionali diretti, e questo è fondamentale per evitare intermediari.

Le grandi organizzazioni umanitarie internazionali usano i canali ufficiali per mobilitare in fretta risorse e personale contro l'emergenza, mentre i gruppi locali devono improvvisare per far fronte alle necessità oltre tale emergenza. Aiutarli direttamente è più rischioso e complicato, ma si può avere un impatto enorme. Nel 2008 abbiamo raccolto 2 milioni di dollari per la Birmania, colpita da un ciclone devastante: per evitare che finissero nel sistema corrotto del governo, li abbiamo fatti entrare nel Paese grazie a un gruppo di monaci. È stato rischioso, ma ci ha permesso di portare gli aiuti in posti dove altrimenti non ne sarebbero arrivati.

Ora dobbiamo farlo di nuovo per il Nepal. Clicca per unirti, Avaaz raccoglierà e distribuirà le nostre donazioni appena avremo raccolto abbastanza per fare la differenza per questi veri e propri eroi:


La rete internazionale di Avaaz è lo strumento perfetto per evitare la burocrazia e portare aiuti diretti. Dal disastro in Birmania a quello di Haiti, abbiamo donato milioni che le organizzazioni locali hanno fatto arrivare direttamente a chi ne aveva più bisogno. Siamo una comunità che non sta impassibile di fronte a queste tragedie: aiutiamo il popolo nepalese a sopravvivere a questo orrore, possiamo essere fondamentali per portare il sostegno urgente che serve.

Con speranza e determinazione,

Emma, Alex, Allison, Laila, Oli, Alaphia, Rowena, Mais e tutto il team di Avaaz

venerdì 1 maggio 2015

Le migliori massime di Hesse

   
 
E tutto insieme, tutte le voci,
tutte le mete, tutti i desideri,
tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male,
tutto insieme era il mondo.
Tutto insieme era il fiume del divenire,
era la musica della vita.

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Come corpo ognuno è singolo, come anima mai.


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La nostra meta non è di trasformarci l'un l'altro,
ma di conoscerci l'un l'altro e d'imparar a vedere e a rispettare nell'altro
ciò che egli è: il nostro opposto e il nostro completamento.

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Se tracci col gesso una riga sul pavimento,
è altrettanto difficile camminarci sopra che avanzare sulla più sottile delle funi.
Eppure chiunque ci riesce tranquillamente perché non è pericoloso.
Se fai finta che la fune non è altro che un disegno
fatto col gesso e l'aria intorno è il pavimento, riesci a procedere sicuro su tutte le funi.
Ciò che conta è tutto dentro di noi; fuori nessuno può aiutarci.
Non essere in guerra con te stesso: così... tutto diventa
possibile, non solo camminare su una fune, ma anche volare.


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Imparare, fare, guardare, viaggiare.

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I dolori, le delusioni e la malinconia
non sono fatti per renderci scontenti e toglierci valore
e dignità, ma per maturarci.

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La malinconia ha questo di diabolico, che non solo ti fa ammalare,
ma ti monta la testa e ti rende miope o addirittura superbo.

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Quando s'incomincia, il meglio viene poi da sé.

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Sole brilla adesso dentro al cuore, vento,
porta via da me fatiche e cure!

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Io ero un parto della natura lanciato verso l'ignoto,
forse verso qualcosa di nuovo o forse anche verso il nulla,
lasciare che si sviluppasse dal profondo, obbedire al mio destino
e far mia la sua volontà, questo era il mio compito.

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La vita di ogni uomo è una via verso se stesso,
il tentativo di una via, l'accenno di un sentiero.

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"La felicità?" disse il bell'uccello e rise con il suo becco dorato,
"la felicità, amico, è ovunque, sui monti e nelle
valli, nei fiori e nei cristalli".

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Voi stesso potete plasmare e animare il gioco della vostra vita a volontà,
dipende da voi. Come la pazzia in un certo senso elevato,
è l’inizio di ogni sapienza, così la schizofrenia
è l’inizio di tutte le arti, di ogni fantasia.

---------------------------------~

Ogni uomo però non è soltanto lui stesso è anche il punto unico,
particolarissimo, in ogni caso importante,
curioso, dove i fenomeni del mondo si incrociano
una volta sola, senza ripetizione.

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Ogni uomo forte raggiunge immancabilmente
ciò che il suo vero io gli ordina di volere.

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  L'amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo.
L'amore deve avere la forza di attingere la certezza in se
stesso. Allora non sarà trascinato, ma trascinerà.

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Per gli uomini non esiste nessunissimo dovere, tranne uno:
cercare se stessi, consolidarsi in sé, procedere a
tentativi per la propria via ovunque essa conduca. 

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In principio era il mito. Come il gran Dio aveva portato la poesia
nelle anime degli Indiani, dei Greci e dei Tedeschi,
lottando per farle giungere alla parola, così seguitava a poetare,
giorno dopo giorno, nell'animo di ogni bambino. 



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Tutto il visibile è espressione, tutta la natura è immagine,
è linguaggio e colorato geroglifico.

 Nonostante una scienza della natura molto evoluta,
oggi non siamo affatto ben preparati, né educati ad una corretta osservazione e, rispetto alla natura, ci troviamo piuttosto sul piede di guerra.

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La solitudine è indipendenza: l'avevo desiderata
e me l'ero conquistata in tanti anni. 

Era fredda, questo sì, ma era anche silenziosa,
meravigliosamente silenziosa e grande come lo spazio freddo
e silente nel quale girano gli astri.

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Due persone possono andare d'accordissimo, parlare di tutto ed essere vicine.
Ma le loro anime sono come fiori, ciascuno ha la sua radice in un determinato posto e nessuno può avvicinarsi troppo all'altro senza abbandonare la sua radice, cosa peraltro impossibile. 

I fiori effondano il loro profumo e spargono il loro seme perché vorrebbero avvicinarsi, ma il fiore non può fare niente perché il seme giunga nel posto giusto;
tocca al vento che va e viene come vuole.

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