sabato 11 giugno 2016

Scrutini scolastici

 
 
 
 
 
 
 
Scrutini!  Una parola odiosa o una liberazione?
Un atto formale o una riunione sanzionatoria?
Secondo una definizione canonica, lo scrutinio dovrebbe intendersi come una riunione collegiale in cui si esprime un giudizio sul profitto e sulla condotta degli alunni.

Coloro che non sanno molto sulla questione, dovrebbero rimanere sorpresi per quanto sto per dire.

Permettetemi, prima, una domanda anticipatoria.
Esiste una riunione simile a quella di uno scrutinio?
Io credo proprio di no! Vi spiego perché.

I membri della riunione devono avere i seguenti requisiti:
  • Un congruo numero di anni di studio.
  • Conoscere (almeno sulla carta) una disciplina in modo didatticamente efficace.
  • Devono aver trascorso insieme agli alunni da due a sei e più ore settimanali in un arco temporale di almeno 200 giorni di frequenza.
  • Devono essere perfetti educatori.
  • Devono essere autorevoli e solerti lavoratori.
  • Devono avere doti da far invidia agli psicologi.
  • Devono essere comprensivi, autorevoli ma mai autoritari.
  • Devono avere solide basi morali.
  • Devono tener conto della famiglia di provenienza di ogni alunno e conoscerne la storia.
  • Devono essere disponibili ai bisogni didattici anche oltre le ore in classe.
  • Devono partecipare a riunioni dettate da esigenze organizzative.
  • Devono evitare assolutamente di ammalarsi, altrimenti ci sarebbero lezioni perse.   
  • Non devono arrabbiarsi, nè alzare la voce.
  • Devono presentarsi sempre in orario.
  • Devono instaurare buoni rapporti con tutti.
  • Devono rispondere a tutti gli ordini di servizio.
  • Devono mostrare interesse per le attività scolastiche ed extra-scolastiche, altrimenti niente bonus
  • Devono aggiornarsi senza mancare mai dagli impegni primari.
  • Devono mantenere tutti i requisiti precedenti fino ad almeno 67 anni.
  • Non devono criticare negativamente nessuno.
  • Devono cancellare i problemi personali e non parlare di problemi economici.
  • Devono essere sereni e felici.

Mi sono limitato ai requisiti più importanti. 

Capirete ora come sia difficile trovare soddisfatte queste condizioni in altri tipi di convegni!
 

domenica 5 giugno 2016

INTERNET IS CHANGING


The Internet has evolved in ways that we could never have imagined. In the beginning, advancements occurred slowly. 

Today, innovation and communication are happening at a remarkable rate.


From its humble beginning as the Advanced Research Projects Agency Network (ARPANET) in 1969, where it interconnected a few sites, it is now predicted that the Internet will interconnect 50 billion things by 2020. 

The Internet now provides global connections that make web surfing, social media, and smart mobile devices possible.


The Internet: The Place to Go

Normally, when people use the term Internet, they are not referring to the physical connections in the real world. Rather, they tend to think of it as a formless collection of connections. 

It is the “place” people go to find or share information. It is the 21st century library, video store, and personal photo album.


People, Process, Data, and Things


The IoE incorporates four pillars to make networked connections more relevant and valuable than ever before: people, process, data, and things. 

The information from these connections leads to decisions and actions that create new capabilities, richer experiences, and unprecedented economic opportunity for individuals, businesses, and countries.



The interactions between the elements in the four pillars create a wealth of new information. 

The pillars interact in a way that establishes three main connections in the IoE environment: people communicate with people (P2P), machines communicate with people (M2P), and machines communicate with machines (M2M).

lunedì 25 aprile 2016

Festa della liberazione.


 
Questa mattina mi sono svegliato tardi.
Come al solito ho consumato la mia colazione davanti alla tv.
Non trovando il telegiornale, mi sono adeguato a seguire un film.
Le scene del film mi fanno ricordare il motivo per cui oggi non lavoro. Improvvisamente mi sento triste. Non sopporto scene di dolore e cambio canale. Mi rendo conto di non voler scegliere un umore televisivo e telecomandato. Spengo la tv ed entro in me stesso.
Mi ripeto: “Festa della liberazione!”.
Ma liberati da che cosa?
Sorrido e mi rimprovero: “Non fare la parte del qualunquista ! 
Non ricordi quanto ci tenevi per la patria per la libertà e la democrazia? Non ricordi come hai pianto quando leggevi il piccolo tamburino del libro cuore? Quanto ardore mettevi nei discorsi di difesa degli ideali di fraternità, legalità ed uguaglianza?”.
Sì, è vero! Forse, tutto era dovuto a una pura ingenuità e fiducia incondizionata sul genere umano.
Oggi, sono un po’ freddo.
Il mio ottimismo è molto cauto e sceglie di rimanere sotto una pesante coperta di speranza.
Troppi avvenimenti mi costringono a una revisione continua di quello che un tempo erano certezze marmoree.
Qualcuno potrebbe pensare che la mia senilità sia incombente! 
In questo caso, avrei un dubbio se prendere questa insinuazione come offesa o come una reazione a una ultra-pessimistica visione della realtà.
Quando un naufrago viaggia con la sua barchetta senza remi in uno sconfinato oceano e vede una minaccia di tempesta approssimarsi, che cosa deve fare?
Legarsi alla barchetta sperando di non essere inghiottito dalle onde? Oppure, continuare a essere ottimista, sperando che la tempesta sia soltanto una minaccia? 
Io festeggerei la liberazione dall’egoismo, dalla sopraffazione, dalla cattiveria. 
Io festeggerei la nascita di una nuova era sociale, connotata da una incipiente saggia consapevolezza e genuina fede nell'armonia comunitaria. Il mondo senza la fiducia di un’umanità compatta, di uno spirito di solidarietà globale che combatte il dolore in generale, è destinato alla fine.   

mercoledì 30 marzo 2016

Spigolature


 
È più importante leggere o scrivere?


Leggere e Scrivere erano due fratelli. 

Litigavano spesso per stabilire chi fosse più importante per la mamma Sapere. 

Un giorno i due fratelli decisero di abbandonare a turno la casa materna per verificarne gli effetti.

Partì per primo Leggere e dopo un po’ di anni mamma Sapere si impoverì fino a non poter mantenere Scrivere.

Successivamente partì Scrivere e con il passar del tempo, mamma Sapere, prima si isolò dal mondo e poi fu dimenticata.


Illustre giocherellone


Dio ha costruito un giocattolo, lo ha chiamato uomo, gli ha dato sensi approssimanti, ha abbozzato una parvenza di razionalità e ha detto:

“Vediamo se sei in grado di riconoscermi?”.

All'anno zero ha dato un aiutino facendo nascere Cristo, ma forse deve aver sbagliato i tempi e allora ha inventato la fede.

Dio è senz'altro buono, ma anche giocherellone!


venerdì 25 marzo 2016

Quale Europa?


 
Sono triste.

Sono triste per come sta andando il mondo.

Sono triste per la scuola.

Sono triste per i giovani, ora nella scuola, domani nella società.

Sono triste perché il viaggio di istruzione delle 5^ classi quest’anno non si farà.

Perché?

Lo sanno tutti!

Lo sa il ministro degli affari esteri e della Cooperazione Internazionale.

Lo sa la nostra istituzione scolastica.

Lo sanno i genitori degli studenti.

Soprattutto, lo sanno le televisioni che diffondono telegiornali e talk-show continuamente.

Da insegnante mi adeguo ma non mi convinco sulla opportunità di queste motivazioni.

Credo che con un paio di grosse cesoie si tagli un pezzo di cuore a ragazzi che per cinque anni hanno atteso la “gita”. 

Forse per qualcuno poteva essere la prima volta per “uscire” da casa e capire che significa “Europa”.

Forse, non tutti credono che nella scuola dovrebbero maturare quei valori forti di onestà, senso civico, legalità e permettetemelo, di spirito combattivo per cambiare la società in meglio, rimanendo inflessibili a minacce di immobilismo e rinuncia.

Dico, forse …….

Perché temo che i tempi stiano cambiando ed io non mi sono adeguato.

lunedì 21 marzo 2016

Viaggio di Istruzione a Firenze


 
La vita è una sequenza di eventi che influenzano il “modus vivendi” della persona.
Questi eventi modellano la psicologia per raffinamenti successivi, per giungere ad una configurazione mentale, tanto fantastica quanto originale. 
Come per la posizione in un campo gravitazionale, l’esperienza del singolo individuo non è mai isolata e fine a se stessa. 
Essa produce effetti che risuonano nell’anima per riprodurre il senso della gioia della sofferenza. 
Soltanto un calcolo integrale forma l’idea di una vita spesa più o meno felicemente.   
La vita, dunque, è una interazione fra anime, assolutamente necessaria o corollario imprescindibile per cercare una logica in ciò che si fa.
Una gita scolastica è un caso tipico di interazione fra anime; interazione che produce stridori derivanti da contesti diversi messi a confronto. 
Professori che sono meno professori e un po’ più “genitori”. 
Studenti che sono meno “studenti” e un po’ più ragazzi in cerca di una loro dimensione nella società che in nome del cambiamento trasforma ruoli e introduce regole nuove da interiorizzare possibilmente in fretta. 
La figura del professore in gita è veramente atipica, poco si concilia con i canoni istituzionali.
 I pre-requisiti richiesti sono:
  • Generosità (non si attacca a quanto potrebbe guadagnare, anzi, sa che ci perderà qualcosa)
  • Ragionata inconsapevolezza (sa quali rischi corre ma accetta ugualmente la sfida)
  • Pazienza a grandi dosi (deve tollerare eccessi di euforia, distrazioni varie, repentini cambiamenti d’idee; convincere sulla bontà del programma preparato)
  •  Instancabilità (onnipresente e disponibile di notte e di giorno)
  • Risolutore in ogni caso (deve essere il braccio esecutivo verso l’albergo, gli autisti, i venditori di souvenir)
  • Preparazione globale (deve sempre conoscere la sua posizione geografica mentre ci si sposta in pullman o a piedi e quanto tempo manca prima che inizi il prossimo evento, conoscere le allergie più diffuse, misurare la febbre senza termometro, sentire la puzza di sigaretta nei posti vietati, ecc).
  • Vigilante esperto (deve conoscere tutti i trucchi di elusione dei controlli per prevenire acquisti pericolosi; deve saper riconoscere desideri di bevande proibite; saper contare velocemente quanti ragazzi sono presenti di notte in una stanza di albergo; svegliare i dormiglioni per essere pronti alla partenza) 
  • Limpidità caratteriale (deve essere positivo e ottimista; non arrabbiarsi e sorridere continuamente; assistere qualcuno nei momenti di temporanea depressione; favorire la condivisione delle idee e i progetti di gruppo)
  • Serenità assoluta (non deve avere problemi famigliari e, in ogni caso, non deve menzionarli; deve saper nascondere eventuali problemi fisici)
  • Equilibrista esperto ( deve proporsi con pochi "no", molti "si" e nei casi difficili deve usare in abbondanza "forse", "dopo", "più tardi";
Lo stato Italiano sa che queste caratteristiche sono molto comuni tra gli insegnanti sparsi su tutto il territorio nazionale e per selezionare i migliori, ha deciso che potranno chiedere di fare gli accompagnatori soltanto coloro che non hanno bisogno di alcun incentivo economico e che, oltre alla colazione, mangino solo una volta al giorno.
Immaginate quale zuffa si solleva tra i professori invitati dagli alunni per partecipare gratuitamente a un viaggio d’istruzione. 
Ovviamente le battaglie sono vinte sempre dai soliti, grazie all’esperienza accumulata negli anni. 
A dispetto di tutto questo, gli accompagnatori comunque si divertono.  
Vivono una parentesi di vita straordinaria.
Conoscono i loro studenti come giovani ingenui, ricolmi di aspettative e bisognosi di solidi riferimenti per l’attacco con successo a questa meravigliosa nostra vita. 
Leggere negli occhi la gioia di consumare la libertà di muoversi in una città nuova, lontanissimi da casa e dai genitori, vale la pena di stancarsi nelle lunghe passeggiate di accompagnamento.
Il brio che si crea nel dormire con gli amici di classe, liberi di dire e scherzare fino a tarda notte, vale la pena di sacrificare qualche ora di sonno. 
Ed infine, quel tacito accordo che si stacca dalla formalità per tirar fuori la promessa di essere responsabili da subito e riscontralo poi al rientro a scuola, forse è la gratificazione più alta che si può ricavare. 
Essere insegnante è anche cercare di lasciare qualcosa di buono ai giovani, ma non per ricevere un “grazie”; soltanto per aver dato un senso al proprio lavoro e un piccolo contributo a migliorare l’umanità.
Una collega ha lanciato nell’etere un ringraziamento fatto di 114 abbracci e 8 baci.
Questa frase riassume nel miglior modo la risposta su come è andato il viaggio di istruzione delle terze classi di un Istituto di Scuola Secondaria Superiore chiamato “G. FERRARIS” di Molfetta. 
Nominerei uno per uno tutti i ragazzi partecipanti a questa avventura ma non occorre. 
Ognuno di loro porta con sé quei segreti che questa esperienza di vita ha regalato differentemente in modo esclusivo.
  

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