venerdì 10 ottobre 2014

Noi contro l'Ebola


L'Ebola presto potrebbe minacciarci tutti, e quello di cui c'è più bisogno per combatterlo sono i volontari. Se anche solo 120 dottori nella nostra comunità si offriranno volontari, *raddoppieremo* le forze in Sierra Leone. Ma servono anche altre figure, con diverse qualifiche. Questo è un appello a mettersi al servizio dell'umanità nel modo più profondo possibile, ad accettare un pericolo per aiutare il prossimo. Clicca per saperne di più, e per ringraziare chi sta decidendo con coraggio di farsi avanti:


Agisci ora
Tre settimane fa in centinaia di migliaia abbiamo deciso di organizzarci fuori da Internet per combattere il cambiamento climatico. Ora dobbiamo fare esattamente lo stesso per fermare l'Ebola.
Il virus sta andando fuori controllo. In Africa Occidentale i casi raddoppiano ogni 2-3 settimane e secondo le ultime stime entro gennaio potremmo arrivare a 1 milione e 400mila persone contagiate. Con queste cifre l'emergenza potrebbe presto diventare mondiale. 
L'Ebola è stato più volte circoscritto a pochi casi. Ma le dimensioni dell'epidemia attuale hanno mandato nel caos i fragili sistemi sanitari della regione. In Liberia c'è meno di 1 dottore ogni 100mila abitanti. I governi stanno mandando aiuti, quello che manca è proprio il personale medico necessario a fermare l'epidemia.

Ed è qui che possiamo fare la differenza. 39 milioni di persone ricevono questa email. Il nostro sondaggio di qualche mese fa mostra che il 6%, 2 milioni di noi, sono dottori o infermieri. E, di dottori, ne basterebbero 120 per *raddoppiare* quelli oggi presenti in Sierra Leone. 
Servono anche altri volontari: tecnici di laboratorio, logisti, esperti idrici e trasportatori. Partire volontari significa molto più che dedicare il proprio tempo. Significa rischiare. L'Ebola è altamente contagioso. Sono già morti diversi professionisti sanitari per combatterlo. Ma se esiste una comunità pronta a prendersi questo rischio per l'intera umanità, beh, quella comunità siamo noi. Io e altri del team di Avaaz siamo pronti a partire insieme a voi verso il fronte della crisi.
Ascoltare il nostro istinto può portare a cose grandiose. Se sei un professionista del settore sanitario o hai altre capacità che possono essere utili, ti chiedo di prenderti un momento, ascoltare quella parte di te di cui sai di poterti fidare, e seguirla.
Clicca qui sotto per offrirti come volontario, leggere i messaggi di chi si è fatto avanti sui motivi della loro scelta, e lasciare il tuo messaggio di ringraziamento e incoraggiamento per tutti loro:

https://secure.avaaz.org/it/ebola_volunteers_thank_you_3/?bglFhdb&v=47392

Candidarsi come volontaria o volontario è solo un primo passo. Dovrai conoscere bene l'inglese o il francese. E ti serviranno, e dovrai fornire, molte più informazioni per capire se sei la persona giusta per una delle posizioni disponibili. Dovrai probabilmente discuterne con la tua famiglia, e anche più tardi potrai fare un passo indietro se lo vorrai. Avaaz sta lavorando con Partners in Health, Save the Children e gli International Medical Corps, tre delle principali organizzazioni al lavoro contro questo virus. Siamo anche in contatto con i governi di Liberia, Sierra Leone e Guinea, e con l'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Esiste un rischio sostanziale, ma ci sono anche metodi sicuri per ridurre questo rischio. L'Ebola è un virus da contatto, quindi prestando estrema attenzione al contatto fisico si può minimizzare il contagio. Fino ad ora sono già morti 94 professionisti sanitari in Liberia ma erano quasi tutti lavoratori locali, che purtroppo sono equipaggiati molto peggio dei volontari internazionali. Con le giuste cure, le possibilità di sopravvivere al virus sono superiori al 50%
In molti abbiamo lavori che ci portano a rischiare la vita continuamente: da chi lotta ogni giorno il crimine organizzato, a chi si batte per i diritti degli ultimi, o la sicurezza di noi tutti. Rischiare la vita per gli altri è la risposta più forte che si può dare alla domanda "per cosa vale la pena di vivere?". Prendersi questo rischio per affrontare l'Ebola, significa affermare che quel qualcosa per cui vale la pena vivere siamo tutti noi, ovunque nel mondo:

https://secure.avaaz.org/it/ebola_volunteers_thank_you_3/?bglFhdb&v=47392

Se Ebola andrà ulteriormente fuori controllo, presto potrebbe essere una minaccia per tutti. Il fatto che un sistema sanitario debole in una piccola nazione possa far crescere questo mostro fino a farlo diventare una minaccia per il mondo intero ci fa capire quanto siamo interconnessi. Ma questa connessione va al di là del mero interesse. Siamo, tutti noi, un'unica comunità di esseri umani. Stanno cadendo tutte le bugie che ci hanno diviso sulle nazioni, la religione, la sessualità, e ci stiamo rendendo conto che siamo un solo popolo, una sola tribù. Che una giovane madre e sua figlia in Liberia temono le stesse cose, e amano le stesse cose, di una giovane madre e sua figlia in Brasile, o in Olanda. E da questa consapevolezza nasce un nuovo mondo. Dallo sconforto più buio si accendono le luci più abbaglianti: dagli abissi dell'incubo Ebola, possiamo scoprire un mondo nuovo fatto di un popolo solo, persone unite dall'amore e dalla voglia di lottare, e di sacrificarsi, le une per le altre.
Con speranza e determinazione,
Ricken, John, Alice, Danny e tutto il team di Avaaz

martedì 7 ottobre 2014

Partenza con ETT

ETT: Il tuo è un lungo silenzio, Luigi, non credi?

Non ti va più di parlarmi? 

Oppure, hai raggiunto un equilibrio interiore che affievolisce il desiderio di comunicare?

LUIGI: E’ vero, c’è qualcosa che mi distrae e che demolisce la carica per uscire da me stesso e cercare nuovi ponti con il prossimo. 

Sento di essere una presenza solitaria che passeggia in mondo dal quale vorrebbe ciò che non otterrebbe mai.

ETT Pessimista o deluso?

LUIGI: Forse entrambi.

Tutti gli umani attraversano fasi nella vita in cui si pongono domande che fanno cadere veli sull’entusiasmo.

Probabilmente, la consapevolezza del tempo che passa dilata i tempi della riflessione, appesantisce l’intraprendenza e si indugia nel ricordo. 

Inevitabilmente si diventa più saggi e le parole si sprecano meno.

Si usano sguardi intensi; si è attenti ai piccoli messaggi che giungono dal cuore. 

Non si giudica, come succede nell’età delle conquiste, poiché si capisce di poter rimanere vittima dei propri giudizi.

In altre parole, arriva il momento in cui esiste solo il tuo mondo e nel quale gli altri sono tuoi ospiti; tanti sono di passaggio, pochi sono invece fissati come pietre miliari nei solchi dell'anima.  

Il voler bene, l’essere tolleranti non è più una scelta, è un modo di essere; è una condizione irrinunciabile per continuare a dare il senso alla vita.

ETT: Allora, non è un caso il fatto che gli umani procedendo nell’età matura diventano silenziosi e introspettivi.

LUIGI: Sì, ETT! 
Noi umani possiamo dare il meglio quando nessuno più lo richiede. 

Allora, diventiamo silenziosi. 

Siamo pieni di spirito buono che saremo costretti a tenerlo inutilizzato e pronto soltanto per portarlo nell’oblio con la morte.   

Caro amico mio, vorrei venire con te. 
Mi accoglieresti sul tuo pianeta?

ETT: Certamente! Potresti pentirtene, però.

LUIGI: Non potrei tornare indietro?

ETT: Considera che potresti rimanere deluso.

LUIGI: Se dovessi analizzare la questione con freddezza e razionalità, la delusione dovrebbe essere l’ultimo rischio.

Qualsiasi confronto tra gli esseri umani ed eventuali altre presenze nell’universo darebbe un risultato molto sconfortante per i padroni del pianeta azzurro.

Siamo limitati in tutto, conosciamo una infinitesima parte di tutto ciò che ci riguarda, non duriamo più di cento anni e come se non bastasse, litighiamo tra noi, ci uccidiamo, trascorriamo il tempo a beccarci e a farci del male. 

Qualcuno di noi si rende conto di quanto siamo piccoli e di quanto dovremmo volerci bene ma questi sono voci solitarie che diventano afone nel chiasso del vegetare senza pensare.  

ETT: Preparati, allora, verrai con me quando sarai pronto.

domenica 5 ottobre 2014

Prima che le api scompaiano: stanno per decidere



Le api stanno morendo in tutto il mondo e la nostra catena alimentare è a rischio. Gli scienziati accusano i pesticidi tossici, che sono stati messi al bando dall'UE grazie ad una mega campagna di Avaaz. Tra pochi giorni, gli USA potrebbero aderire al divieto, dando l'esempio ai governi di tutto il mondo. Questa è la nostra più grande opportunità di salvare le api dall'estinzione. Firmate la petizione e condividete questo appello urgente:

Senza che ce ne accorgiamo, miliardi di api stanno morendo e la nostra catena alimentare è a rischio. Le api non si limitano a fare il miele: sono una forza lavoro immensa e umile, che impollina il 75% delle piante che coltiviamo. Tra pochi giorni gli USA potrebbero decidere di vietare i pesticidi tossici che le stanno sterminando.

Arrivare a quel divieto è possibile e noi lo sappiamo bene: dopo una mega campagna Avaaz dell'anno scorso, l'Unione Europea ha proibito quel gruppo di veleni che numerosi scienziati accusano per la morte delle api. Proprio ora le società dell'industria chimica stanno facendo pressione senza tregua sulle autorità statunitensi per impedirlo. I nostri alleati interni, però, ci fanno sapere che l'opinione pubblica potrebbe rovesciare la situazione in favore del divieto. Facciamoci sentire, allora! Se gli USA si muovono, daranno il via ad una reazione a catena nel resto del mondo.

Non abbiamo tempo da perdere
: la task force della Casa Bianca per le api presenterà le sue proposte tra pochi giorni. Non si tratta solo di salvare le api, si tratta della nostra stessa sopravvivenza. Firmate ora questa petizione urgente, facciamo arrivare il nostro appello agli USA affinché mettano al bando quei pesticidi assassini, prima che le api si estinguano:

https://secure.avaaz.org/it/save_the_bees_us_pet_loc/?bglFhdb&v=47234

Le api sono cruciali per la vita sulla Terra: ogni anno impollinano piante e raccolti per un valore stimato di 40 miliardi di dollari. Se non verrà fatto nulla per salvaguardarle, molta della frutta e verdura che amiamo rischia di scomparire e un terzo delle scorte di cibo andrà perduto.

Negli ultimi anni stiamo assistendo al rapido declino nella popolazione delle api: alcune specie si sono già estintee proprio in California -- dove si produce la maggior parte del cibo negli USA -- ogni anno gli apicoltori perdono un terzo delle api. Gli scienziati sono alla disperata ricerca di risposte. Mentre alcuni studi, spesso finanziati dalle industrie chimiche, affermano che la causa potrebbe essere una combinazione di fattori, tra cui malattie, perdita dell'habitat e sostanze chimiche tossiche, altri studi, indipendenti e autorevoli, sono giunti alla conclusione che i colpevoli siano i pesticidi neonicotinoidi.
Grazie a queste prove schiaccianti e ad una campagna super efficace di Avaaz e dei suoi partner, l'UE li ha messi al bando. L'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente (EPA) è incaricata dal Congresso di regolamentare le tossine, ma per anni ha aggirato la legge, sottostando alle pressioni dell'industria chimica. Ora, la task force della Casa Bianca per la salute delle api potrebbe convincere l'EPA a cancellare la registrazione dei pesticidi, così non potranno più essere venduti negli USA. Ecco la nostra opportunità!

La task force pubblicherà il suo rapporto tra pochi giorni. Già 3 milioni di noi, in tutto il mondo, sostengono questa campagna. Diamole una forza senza precedenti: 3 milioni e mezzo di firme per salvare le api e consegnare la petizione in modo strategico e con l'attenzione dei media. Fermiamo un accordo buono solo per le grandi industrie. Firma ora questa petizione urgente:

https://secure.avaaz.org/it/save_the_bees_us_pet_loc/?bglFhdb&v=47234

Non possiamo più lasciare la nostra delicata catena alimentare nelle mani delle aziende chimiche e dei legislatori sul loro libro paga. Il bando di questi pesticidi ci avvicinerà ad un mondo più sicuro per noi e per le altre specie che ci stanno a cuore e dalle quali dipendiamo.
Con speranza,
Terra, Alex, Alice, Ari, Nick, Laila, Marigona, Ricken e il resto del team Avaaz.

lunedì 29 settembre 2014

La più grande marcia per il clima della storia



Cari, incredibili, avaaziani,

Mesi fa assieme abbiamo deciso di tentare un obiettivo folle: organizzare la mobilitazione mondiale contro il cambiamento climatico più grande della storia. Il 21 settembre abbiamo superato ogni aspettativa, con una Marcia Globale per il Clima *6 volte* più grande di qualsiasi iniziativa simile vista in passato!!! Questi erano 80 isolati del centro di New York:

Marcia Globale per il Clima

E queste erano Londra, Berlino, Bogota, Parigi, Delhi e Melbourne...




Oltre 675mila persone in tutto il mondo sono scese in piazza. È stata una magnifica espressione del nostro amore per tutto ciò che è in pericolo a causa del cambiamento climatico, e della nostra speranza di salvare il pianeta e costruire una società alimentata da energie pulite e rinnovabili al 100%. Cliccate qui per vedere tante altre foto della giornata:

https://secure.avaaz.org/it/climate_march_reportback/?bglFhdb&v=47129

Assieme abbiamo fatto la storia, ma questo è solo l'inizio. Il fondamentale vertice di Parigi per il Clima si terrà tra 15 mesi: per allora avremo bisogno di un accordo globale. Entro marzo, i singoli stati dovranno presentare i propri impegni nazionali: per questo il nostro movimento si concentrerà su questi obiettivi nazionali. Ma fino ad allora, continueremo a ritrovarci insieme, a intervalli regolari, sempre più numerosi, per far sentire il nostro appello per un cambiamento pulito e rinnovabile al 100%, che i potenti del mondo potranno solo seguire e assecondare. Il movimento che abbiamo a lungo aspettato ha preso vita.

Con enorme gratitudine,

Ricken, Emma, Alice, Iain, Nataliya, Patri, Oliver, Diego, Rewan e tutto il team di Avaaz

P.S. Abbiamo collaborato con migliaia di organizzazioni per rendere possibile questo giorno, e in particolare grazie ai nostri amici di 350. Ma la nostra comunità merita di celebrare questo passo in avanti che abbiamo fatto. Il team e la comunità di Avaaz hanno avuto un ruolo centrale nella stragrande maggioranza delle marce e degli eventi che si sono tenuti. Il Guardian l'ha definito "trionfo organizzativo" e la BBC ha detto che "le marce hanno portato più gente che mai per le strade, grazie alla forza organizzativa della comunità online di Avaaz." Abbiamo messo sul campo centinaia di organizzatori e migliaia di volontari, e le donazioni della nostra comunità hanno fornito milioni a questa impresa. Le sfide del nostro tempo ci richiedono di essere sempre migliori, ed è quello che abbiamo fatto tutti assieme, crescendo e diventando un movimento nuovo e ancora più efficace, un movimento che è ora dentro e fuori da internet. Grazie di cuore a chiunque ha partecipato e ha reso possibile tutto questo.

domenica 28 settembre 2014

Quanto oro vale l'amore?

 
Si racconta di un uomo che aveva trascorso la sua vita raccogliendo oggetti di poco valore e di cui tutti si liberavano facilmente.

Un mattino svegliatosi all’alba, come al solito, decise di mettere in ordine il vecchio deposito dove immagazzinava la sua inutile collezione.

Una sorpresa era lì ad attenderlo!

Aprendo con difficoltà la decadente porta del deposito, e scardinata la finestrella incastrata nell’unico punto luce, vide con indicibile meraviglia, una montagna di oggetti in oro.

Forse, la sua quasi centenaria modestia, gli aveva giocato un brutto scherzo!

Fatto sta, che appena egli si strofinò gli occhi, prese in mano uno degli oggetti e lo osservò attentamente.

Era veramente oro!

L’iniziale commistione tra gioia e stupore, cominciò a sostituirsi a una leggera amarezza, poiché si chiedeva che cosa avrebbe potuto fare con quell’oro e quali altri piaceri avrebbe voluto dalla sua vita, ora che era ad un passo dalla morte.

L’uomo era rimasto solo, non poteva donare né a figli né a moglie.

Pensò allora di caricarne una parte in un sacco e visitare alcune famiglie per poterlo donare e aiutarle, qualora fossero in condizioni di necessità.

Il mattino seguente, s’incamminò con il suo prezioso carico verso la città e giunto nelle prime zone abitate, bussò alla prima porta che capitò.

Un occhio diffidente, attraverso lo spioncino notò il povero uomo con il sacco sulle spalle e senza dargli la possibilità di parlare, lo scacciò via a parole, gridando:

“Vai via, straccione, non abbiamo nulla da darti!”.

Queste urla avevano allarmato tutto il vicinato, così l’uomo decise che sarebbe stato meglio allontanarsi da quella zona e provare in un posto più modesto.

Vide una casa di campagna, si fermò e provò a bussare.

Nonostante continui tentativi, nessuno rispondeva.
“Le prime ore del mattino sono difficili per chi va a letto tardi!”, pensò il buon uomo e continuò il suo giro.

Passando davanti ad un’altra casa, sentì voci concitate:
“Forse, il mio oro potrebbe aiutarli a calmare gli animi e favorire un clima di serenità nella famiglia!”.
Bussò con mano incerta, indossando l’agitazione che presumeva esistere in quella famiglia.

La porta si aprì e prima che Egli potesse dire qualcosa, una faccia minacciosa domandò:
“Chi sei? Chi ti manda? Che cosa vuoi?”.

L’uomo, davanti a tanta irruenza, si fece così piccolo e a tono basso disse: ”Scusatemi se sono inopportuno, vorrei donarvi … …”.

Non finì la frase, che la porta si chiuse davanti a sé, intenzionalmente sbattuta.

Tristemente e un po’ impaurito, si diresse verso qualche altra casa.

Giunse nei pressi di un’abitazione poco curata e, fiducioso di poter compiere un gesto nobile, fece squillare il campanello.

Si sentì il cigolio di ruote che si muovano con irregolarità, infatti, all’apertura della porta, si trovò di fronte ad una donna seduta su una sedia a rotelle che, aspettando una visita, aveva dimenticato di anticipare l’apertura della porta con il classico “chi è?”.

L’uomo, si affrettò a tranquillizzarla e successivamente, ebbe modo di spiegare le sue intenzioni.

La donna, dopo averlo attentamente ascoltato, disse: “Buon uomo, il tuo cuore è così grande che non potrebbe entrare in questa casa.

Come vedi, stando seduta su questa sedia, non mi servirebbe tutto l’oro del mondo per riempirmi di gioia. Ti prego, non prenderla a male se t’invito a non lasciami il tuo oro, perché potrebbe procurarmi più guai che benefici. 

Chi mi accudisce, non verrebbe più con il sorriso e il piacere di farmi compagnia, ma con l’idea rubarmi più oro possibile”.

Il vecchio capì e dopo averla cordialmente salutata, si avviò in cerca di altri beneficiari del suo oro.
Poco più avanti si vedeva un casolare che forse, in tempi non molto lontani, doveva aver conosciuto un periodo di splendore. L’occhio esperto del vecchio, gli faceva notare la cura dei servizi connessi al casolare. 

Grandi scale di accesso ornate con figure scolpite su pietra; finestre con balconcini che un tempo, forse ospitavano piante ornamentali; lunghi corridoi invasi da erba incolta, che giravano intorno a ciò che era rimasto di panchine e cenacoli; una piccola casetta, cuccia di qualche cane non più ospite, erano testimoni di un periodo felice e concluso.

L’ometto pensò: “Chissà se il mio oro potrà far tornare l’armonia perduta!”.

Si avvicinò all’ingresso principale e non vedendo nulla che potesse far pensare a un campanello, batté con il pugno sulla porta.

Non passò molto tempo, che si udì una vocina: “Chi è?”.

Vecchio: “Sono un amico, vorrei parlare con il tuo papà”.

Bambino: “Papà è andato in cielo! Io sono con la mia sorellina e attendiamo la mamma. Non posso aprire agli sconosciuti”.

Vecchio: “Dov’è la mamma, ora? Vorrei attenderla qui fuori!”.

Bambino: “È dal signor Dantona, a servizio e torna per l’ora di pranzo. Dimmi, che vuoi dalla mamma?”.

Vecchio: “Spero di offrirle un dono, se vorrà!”.

Bambino: “Hai doni anche per noi?”.

Vecchio: “Il dono che farò a vostra madre, potrà esserlo anche per voi”.

Bambino: “Spero che il dono che le farai, non la faccia piangere più. Da quando papà è andato via, è sempre triste e si nasconde quando vuole piangere”.

Vecchio: “Come ti chiami piccolo, e la tua sorellina è molto più piccola di te?”.

Bambino: “Il mio nome è Marco, mamma mi ha chiesto di badare a Serena, che ha solo 6 anni, quattro meno di me. Conosci anche tu la mamma, per questo porti doni?”.

Vecchio: “Ho conosciuto molte brave persone, e a queste, avrei voluto regalare anche il mondo. Purtroppo, allora, non vedevo e non avevo nulla da donare. 

Ora, grazie al cielo, posso donare tantissimo, fino a compiere il miracolo di far tornare il sorriso in qualche famiglia”.

Bambino: “Tu puoi far tornare nostro padre dal paradiso? Che bello!”.

Vecchio: “Sacrificherei tutto me stesso, per poterti rispondere Sì, ma sono costretto a dirti che per me questo è impossibile.

Potrei donare la possibilità alla vostra mamma di stare sempre con voi e di poter presto ritornare insieme a giocare nel cortile di questa bella casa. Un giorno la vostra allegria farà tornare il sorriso alla mamma, e da cielo, vostro padre non smetterà di ascoltare il vostro cuore ed esserne orgoglioso.

Bambino: “Ti prego signore, siedi sulle scale e attendi con noi il ritorno della mamma; non manca molto all’ora di pranzo”.

Vecchio: “Farò così!”.

L’anziano uomo era visibilmente emozionato per la grande aspettativa che aveva creato nei bambini. 

Temendo che non avrebbe retto a tanta emozione e di non poter essere sufficientemente convincente nel dare un’adeguata spiegazione del suo gesto, alla mamma dei piccoli, abbandonò il suo carico prezioso sulla rampa d’accesso alla casa e con il cuore in gola, silenziosamente scomparve dall’orizzonte.

Prima che le api scompaiano





Le api stanno morendo in tutto il mondo e la nostra catena alimentare è a rischio. Gli scienziati accusano i pesticidi tossici, che sono stati messi al bando dall'UE grazie ad una mega campagna di Avaaz. Tra cinque giorni, gli USA potrebbero aderire al divieto, dando l'esempio ai governi di tutto il mondo. Questa è la nostra più grande opportunità di salvare le api dall'estinzione. Firmate la petizione e condividete questo appello urgente:

Senza che ce ne accorgiamo, miliardi di api stanno morendo e la nostra catena alimentare è a rischio. Le api non si limitano a fare il miele: sono una forza lavoro immensa e umile, che impollina il 75% delle piante che coltiviamo. Tra cinque giorni gli USA potrebbero decidere di vietare i pesticidi tossici che le stanno sterminando.

Arrivare a quel divieto è possibile e noi lo sappiamo bene: dopo una mega campagna Avaaz dell'anno scorso, l'Unione Europea ha proibito quel gruppo di veleni che numerosi scienziati accusano per la morte delle api. Proprio ora le società dell'industria chimica stanno facendo pressione senza tregua sulle autorità statunitensi per impedirlo. I nostri alleati interni, però, ci fanno sapere che l'opinione pubblica potrebbe rovesciare la situazione in favore del divieto. Facciamoci sentire, allora! Se gli USA si muovono, daranno il via ad una reazione a catena nel resto del mondo.

Non abbiamo tempo da perdere
: la task force della Casa Bianca per le api presenterà le sue proposte martedì. Non si tratta solo di salvare le api, si tratta della nostra stessa sopravvivenza. Firmate ora questa petizione urgente, facciamo arrivare il nostro appello agli USA affinché mettano al bando quei pesticidi assassini, prima che le api si estinguano:


Le api sono cruciali per la vita sulla Terra: ogni anno impollinano piante e raccolti per un valore stimato di 40 miliardi di dollari. Se non verrà fatto nulla per salvaguardarle, molta della frutta e verdura che amiamo rischia di scomparire e un terzo delle scorte di cibo andrà perduto.

Negli ultimi anni stiamo assistendo al rapido declino nella popolazione delle api: alcune specie si sono già estintee proprio in California -- dove si produce la maggior parte del cibo negli USA -- ogni anno gli apicoltori perdono un terzo delle api. Gli scienziati sono alla disperata ricerca di risposte. Mentre alcuni studi, spesso finanziati dalle industrie chimiche, affermano che la causa potrebbe essere una combinazione di fattori, tra cui malattie, perdita dell'habitat e sostanze chimiche tossiche, altri studi, indipendenti e autorevoli, sono giunti alla conclusione che i colpevoli siano i pesticidi neonicotinoidi.

Grazie a queste prove schiaccianti e ad una campagna super efficace di Avaaz e dei suoi partner, l'UE li ha messi al bando. L'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente (EPA) è incaricata dal Congresso di regolamentare le tossine, ma per anni ha aggirato la legge, sottostando alle pressioni dell'industria chimica. Ora, la task force della Casa Bianca per la salute delle api potrebbe convincere l'EPA a cancellare la registrazione dei pesticidi, così non potranno più essere venduti negli USA. Ecco la nostra opportunità!

La task force pubblicherà il suo rapporto tra pochi giorni. Già milioni di noi, in tutto il mondo, sostengono questa campagna. Diamole una forza senza precedenti: 3 milioni di firme per salvare le api e consegnare la petizione in modo strategico e con l'attenzione dei media. Fermiamo un accordo buono solo per le grandi industrie. Firma ora questa petizione urgente:

https://secure.avaaz.org/it/save_the_bees_us_pet_loc/?bglFhdb&v=47048

Non possiamo più lasciare la nostra delicata catena alimentare nelle mani delle aziende chimiche e dei legislatori sul loro libro paga. Il bando di questi pesticidi ci avvicinerà ad un mondo più sicuro per noi e per le altre specie che ci stanno a cuore e dalle quali dipendiamo.

Con speranza,

Terra, Alex, Alice, Ari, Nick, Laila, Marigona, Ricken e il resto del team Avaaz.

venerdì 26 settembre 2014

Goccia di sangue


 
Silenziosa tra elastiche parentesi, la goccia di sangue umana corre furiosa per alimentare cellule viventi di un corpo che imprigiona l’anima. 

Egregio meccanismo inventato da Colui che è costruttore di tutte le macchine e che ha voluto regalarsi un giocattolo per il quale la perfezione non si addiceva. 

L’uomo perfetto sarebbe stato monotono, un prodotto inutile della grandezza dell’Ente supremo.  

Nell’automatismo di questo giocattolo ha voluto sintetizzare e meravigliosamente approssimare, concetti come scienza, fede, intuito, amore.

Goccia di sangue continua a girare negli incavi stretti tra muscoli ed ossa. 

Consentimi di credere di essere speciale.
 

giovedì 25 settembre 2014

Amore




Romantico dolor codardo.
Dolce fatata nostalgia.
Vibranti incontrollati ricordi.

Nei mari tempestosi dell’anima
l’essenza della vita si manifesta.
Sono testimone attonito di una nuova primavera.

Ospite nello spazio indifeso,
sono spettatore inerme della vita fugace.

Sono scolaro invecchiato 
davanti alle nevi perenni delle emozioni giovanili.

Strugge il cuor tenero per il breve orizzonte.

Tendere le ali vorrebbe.

La fredda nebbia avvinghia al suolo.
Basso è il cielo.
Lento è il procedere.
Mesto è il sentimento.

Nel correre delle intenzioni malferme,
irride la mente per decisioni incaute.

Tempo fu galeotto per amor effimero.
 Spazza i cuor leggeri. 
Striglia l’animo impaziente
per l’età che si consuma.

Angusto è rimaner solitari.
Per emozioni soffocate.
Per promesse audaci.

Il sole è alto
L’amor non attende.

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