venerdì 25 maggio 2012

Giudizi e Pregiudizi



L’idea nella mente dell’uomo è il motore della sua macchina vivente. Esattamente come un mirabile calcolatore, attraverso i canali sensoriali, l’uomo acquisisce gli input per utilizzarli in un’elaborazione razionale concretizzata dal sapere. 

Quest’ultimo, visto come frutto della storia degli ingressi pervenuti e sperimentati per raffinamenti successivi (esperienza), fornisce una qualità e consistenza all’idea che successivamente si matura e che poi diventa promotrice delle azioni future.

La decantazione di un nuovo insieme degli input, supportato dall’architettura precostituita interna della mente razione, forma il GIUDIZIO.

Evidentemente, l’architettura per definizione stessa dell’ambiente promotore, deve per forza essere soggettiva, salvo per limitate proiezioni e riflessi che sembrano accomunare gli individui. 

Le relazioni, apparentemente simili, per le quali si è soliti dire “condivido” e ci rende solidali nelle idee, sono solo momentanee convinzioni nel “vedere” lo stesso scenario. 

Non si discute sulla genuinità della convinzione, invece, si può obiettare sull’opportunità di condividere idee.

L’atto della condivisione, se pur apparente, è un riscontro necessario al fine di superare la solitudine ancestrale dell'essere umano e rifuggire dal senso di anormalità o eccezione, anticamera della pazzia e quindi dell’isolamento totale.

Il giudizio è la conseguenza di un vivere in società che ci porta a scegliere il nostro posto nel parlamento della vita “dichiarabile” sana. Il giudizio, quindi, è la pressione interna alla psicologia umana che si manifesta con idee e azioni variegate. 

La conseguenza vitale delle esternazioni, ci produce un senso di realizzazione, con il quale giustifichiamo il nostro esistere e appaghiamo la nostra “sete” di illusoria capacità di autodeterminazione.

Voltaire, grande illuminista francese, aveva ben chiaro questo concetto, al punto di elevare la libertà di pensiero al valore massimo per l’uomo e accettare che si possa sacrificare anche la vita per difendere il diritto a essere libero di pensare, parlare e agire.

Egli sapeva benissimo che una persona muta, se non potesse esprimersi, non sarebbe in grado di muoversi e l’azione, in quanto espressione della vita stessa, la sua eventuale inibizione equivarrebbe alla morte.

Il giudizio fa parte della vita dell’uomo ed è numerabile come il conteggio degli esemplari umani sulla terra. 

Per ogni uomo il suo giudizio è il migliore. 

Le azioni che egli potrà intraprendere rifletteranno il suo giudizio, sancito da convinzioni radicate nel tempo e quantificate dalla sua esperienza socio-culturale, e infine, qualificate dai filtri morali imposti dal vivere insieme.

I pregiudizi sono giudizi prematuri, fuggiti dalla disciplina formativa. 

Essi sono come allegri bambini in gita scolastica, permangono fino al termine del viaggio. Arrabbiarsi a causa dei pregiudizi sarebbe come prendersela con i bambini perché fanno chiasso.

In alcuni casi, i pregiudizi, in qualità di giudizi immaturi, si arrogano poteri che non hanno e riescono a fare male a coloro che per disgrazia risultano soggiogati. 

Il pregiudizio è un segno di grandezza illusoria del proprio pensare.

Il pregiudizio inizia le sue battaglie in groppa al cavallo della stupidità, per poi tornare a piedi sconfitto.

I pregiudizi utilizzano strumenti approssimati, forniti da una razionalità addormentata dall’ignoranza e da quella razionalità illusa dalla bassa autostima dei propri padroni.

giovedì 24 maggio 2012

Il mondo illusorio (recensione)


Il valore di uno scritto e quindi del suo autore, si misura dalla capacità di saper interpretare gli elementi cardini su cui si basa la sua opera. Luigi Squeo, nel suo “il mondo illusorio”, è riuscito pienamente a coordinare elementi di riflessione scientifica che rendono chiaro quel mondo illusorio che tutti oggi travolge perché tutto oggi gestisce, quale espressione dell’intelligenza dell’uomo.
Dott. Pasquale Tempesta

martedì 22 maggio 2012

Il trailer del mio ultimo libro






La convinzione che la nostra sia l'unica e possibile realtà, ci confina nel cerchio dell'ignoranza, ci limita il piacere di esistere.

Misuriamo la felicità nel rapporto con il prossimo e la concretizziamo in azioni condizionate dalla conoscenza.

Ciò che si crede di conoscere non è vero sapere, se non si applica e non lo si rivive attraverso la sua pratica in ogni momento della vita.

Ecco il trailer .............




lunedì 21 maggio 2012

Ghiaccio blu



Se il mondo fosse ghiaccio blu,
sarebbe sincero e trasparente come il ghiaccio;
sarebbe freddo e duro contro la cattiveria e l’ipocrisia.

Dominerebbe l’amore,
 come il blu profondo del mare,
come il tenero celeste del cielo.

Risuonerebbe ovunque il sentimento,
come il rumore allegro della frenetica acqua di ruscello nato dalla generosità dei ghiacci delle montagne.

Saremmo immersi in un esistere
occupato dai piaceri dell’anima.

 Saremmo sempre pronti a vibrar emozioni,
in eterna devozione a Colui 
che dell’uomo ne fatto una prova del sua potenza.

domenica 20 maggio 2012

Una stella risplende




Sento troppa tristezza per filosofare su un evento che mette a nudo le povere miserie umane raccolte nella mente di qualcuno che, con la morte dei suoi simili, ci gioca come in un video game.

Non resta che raccontare di una cronaca che ci lascia sbigottiti. Increduli, turbati, ci sforziamo per cercare una logica che possa giustificare una pazzia così evidente.

La mente del misero uomo che ha pensato e attuato il vile gesto, non può appartenere all’allegro mondo di Melissa; non può essere un padre, un insegnante, uno studente, un amico dei sentimenti.

La paura che ciò che è estraneo all’animo umano possa occupare un primo piano nella società civile, ci spinge istintivamente a restare vicini, in una sorta di abbraccio collettivo, per essere testimoni della forza d’amore sempre viva e in continua espansione .

Uniamoci in questa ideale catena come se potessimo formare una scala verso il Paradiso, su cui Melissa si incammina verso Dio. 

Il male, che uno stupido le ha fatto, è nulla rispetto alle meraviglie del cielo. 

Un pensiero commosso rivolgo ai suoi genitori per i quali nessuna parola potrebbe lenire il loro dolore.

Essi sappiano che Melissa è un frutto buono maldestramente strappato da questa terra per abbellire la volta celeste e dalla quale mille spiragli di luce illumineranno i cuori teneri della terra.


Melissa,  in tutte le notti serene in cui vedrai la tristezza nel cuore dei tuoi genitori, allinea le stelle e sorridi loro!

Eri una meravigliosa ragazza in terra ma sei tra le più luminose lassù.  

venerdì 18 maggio 2012

Amarsi


 “Non è possibile amare nessuno, se prima non si è capaci di amare se stessi*".
Molto tempo fa, viveva un uomo padre di sette figli, tutti maschi. La famiglia abitava una ricca zona della terra, dove era possibile trovare di tutto, sia come opportunità di lavoro, divertimento e cultura, sia come possibilità di ottenere cure e medicine per qualunque malanno. 

Un giorno Marco, il figlio maggiore, decise di abbandonare la casa del padre e vivere un’esperienza solitaria e autonoma, lontanissimo da dove era nato.

Il padre capì che la decisione di suo figlio era irrevocabile e dall’alto del suo amore, gli permise la partenza. È inutile dirti che gli offrì tutto il necessario per il viaggio e le risorse per la sua sussistenza per almeno un anno.

Dopo un lungo vagabondare, Marco si fermò a vivere in un rifugio nei pressi di Pokhara, uno sperduto piccolo paese alle falde dell’Himalaya. In questo posto non esisteva nessun mezzo con il quale egli potesse comunicare con il mondo occidentale.

Il cibo e tutto ciò che era necessario per mantenersi in vita, riusciva a procurarselo dai mercanti che settimanalmente percorrevano gli stessi sentieri da tempo immemore e con i quali barattava stoffe e disegni confezionati dalla sua ricca fantasia artigianale.

Marco, in quel luogo dove aveva scelto di vivere, cercava se stesso e le risposte a domande abbandonate dal senso comune. 

Passarono molti anni e molti problemi interiori trovarono soluzioni. Quando la serenità del suo animo pervase completamente la sua esistenza, una malattia lo sorprese disarmato.

La sofferenza fisica e la prospettiva che potesse morire senza che la sua famiglia sapesse nulla, indussero Marco ad affidare a uno dei mercanti di passaggio un messaggio da destinare a suo padre. Il messaggio, sentore di un amore mai perso per la sua famiglia, annunciava al padre i sintomi della sua malattia, per la quale chiedeva conforto e medicine.

Soltanto chi è padre può sentir forte la stretta del cuore che inevitabilmente lascia senza fiato e costringe nervosamente ad aprire la lettera pervenuta da un figlio lontano e di cui non si hanno notizie da molto tempo. L’avida lettura della missiva placò l’ansia, perché fu sostituita da una rigida tensione che sembrò fermargli il cuore. 

Un attimo dopo, il padre addolorato avrebbe voluto avere le ali per volare in quel posto sperduto dove suo figlio rischiava la vita.

Doveva mantenere la freddezza necessaria per riflettere e poi organizzare il viaggio. 

Occorreva consultare uno specialista per individuare tutto il necessario utile alla cura della malattia. 

Il desiderio di partire immediatamente, contrastava la sua razionalità che gli suggeriva di pianificare con calma il viaggio.

In un primo momento aveva deciso di non informare tutta la famiglia per non complicare ulteriormente la situazione e rallentare le procedure d’intervento, ma era abituato da sempre a coinvolgerla in qualsiasi evento che riguardasse ogni suo membro.

Costringendo l’improbabile a divenire certezza, in un tempo che l’ansia definiva eterno e la ragione solo pochi giorni, Marco con suo padre erano nella stessa tenda.

Marco: Papà, sei tu? – A causa della febbre elevata, con difficoltà Marco riconobbe il padre –

Padre: Sì, Marco! Sono io! Ora ti porterò via con me e in pochi giorni ritornerai forte come orso.

Marco: Papà, perdonami per i guai che ti sto procurando. 

Con gli occhi umidi e le ciglia che sbattevano velocemente per bloccare la formazione delle lacrime, il padre abbracciò Marco senza rispondergli.

In quegli attimi, Il Padre di Marco avrebbe voluto raccontargli tante cose, ma lo stato in cui il figliolo si trovava non permetteva che si facessero lunghi discorsi.

Avrebbe atteso il momento opportuno per dirgli:

“Figlio mio, hai voluto cercare la tua strada e hai avuto il coraggio di farlo. Ti sei voluto bene e di questo sono veramente orgoglioso. Mi hai fornito la prova che il mio grande amore per te è servito ad arricchirti, così che tu stesso fossi in grado di donarne. 

Sei consapevole dei tuoi limiti e delle tue forze, per cui ora puoi affrontare il mondo da generoso quale sei. 

Possiedi tanto amore che donandolo moltiplicherà se stesso. 

Marco, sono felice di averti insegnato ad amarti perché in questo modo tu sarai capace di amare tutto il mondo". 

Amare se stessi è la garanzia che tutto ciò che si fa per il prossimo, è come se si facesse per sè.

L'amore esclusivo non appartiene alla natura umana. L'amore esclusivo è un derivato del pensiero razionale che per soggettivare ha bisogno di separare, escludere ed infine focalizzare.

*(http://carlasalemusio.blog.tiscali.it/)

giovedì 17 maggio 2012

Il mio primo libro



Se siamo esseri pensanti non possiamo eludere una necessità interiore che ci spinge a trovar risposte a domande che spesso non riusciamo a formulare. 

Eventi occasionali come leggere un libro, un’esperienza di vita, potrebbero innescare quello strano meccanismo comune a tutti gli uomini che, nel vento della passione, rende possibile qualunque idea e raggiungibile qualunque traguardo.

Un misero sistema Operativo


Il limiti connessi con la natura "uomo" impongono la metodolgia di analisi per gradi, sezioni, livelli, usando la tecnica della separazione come alibi della semplicità a discapito del grosso prezzo che si paga in termini di logica dell'insieme e della comprensione reciproca. 

Separando, si da significato all'"Io" e al "Tu", al "mio" e al "tuo", al bene e al male e in generale, ai sinonomi e contrari. 

Serve la spegnimento della macchina (come un PC), per capire che si tratta di un misero sistema operativo, adattatto per far muovere un  insieme ossa, muscoli e pensieri....

che da soli non avrebbero nessun senso e non concorrerebbero a determinare lo stupido essere che si affanna a nutrirsi per 100 anni su un pianeta posto ad opportuna distanza da una stella sperduta nell'universo, a cui è stato dato il nome di Sole!

domenica 13 maggio 2012

Ciao Mamma



Auguri Mamma, dicono che oggi è la tua festa!

Mi unisco a questo clima di amore verso la persona che tutti amiamo in modo particolare, perché vorrei continuare a festeggiarti mentre lo faccio tutti i giorni.

Non ho il coraggio di dirtelo apertamente, ma chissà quante volte ho pensato che tu avessi un dono speciale da Dio! 

Lavori sempre in silenzio, sopporti pazientemente i miei capricci, ti mostri sempre pronta e premurosa, in cambio di uno sgangherato amore che distrattamente mi ritrovo a confessarti!

Ai tuoi problemi di mamma si aggiungono quelli di donna e di moglie.

Non oso immaginare le grandi manovre a cui una mamma che lavora si sottopone!

Mamma tu sei la più speciale tra tutte le cose speciali.

Io sono orgoglioso di avere una mamma e piango al dolore nel solo immaginare coloro che debbono ascoltarla dal paradiso.

Mamma, la mia unione fisica con te, interrotta con la nascita, è solo un gioco di Dio che vuol vedere tanta tenerezza negli anni della nostra separazione sulla terra.

Mamma, ti voglio Bene!

Se una lacrima solca il mio viso, non ti preoccupare, è soltanto un segno di incontrollata gioia per il tuo amore.

   

lunedì 7 maggio 2012

Si può ...



Si può volare anche senza le ali, 
invitando la razionalità ad essere spettatrice non giudicante.

Si può passeggiare nel giardino dell’anima,
accogliendo qualsiasi emozione che mantenga sempre viva la consapevolezza dell’esistere.

Si può dimenticare il mondo,
 lasciandolo fuori con le sue temporanee verità,
con le sue manie di grandezza, 
con le sue risibili necessità.


Si può essere belli per sempre, 
anche a dispetto di ciò che gli occhi vedono.

Si può cercare di cambiare questo mondo soffiando sul vento dell’anormalità, lasciando che il bambino abbandonato nella nostra intimità trovi spazio.

Si può cambiare la storia dell’umanità, 
facendo ripartire un nuovo umanesimo,
 dove i valori dell’anima non sono solo decantati 
ma anche praticati.

Si può …

Bisognerebbe diventare i campioni dell’universo!



L'antico ritornello



Il ritornello che sembra risuonare dentro l’anima dei delusi, quasi volesse castigarli per le scelte  sfortunate, dice:

“C'era una volta una storia. Una storia fatta di tante bugie ... ma si sa ... le bugie durano il tempo dell'obnubilamento, poi ... qualcosa squarcia la nebbia e la verità per crudele che sia irrompe ... e non puoi fare a meno, pur volendo ... di prenderne atto ... Addio bella storia”.

Il senso di impotenza che traspare da questo nodo che stringe il tuo cuore, limita la capacità di predisporti al cambiamento. Affidare al caso o alla speranza ciò che dovresti controllare tu in prima persona, è come sperare che il mare perda la sua salsedine.

Il mondo umano è composito, fondato sulle reciproche relazioni che sono responsabili e catalizzatrici del benessere interiore. 

Ogni individuo, nel condurre la propria esistenza, gioca la sua partita a scacchi, muove pedine e pezzi importanti del suo essere, secondo una strategia che mira a tessere legami per cui il gioco si conduce in modo assolutamente personale e avvincente. 

Il fine ultimo è lo scacco matto alla condizione umana che, per quanto sia meravigliosa, resta palesemente limitativa, bisognosa di sostegno materiale e psicologico.

Sebbene gli stessi problemi siano stati vissuti dai nostri antenati, tutti siamo in ricerca di ricette che funzionano. 

Pensatori, filosofi e poeti, si sono prodigati a suggerire soluzioni. 

Essi hanno scavato nell’animo umano per cerare motivazioni da cui far emergere nuovi comportamenti utili a lenire il senso di solitudine e sopportare la consapevolezza di un’incapacità strutturale nel superare ostacoli invisibili.

Quando nella nostra solitudine ci sentiamo unici nel dolore, consoliamoci pensando che sebbene nessuno possa eliminare il dolore e che non possiamo esimerci da esserne protagonisti quando questo ci coglie, esso è comune a tutti gli uomini. 

Si illudono coloro che credono di poterlo prevenire sempre. 

L’esperienza del dolore, oltre che impossibile non viverla, è necessaria allo sviluppo della vita stessa. 

Il dolore è la spia usata sia dal corpo sia dallo spirito che, per tentativi, ci consente di muoverci, attraverso la sua modulazione, nella direzione puntata verso l’obiettivo che solo per presunzione ognuno di noi crede di avere individuato.

Fidiamoci di ciò che appartiene all’essere umano per farci guidare nel cammino della vita e farci credere di spenderla nel miglior modo possibile, e cioè, le emozioni. 

Scartiamo per convenienza, quelle cattive che derivano da rabbia, tristezza, odio, cattiveria; mentre sfruttiamo appieno quelle che provengono dall’amore, gioia, generosità, fiducia, bontà. 

Se non vogliamo farlo per l’umanità in generale, accontentiamoci di farlo egoisticamente per noi stessi. 

Si ottiene un risultato immediato: il sorriso diventerà ospite fisso sul nostro viso e indurremo gli altri a imitarci.

giovedì 3 maggio 2012

Esseri speciali



Silenziosa tra elastiche pareti, la goccia di sangue umana corre furiosa per alimentare cellule viventi di un corpo che imprigiona l’anima.

Fa sorridere al solo pensare che l’allegra goccia, spinta dalla pressione di un cuore albergatore di sentimenti, deve dare significato all’opera di un cervello che si affatica a cercare motivazioni.

Egregio meccanismo inventato da Colui che è costruttore di tutte le macchine e che ha voluto regalarsi un giocattolo per il quale la perfezione non si addiceva. 

L’uomo perfetto sarebbe stato monotono, un prodotto inutile della grandezza dell’Ente supremo.  

Nell’automatismo di questo giocattolo ha voluto sintetizzare e meravigliosamente approssimare concetti come scienza, fede, intuito, amore.

Goccia di sangue continua a girare negli incavi stretti tra muscoli ed ossa.
 
Consentimi di credere di essere speciale.

domenica 29 aprile 2012

Per incanto (dentro l'anima)



Non mi basta di pensare per esistere!

Anima mia ho bisogno della tua compagnia;
ho bisogno di respirar emozioni;
ho bisogno di dimenticare i miei guai.

Ora chiudo gli occhi e  tirami dentro!

Lascerò il mondo ad attendermi.

Ti vesti di dolcezza e di mistero,
espandi il tuo spazio senza confini.

Riesci a convincermi per quello che non dici.

Fai della solitudine occasione di vita.

Mi racconti della vita eterna,
delle meraviglie dell’amore,
e dimentico di respirare.

Forse lo stupore mi ha conquistato.

Vi prego, non spegnete il mio incanto.

giovedì 22 marzo 2012

Nota al "Il mondo Illusorio"



Personalmente credo che il fascino dell’universo perderebbe qualcosa, se non chiudessimo gli occhi alla fredda ragione e non ci abbandonassimo al desiderio di “vedere” una presenza dalle sembianze umane, a cui ricondurre ogni bene e meraviglia.

In questo modo, la serenità dell’anima che ne deriverebbe, favorirebbe tutte le possibili aperture mentali per le quali scienza, religione e fantasia, tutte coesisterebbero e si integrerebbero, celebrando nel momento  in cui il pensiero si forma, la miglior realtà possibile.

LUIGI SQUEO


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