domenica 2 giugno 2013

La raccomandazione





Onorevole Senatore, mi scuso se la importuno o le rubo un po’ del suo tempo per leggere questa insignificante lettera.

Le chiedo di comprendermi, se pur cosciente della sua importanza e il valore del suo tempo, mi permetto di scriverla per conto della mia piccola figliola.

Ella ha tanto insistito, e vedendo la mia riluttanza, ha perfino pensato alla mia cattiveria.

Infine ho deciso di sedermi con lei e trasferire su carta il suo pensiero.
Ecco la sua dettatura:

“Caro Signore, le scrivo questa lettera per chiederle di aiutare mio padre a trovare un lavoro.

Non capisco perché, ma si vergogna di dirlo apertamente.

Lui mi dice sempre che non si può chiedere questo, ma non capisco ancora perché.

Mi sembra tutto strano, prima mi dice che siete una persona importante, che siete attenti ai bisogni della gente, che lavorate per noi, che ci tenete al nostro futuro, e poi, si vergogna, anzi ha paura di chiederti una cosa così semplice!

Vi giuro, Signore, che mio padre vuole il lavoro per far contenta la mia mamma. 

Vorrei farvi vedere la sua faccia triste, quando sente ripetutamente che ci vogliono soldi per il frigorifero che non si chiude più, per i pantaloni di mio fratello che si sono bucati, per il mio grembiulino, che porto dall’anno scorso.

Sento dire, che i pochi soldi che riesce a guadagnare, li spende quasi tutti per l’affitto. Io non gli ho mai chiesto che cosa è l’affitto, ma suppongo che sia una sua malattia che si cura mensilmente, povero papà!

Il papà della mia amica di scuola mi ha detto che anche suo padre ti ha scritto la lettera, però ha aggiunto che ha dovuto fare altre cose di cui non ha saputo riferirmi.

Ora suo padre lavora e tutta la sua famiglia è felice.

Mi sento invidiosa, anche perché il suo zaino è ricco di tante belle cose.

Signore, se non basta questa mia lettera, dimmi che cos’altro serve, cosicché costringerò mio padre a farlo.

Sono sicuro che farà ogni cosa che gli dirai!

Papà mi vuole molte bene e per non farlo piangere, a volte, gli dico che non ho bisogno di nulla.
  
Signore, quando andrai a Roma, porta insieme questa mia lettera, servirà a te per ricordare tutto, anche quando stai votando una legge.

Da grande voglio diventare senatrice, così potrò stare tutti i giorni nel parlamento e aiutare tutte quelle famiglie, che come me ora, mi spediranno la lettera.

Per ora ci sei solo tu che puoi far qualcosa per papà.

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