mercoledì 24 aprile 2013

Testardo romantico

 

 
 
 
 
 
 
 
Dolce è restar fermo
mentre mille pensieri attraversano la mente 
e gli occhi non trovano pace.

Si muovono immagini al suono di un battito 
confuso nel tremore di un'emozione.

Incantato, volo tra le scene della mia vita.

Sono protagonista di un film con titoli di coda
ancora da scrivere.

Indugio in me stesso.

Scuoto parole per ritrovar significati.

Rivisito quell’otre dove ho conservato tutto.

Splende l'anima al ritrovar l’antico  fiore secco,
finito tra le pagine del diario interrotto.

Mentre il pensare fugge, 
rivedo quella lucertola mai catturata,
quella farfalla che, instancabile, rincorrevo.

Rivedo quei cinque sassi che allietavano le limpide mattine di primavera: 
erano i miei attori di un divertimento senza fine.

Delizioso, risento quel bruciore
alle ginocchia sbucciate.

Volevo vedere il mondo dal basso.

No, non ero un gigante.

Ero un cuoricino che amava scendere 
tra i piccoli del mondo.

Cercavo il senso di quei pochi anni.

Non sapevo che sarei diventato un testardo romantico.


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